Andate a vedere L'ultima volta che siamo stati bambini il film d'esordio come regista di Claudio Bisio
perché è davvero stupendo, questa è una rece, ma anche un appello. Soave e delicato come il bel romanzo omonimo dal
quale è tratto (qui la mia rece al libro di Fabio Bartolomei, autore anche di altri gioiellini editi da e/o, come ad esempio Giulia1300 e altri miracoli, da cui è tratto il film di Edoardo Leo Noi e la Giulia, We Are Family, Lezioni in Paradiso).
L'avevo letto quasi per caso qualche hanno fa, e me lo
sono ritrovato davanti, sul grande schermo, ancora per caso (avevo in
mente di andare a vedere un altro film, ma sono arrivato in ritardo).
Non sapevo fosse tratto dal bel romanzo dello scrittore romano L'ultima volta che siamo stati bambini, ma ho capito subito che questa storia non mi era nuova.
Il
film è
fedele al libro, anche se alcune fasi finali sono leggermente diverse,
senza rovinare il romanzo. Non vi dico quali, per non rovinarvi la
visione della pellicola e anche la lettura del romanzo, perché ve ne
consiglio pure quella. Rispetto ad altre trasposizione di romanzi, il
regista è stato fedele, tradendo poco e quel poco con un senso filmico. A
volte si è delusi dai film tratti da libri amati, non in questo caso.
Si racconta del fascismo a Roma, alleato della
Germania nazista e responsabile della deportazione degli ebrei italiani.
Lo si racconta in modo farsesco, stralunato, visto con gli occhi
innocenti dei bambini, che non capiscono perché un loro amichetto da un
giorno all'altro sia sparito, portato via da un treno diretto in
Germania. Decidono di andare a riprenderselo, e inizia così un
viaggio lungo le rotaie, che mostra un'Italia post '43 stufa del
fascismo, che l'aveva affamata, umiliata, consegnata a una potenza
straniera. Altro che orgoglio nazionale.
Doppisensi, battute ben
assestate, un trio di attori bambini davvero bravi. Bisio
intelligentemente si ritaglia un ruolo piccolo, quello del padre di uno
dei ragazzini, un gerarca fascista tronfio e casinista che accoglie
l'alleato tedesco. Non vuole strafare come altri comici dietro la
macchina da presa, riuscendo così a creare un film imperdibile,
per niente patetico, pressoché perfetto, assolutamente da vedere, da proiettare nelle scuole.
Il
cast è contraddistinto da attori poco conosciuti, volti scelti bene (a
partire dai quattro giovani protagonisti). A parte Bisio, e Antonio
Fassari, ci sono interpreti con pochi film all'attivo, e questo lo rende
ancora più prezioso. Penso alla suora interpretata da Marianna Fontana,
o al militare fratello di uno dei bambini interpretato da Federico
Cesari, personaggi che fanno pensare al cinema del neorealismo. Non
voglio esagerare, ma già il romanzo aveva un taglio, forse un omaggio a
quella importante stagione del nostro cinema.
Etichette: Antonio Fassari, Claudio Bisio, e/o, Edizioni e/o, Fabio Bartolomei, Fascismo, Federico Cesari, Film, L'ultima volta che siamo stati bambini, Letteratura, Libri, Marianna Fontana, Rece
8 Commenti:
Sembra molto interessante.
Devo assolutamente vederlo. Ho amato il libro di Bartolomei e l'ho consigliato ad un sacco di persone. Grazie per la recensione.
@Cavaliere Oscuro del Web
Lo è, lo è!
@Marcaval
Sì, l'avevo letto quel romanzo in seguito a tua segnalazione, credo, come è successo già altre volte. Merita di essere visto anche il film, proprio perché non ha banalizzato il libro, come spesso succede, e i cambiamenti, sono stati fatti solo per esigenze filmiche.
Me lo segno!
Grazie per questa ricca recensione che mi fa tornare la voglia di andare al cinema.
Grazie a te Berica del passaggio in palude... spero proprio ti faccia ritornare al cinema.
un ottimo esordio, e molto bravi i tre ragazzini.
Davvero un buon film.
Grazie per il tuo parere Poison, mi fa piacere sentirne uno di chi l'ha visto. Come immagini, concordo in pieno, e ti suggerisco, se non l'hao goà fatto, di leggere il libro.
Thank you for being yoou
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