NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE pop
DOVE ASCOLTARLO (in parte o tutto) sta tutto intero su Spotify Deezerecc, i video sono
su Youtube
LABEL Bravo Dischi
PARTICOLARITA’ la copertina è di un blu sensazionale
CITTA’: Roma
DATA DI USCITA 10 giugno
Come è nato Hip Hop?
È nato qualche anno fa insieme alla convinzione di continuare a fare
musica, quella è stata la parte più difficile. Poi lo stile del disco lo ho
realizzato piano piano nell’ultimo anno e mezzo ascolto dopo ascolto, anche se
penso che le canzoni che mi hanno davvero fatto scattare la molla siano Everydayrobots
di Damon Albarn e Border Line di King Krule: secondo me sono due canzoni
che ampliano parecchio la definizione classica di hip hop.
Perché questo titolo? … diretto.
Perché il rock mi ha stufato e adoro l’hip hop.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione
finale?
Stranamente felice! Ho vissuto qualche esperienza in studio e insomma
l’ansia e l’angoscia sono all’ordine del giorno: uno si gioca tanto e capita di
essere terrorizzati dall’idea di non riuscire a fissare le cose che si avevano
in testa. Io invece ho vissuto davvero una sorta di storia d’amore musicale sia
con Fabio Grande (produttore del disco) che con Pietro e Federico (che hanno
contribuito in termini di riprese ed arrangiamento) e sinceramente è andato
tutto liscio. C’è stato comunque un sacco di lavoro e ovviamente è capitato di
incagliarci qua e là, ma siamo sempre stati settati sulle stesse cose: sugli
stessi riferimenti e sulla stessa idea di hip hop prestato alla canzone in
italiano.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del
disco?
Guarda la lavorazione ha avuto una sua linearità tipo catena di montaggio.
Quando non avevamo idea di cosa fare qualcuno a caso chiedeva: “Scusate, cosa
farebbero Frank Ocean, Kendrick Lamar o i The Roots?”. Quindi mettevamo su
qualche disco e appena trovavamo l’idea giusta la rubavamo senza pietà: ogni
volta che riuscivamo ad infilare qualcosa di sfacciatamente hip hop dentro uno
dei brani era una piccola festa e le varie piccole feste che hanno
caratterizzato le preproduzioni me le ricordo tutte molto bene. Sparo un paio
di aneddoti: 1) Un sabato di registrazione mi sono preso una drammatica
intossicazione alimentare durante una pausa pranzo diciamo “fuori porta”. 2)
Durante le riprese e il mix ci ho dato dentro spessissimo con la settimana
enigmistica (una cosa che a me sembra molto normale, ma che ha scandalizzato i
miei compagni di viaggio).
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … anche a posteriori.
Questo è probabilmente un concept-album sul fatto che ho deciso che voglio
fare il musicista, ma lo è in una maniera che nemmeno io capirò mai fino in
fondo. Per il resto credo che un tema ricorrente a livello di testo sia il
rapporto tra una singola persona (con i suoi pregi, le sue turbe, il suo
egoismo) e tutto il resto: l’ambiente, l’amore, i turisti ecc. Probabilmente HIP HOP parla molto della
voglia e/o delle difficoltà di inserimento in vari contesti, anche se insomma
il senso principale del disco è dire a tutti che il ritmo è una cosa bellissima
e che l’hip hop è bellissimo perché non c’è niente di meglio che ondeggiare con
la testa mentre ascolti una canzone.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero di Hip
Hop?… che ti piace di più fare live?
Il pezzo di cui sono più fiero è Sessuale, secondo me è davvero
una bella canzone a livello armonico/melodico e poi c’è quel pezzo di testo sul
finale di ritornello che mi manda fuori di testa: “Tutta la storia che è in noi
si confonde in un abbraccio e chissà che non sopravviva persino a me e a te”.
Non dovrei dirmelo da solo, ma questa idea dell’amore che può resistere in
qualche modo anche quando è finito mi sembra davvero bella, o quanto meno è una
cosa che ho sempre avuto in testa e sono davvero contento di averla
formalizzata in qualche modo. Detto ciò probabilmente Stellare è il pezzo più riuscito
e più rappresentativo del disco e mi gaso parecchio quando devo suonare Ginsberg (più che altro mi piace
tantissimo vedere gli altri che suonano le loro parti e mi lascio trascinare).
A produrre la Bravo Dischi. Come è nata questa collaborazione? Altri nomi
da citare …
Devo dire che all’inizio avrei evitato volentieri di pubblicare il mio
disco con un’etichetta che mi vede coinvolto in maniera diretta, ma poi ho
pensato che avrei trasmesso qualcosa di brutto: uno fonda un’etichetta
indipendente e poi ne cerca un’altra quando si tratta del suo materiale? Per
fortuna Emanuele Mancini (altro socio Bravo assieme al già citato Fabio) si è
accollato buona parte della fatica organizzativa che c’è dietro l’uscita di un album
permettendomi di fare soprattutto il musicista.
Copertina semplice e diretta ... come è nata e chi è l’autore?
La copertina nasce da una foto di Nicoletta Branco e dal design di Federico
Antonini: due persone che lavorano da tanto tempo con la musica, che stimo
davvero tanto e a cui voglio bene. Volevo una botta di colore forte e volevo
che ci fosse qualcosa di familiare, alla fine abbiamo optato per il blu, per
una vecchia foto di mio zio (il signore che troneggia nel quadro sopra di me) e
per San Felice Circeo: è un posto che adoro e tra l’altro è il posto dove ho
deciso di continuare a fare musica da solo e di chiamarmi Mai stato altrove.
Come presenti dal vivo questo album?
Con una band di 3 elementi oltre me (per l’appunto Fabio, Pietro e
Federico), con un bellissimo Prophet ‘08 (il sintetizzatore che ha tirato fuori
un buon 80% dei suoni del disco) ed un paio di campionatori. Zero computer
perché sinceramente non ne posso più di vedere i mac sul
tavolino sul palco. Abbiamo pronta anche una variante più soft del live in cui
ci muoviamo in due e la batteria viene sostituita da dei beat: una roba
comunque molto poco acustica. Spero di farmi vedere il meno possibile con la
chitarretta alla Guccini: è una dimensione che rispetto tantissimo ci
mancherebbe (De Andrè è uno dei miei eroi), ma che non mi sembra molto adatta a
raccontare il mio disco.
Altro da dichiarare?
Sì ho anche io delle domande per te: tu perché ti chiami Alligatore? La
musica che trovi nella palude la fai a pezzi e te la mangi? Lo sapevi che
esiste un fumetto di Igort che si chiama proprio Alligatore? Ti
piacciono i film action trash con rettili giganti tipo Komodo vs Cobra?
Quale è la differenza tra un alligatore e un coccodrillo?
Etichette: Allen Ginsberg, Bravo Dischi, Damon Albarn, Federico Antonini, Hip Hop, Igort, In palude con ..., Indie, Intervista, La Settimana Enigmistica, Lazio, Mai stato altrove, Nicoletta Branco, Pop, Roma
5 Commenti:
Intanto rispondo alle domande del musicante:
1. Tu perché ti chiami Alligatore?
2. La musica che trovi nella palude la fai a pezzi e te la mangi?
3. Lo sapevi che esiste un fumetto di Igort che si chiama proprio Alligatore?
4. Ti piacciono i film action trash con rettili giganti tipo Komodo vs Cobra?
5. Quale è la differenza tra un alligatore e un coccodrillo?
Queste le mie risposte:
1. Mi chiamo Alligatore in omaggio ad uno dei miei scrittori preferiti Massimo Carlotto, il papà dell'Alligatore, l'investigatore privato più indie della letteratura italiana.
2. No, la musica che trovo in palude cerco di condividerla con chi passa in questa palude virtuale, sperando passino più internauti possibili.
3. Lo sapevo, lo sapevo: è ispirato proprio ai romanzi di Massimo Carlotto, ne ho parlato qui in palude, ovviamente ... ne consiglio la lettura, come quella dei romanzi di Carlotto.
4. No, mi fanno paura ...
5. Facile: l'alligatore è un rettile che vive in Cina e nelle paludi degli States, mentre il coccodrillo vive in Africa. L'alligatore ha un musetto più allungato, mentre il coccodrillo più tondeggiante.
Quanto alle canzoni di Hip Hop direi che è un pop scanzonato, ironico, con una vena malinconico-romantica che non guasta.
Canzoni prefertie: Ginsberg, pop acido con slancio, I sogni e Stellare per il ritmo e la semplicità di fondo, Sessuale per la melodia avvolgente che chiude bene il disco, e ti vien voglia di farlo ripartire ...
... e le vostre?
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