Je Suis Checchò
Oggi è già passato un anno, sembrano secoli.
Non è cambiato un cazzo, nelle teste della gente.
In Italia, in Europa, nel mondo, tutti a gridare Je Suis Charlie, ieri.
A gridarlo per stupidi opportunismi di bottega.
Per un applauso in più, un voto in più, una sega.
Poi niente, altre guerre, altre bombe, sempre le stesse.
Poi altri attentati, altre bombe, altre guerre e solidarietà di facciata.
Frontiere chiuse, frontiere aperte, attenti a quelli con la barba.
Stars Wars 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 ... Checco Zalone.
In Italia poi, dove scambiano la satira con la baguette,
il massimo è Checcho Zalone e il suo filmone.
Etichette: And, Checco Zalone, Cinema, Dr. Strangelove, Europa, Francia, Guerra, Italia, Je Suis Charlie, Je Suis Checcò, Morte, Peter Sellers, Polemiche, politica, Satira, Scazzi, Stanley Kubrick, Stars Wars, Versacci
33 Commenti:
...e certo che è così, non cambia mai, o quasi mai, nulla nella testa della gente, e dire je suis Charlie è come dire je suis Checchò :-(
Un abbraccione All!
Il pecorame—qualunque sia la lana che lo copra e pronta a tosa—suole brucare con la testa bassa erbe secche al purgante da dio: le orecchie attorcigliate al far da coda; i cani che, sergenti a cetomedio che ora fa fico dirlo middleclass, lo menino di fischio dentro a ovili dove star tutti in piedi sugli attenti, belacchiando al perché arrivi un padrone
E bravo Alli.
Non mi ero resa conto che fosse passato già un anno, o dovrei dire "solo un anno", visto che si è smesso di parlarne come di cosa del secolo scorso: oggi ci sono nuove priorità, ci stanno "invadendo gli stranieri", ma mica quelli buoni che hanno i soldi e adorano l'Italia e ci vengono a trovare durante le vacanze, no! Quelli cattivi che ci rubano il lavoro e che ci costringono a dichiarargli guerra per farli smettere di litigare fra loro.
Bella poesia la tua! ;)*
Ps. La foto non mi pareva nuova, poi ho frugato fra le etichette e trovato la risposta: Dr. Strangelove l'ho visto!
@Bibliomatilda
Ve lo meritate Ceccho Zalone, mi verrebbe pure da urlare.
@tentare, nuove
Benvenuto in palude.
@Elle
Le cose cambiano, in peggio ... almeno a livello international.
@Elle 2
Già, un film molto diverso dalle checconate che occupano militarmente le sale.
praticamente gli italiani hanno i politici e i film che si meritano....
Qualunque-mente ...
d'accordissimo con te.
non ho altro da dire.
un abbraccio
Ah, ah, ah, infatti, mi hai ispirato il dialogo nel tuo post :)
Non mi sembra solo un problema italiano...il problema sono i politici tutti
Non credo, qualunque-mente, che il problema siano i politici, quelli italiani, come quelli francesi, o tedeschi, o siriani, ma sia uno smarrimento generale, certi voti a perdere, una mancanza di coraggio e verità. Dalla Rivoluzione francese in poi sono stati fatti molti passi indietro. Le masse, che potevano essere veramente protagoniste, si sono fatte ingabbiare.
Eccolo lì il dottor Stranamore..Che dire? Che siamo diventati tutti più maledettamente idioti? Un virus bruttissimo ci ha colpiti, chissà se ci salveremo.Certo,abbiamo bisogno di ridere... io direi che abbiamo bisogno di uno psicologo se l'aver visto un film così ci lascia poi un senso di appagamento, di soddisfacimento..
no grazie, preferisco non ridere..Almeno i film me li scelgo io..
Non credo ci sia niente da ridere, in effetti :(
Tra Checco, i Distillati (i libri ridotti -_-), le crociate di ogni genere che durano un giorno soltanto ("domani è un altro giorno", quindi si abbraccia un'altra causa, frega nulla se opposta a quella di oggi)... o.O sembra veramente non passare mai il tempo :P
Mah...sarà anche come dici tu. Ti faccio presente che noi siamo stati ingabbiati da quelli che che nel 68 predicavano fate l' amore non fate la guerra
questo valzer degli odi diretto dall'alto mi fa una paura dopo che per anni hanno spinto la gente ad interessarsi solo del proprio ombelico, all'auto, ai viaggi, l'hanno indotta a dimenticare che una società si fonda su regole che portano a promuovere il bene comune e i diritti fondamentali, la salute, la conoscenza, la libertà
Il problema non è tanto Zalone quanto il fatto che abbiamo una società che le cose su cui Zalone (certo a modo suo) ironizza, finisce invece per idolatrarle.
Per es., ormai il razzismo, il sessismo ed il militarismo sono quasi diventati senso comune...
E consigliare a qualcuno di leggere uno scrittore o un filosofo musulmano, passa decisamente per una battuta...
E meno male che c'è la tv e c'è facebook, che se no quante delle suddette pecore si ricordavano dell'anniversario?
@Glò
Siamo in un eterno presente, fatto di grandi eventi, grandi tragedie, grandi spettacoli, grandi lacrime (di coccodrillo), che si vogliono epocali, ma essendo così ripetute e copia l'una della l'altra, non possono esserlo. Siamo dentro un grande bluff.
@ReAnto
Non credo proprio: chi ha fatto il '68, è stato poi integrato nel sistema, questo sì, come è sempre successo dopo moti e/o rivoluzioni (è il riflusso, una cosa, naturale), ma chi gridava, giustamente, fate l'amore non fate la guerra, non ha ingabbiato proprio nessuno.
@Amanda
Certo, dici bene, c'è una regia dall'alto, e la gggente, rincoglionita da trent'anni e passa di tv, non può che cascarci.
@Riccardo
No, Checcò non è il problema, Checchò ben evidenziala mancanza di satira in Italia e che occupi militarmente sale e sale cinematografiche la dice lunga sullo stato dell'arte, in Italia, in Italia, dove quelle cose che dici tu, sono sicuramente all'ordine del giorno più che in altri paesi.
@Cri
Sì, ma il fatto che se ne siano ricordate, grazie alla tv o al ripetitore mentale che è fb, aggrava ancora di più la cosa. O no?
Che ci siano sei sale per Checco (e lo ammetto che l'ho visto) qui da me, e nemmeno una per il Macbeth...dice tutto.
Ben detto G: il 6 volevamo andare al cinema a vedere Carol, ma la città era piena (non avevo pensato all'inizio dei saldi, e alla voglia di bruciare la vecchia), e abbiamo trovato un buco per parcheggiare dopo aver girato la città. Allora niente Carol, cerchiamo un altro film in un cinema con tre sale, e cosa ti vedo? Checcò, Checcò, e Star Wars ... non è possibile. Je Suis Checchò.
Checco... chi? mi verrebbe da dire. Ma ahimè so di chi si parla, lo so pure se non accendo la TV, se non vado al cinema se non per vedere cose francesi degli anni '60 nei cineclub. E sono cresciuto a Wolinski, con l'uno. Per questo non potevo gridare Je sui Charlie... avrei fatto confusione con me stesso in mezzo a tanti, mi sarei trovato inappropriato, inadeguato, qualunquista perché avrei solo puntualizzato ciò che era scontato. Magnifico post.
Capisco, capisco, come darti torto? ... frequentando molto i cinema (si riescono a vedere ancora cose interessanti, magari anche dei film restaurati), mi piange il cuore vederle così militarmente occupate. Wolinski, il grande ...
Giusto, super giusto , extra giusto..la penso cosi' anch'io, perchè a caldo si parla , ci si scandalizza , si danno tre mila consigli, si stilano piani da effettuare e poi giriamo sempre nella stessa direzione, nello stesso minestrone, nella stessa pentola..Orribile!
Bacio Alli!
Interpretazione perfetta Nella, hai detto tutto e bene.
Grazie, bacio a te.
BEndettO questa è la società dello (s)postacolo.
Puoi dirlo forte George!
Non credo proprio: chi ha fatto il '68, è stato poi integrato nel sistema, questo sì, come è sempre successo dopo moti e/o rivoluzioni (è il riflusso, una cosa, naturale), ma chi gridava, giustamente, fate l'amore non fate la guerra, non ha ingabbiato proprio nessuno.
Non credo proprio: quelli del '68 tanti si sono fatti ingabbiare dal sistema , ma tanti hanno ingabbiato . per i politici di sinistra "nostrali" ci sarebbe da tira giù una lista da far paura....cmq. il problema non è questo. Bel post grazie hai mosso la discussione ed il confrontarsi ...un abbraccio
e non solo politici , architetti , intellettuali etc etc
Sì, diciamo che chi si è fatto ingabbiare, poi, una volta dentro, ha ingabbiato ... e non è questione di sinistra o destra, politici e/o architetti, è una questione che il sistema si mangia e digerisce tutto, o quasi.Mai dimentiCarlo. Detto questo, credo che fatto dai sessantottini sia stato grande, importante, e che nessuna altra generazione abbia fatto tanto. Sono stati favoriti dal periodo storico, ma hanno dovuto lottare, cosa che non si è fatto mai più così. Il '77, che prendeva le distanze dal '68, voleva tenerne alta la parte più pura ... ma sto divagando. Grazie a te per il contributo.
Ce n'est qu'un début, continuons le combat!
Un po' troppo ideologici i sessantottini..cmq quello che si sta riscoprendo qui e lo stesso sta accadendo sul sito di Lucien è il bello del blog ..la discussione ed il confrontarsi ...Grazie Resisti Diego come sto cercando di resistere anche io ..ma forse siamo ambedue due sognatori ..un abbraccio a te e a tutti i partecipanti qui ...ciao
Di Carol,manco a dirlo, nemmeno l'ombra. Dovrò spostarmi in città, benché io viva in un capoluogo, quindi figurati...
Stasera vista La Grande Scommessa, ho ancora le idee confuse a riguardo però. Tu lo hai visto?
@ReAntoR
Troppo ideologici quelli che dicono di non badare all'ideologia, tipo i raganiani, che magari avevano fatto il '68... grazie comunque, nonostante le differenze di pensare, anzi, proprio per quelle.
@G.
Andremo a vedere Carol tra poco, recuperandolo (l'abbiamo perso alla befana per troppo traffico). La grande scommessa, che pensavamo di vedere oggi, la vedremo la settimana prossima: cast e trama/idee interessanti.
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