DATA DI USCITA 20 Marzo 2020 versione digitale (prossimamente il
disco fisico, al momento non possibile vista la situazione d’emergenza Covid
19)
L’INTERVISTA
Come è nato Obehi?
Obehi è nato grazie al sostegno di molte persone che hanno creduto in me e nel
mio progetto. Poco più di un anno fa, mentre suonavo come busker per le strade
di Palermo, sono stato fermato da due ragazzi incuriositi dalla mia
interpretazione di Cu ti lu dissi di
Rosa Balistreri. Da questo incontro con Palermo
Festivalè nato un video in cui
interpreto Cu ti lu dissi all’ombra
dello sguardo di Santa Rosalia, rappresentata nella bellissima opera di Igor
Scaglisi Palminteri. Questo video in pochissimo tempo è diventato virale e da
questo bell’incontro ne è nato un altro con una persona senza la quale questo
mio primo disco non avrebbe preso forma: Fabio Rizzo di 800A Records. Fabio si
è interessato alla mia musica e ha deciso di percorrere insieme a me la strada che
ci ha portato a produrre Obehi.
Questo dal lato artistico.
Altro fattore fondamentale per la
nascita di Obehi è stata la raccolta
fondi lanciata sulla piattaforma Produzioni
dal Basso. La raccolta fondi per me è stato un bellissimo traguardo e un
inaspettato successo. Sono grato alle persone che hanno creduto in me e nella
mia musica, senza le quali Obehi non
avrebbe visto la luce.
Perché questo titolo? … per dire, io sono le mie
canzoni?
Obehiè il mio nome
tradizionale e qui in Italia è diventato il mio nome d’arte. L’ha scelto mia
nonna materna e significa “mano d’angelo”. In Africa la famiglia sceglie un
nome tradizionale che viene utilizzato soltanto dai membri della famiglia e
dagli amici più stretti. Ho deciso di intitolare il mio primo album così
principalmente per due ragioni: la prima è perché ho voluto rendere pubblico
qualcosa di così privato per me, come il mio nome tradizionale e donarlo alle
persone che hanno creduto in me e a quelle che avrò il piacere di conoscere. La
seconda è perché non immaginavo di arrivare dove sono ora e credo che tutto
questo sia un dono di Dio, portatomi da una mano d’angelo.
Come è stata la genesi dell’album, dall’idea
iniziale alla sua realizzazione finale?
L’album era un sogno che era nel cassetto da sempre, fin da quando ho iniziato
a suonare in Nigeria, ma come ogni grande desiderio ci è voluto del tempo per
realizzarlo. Ho incominciato a scrivere canzoni da quando sono qui in Italia.
In Nigeria suonavo già il basso e il pianoforte, mentre qui in Italia ho
imparato la chitarra da autodidatta e ho incominciato a cantare. In tre anni
sono passato da fare busking per strada ai concerti fino allo studio di
registrazione di 800A Records, dove ho inciso il mio disco Obehi. Grazie all’interesse di Fabio Rizzo alla mia musica abbiamo
deciso di percorrere questo tragitto insieme, che ha portato alla luce Obehi,
nascita che non sarebbe stata possibile senza il sostegno delle tante persone
che hanno creduto nel mio progetto e hanno finanziato la realizzazione del
disco su Produzioni dal Basso. Per
quanto riguarda le canzoni del disco invece, ho fatto una scelta con Fabio
Rizzo dei miei brani da inserire nell’album, alcuni presenti già da tempo, come
Mama Africa e Non siamo pesci, altri nati durante la realizzazione del disco,
come Mr Oga e altri ancora che hanno
subito una totale trasformazione, come Without
you. Non poteva mancare un tributo a Rosa Balistreri con la sua Cu ti lu dissi. La cantautrice siciliana
mi ha portato fortuna qui in Sicilia e fuori da questa bellissima isola.
Infatti la mia interpretazione di Cu ti
lu dissi in un video girato dai ragazzi di Palermo Festival è diventato virale e mi ha fatto conoscere a molte
persone. Cu ti lu dissi è il mio
portafortuna e non poteva mancare nel mio primo album.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante
la lavorazione di Obehi?
C’è un episodio in particolare che mi rimarrà sempre impresso nella
memoria, una serata in cui io e Fabio Rizzo abbiamo trasformato la mia canzone Without you in un pezzo afro funk. Tutto
è nato con molta naturalezza in un momento di massima creatività, dove ero
andato in studio per registrare il basso e mi sono messo a improvvisare e da lì
è nata la nuova Without you. Fabio
Rizzo per me è stato una fonte preziosa di suggerimenti e soprattutto un amico
con cui condividere momenti d’ispirazione. Quella sera mi sono divertito molto
a sperimentare e a mettermi in gioco.
Se fosse
un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Obehi parla di
me e del mio modo di fare musica. È un album poliedrico, dove uso tutte le
lingue che conosco (Inglese, Pidgin, Esan, Italiano e Siciliano); dove tocco
diversi generi musicali, dall’afro beat di Mr
Oga alla più introspettiva Walaho;
dove racconto attraverso la musica storie del mio vissuto, come in Non siamo Pesci o dove semplicemente
esprimoemozioni provate come in Fly Away o semplicemente voglio lanciare
un messaggio come in Mama Africa o
toccare tematiche di denuncia come in Mr
Oga.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo
del quale vai più fiero dell’intero disco? … che ti piace di più fare live?
Mi piace molto Mr Oga, il mio
primo pezzo afro beat, un pezzo nato di getto, quando già era nata l’idea
dell’album Obehi. Mi diverto molto a
suonarlo e non vedo l’ora di farlo ai miei live, cosa che ancora non è stata
possibile visto il periodo di emergenza che stiamo attraversando. Mi sono
divertito molto a registrarlo e mi sono sentito onorato ad essere presentato da
Seun Kuti in occasione del festival online Musica
che cura organizzato da Django concerti. La famiglia Kuti porta avanti la
tradizione dell’afro beat e il suo valore è riconosciuto a livello mondiale.
Come è stato produrre Obehi? … da
chi aiuti maggiori?
Vedi la risposta alla terza domanda.
Copertina molto esplicita nel messaggio … il
mare, e tu. Come è nata? Chi l’ha realizzata?
La copertina del disco è stata realizzata da Vincenzo Guerrieri per 800ARecords e la grafica del titolo è opera
dello studio Pica. Se si osserva
bene, la scritta Obehi realizzata dallo studio Pica racchiude diversi simboli
che mi rappresentano e sono in qualche modo oggetti chiave anche del disco: nella lettera B c’è la W di West Africa, da dove provengo, nella lettera E la
rosa dei venti e la barca, simbolo del viaggio che mi ha portato qui in Italia,
nella lettera H invece c’è una maschera che richiama la maschera dell’Edo State,
parte della Nigeria da dove provengo e l’immancabile sagoma di una chitarra.
Come presenti dal vivo il disco?
La presentazione del disco purtroppo non è ancora avvenuta, vista la
situazione d’emergenza che stiamo vivendo. Se immagino il mio primo concerto
per la presentazione del disco, lo immagino come un viaggio attraverso me
stesso, un momento di incontro con la mia musica e spero di poter sprigionare
emozioni forti.
Gran piacere ospitare in palude Chris Obehi, musicista nigeriano che vive a Palermo, dopo essere dovuto fuggire dal suo paese 4 anni fa, arrivando in Italia dopo il viaggio sui barconi che tutti ben conosciamo da immagini tv/web/giornali, mentre lui ha vissuto direttamente. Come il famigerato carcere in Libia.
Per fortuna lui è riuscito a sbarcare, e a Palermo ha trovato chi l'ha aiutato a coltivare la sua passione per la musica, che già aveva in Nigeria, e arrivare a questo magico esordio.
Menzione speciale a Fabio Rizzo di 800A Records, che l'ha "scoperto", con il suo infallibile fiuto, che qui in palude ben conosciamo per molti altri "suoi" artisti qui ospitati ...
Grande artista anche Chris Obehi, che con queste nove canzoni, cantate in diverse lingue (inglese, dialetto esan, siciliano e anche in italiano) ci delizia e racconta tante cose da tenere a mente.
Difficile, molto difficile dire un pezzo rispetto a un altro, sono tutte perle trovate nel mare, dove è stato, come ci racconta nella struggente perla finale Non siamo pesci, grido di dolore struggente, ennesimo appello a restare umani.
Mama Africa? Intenso voce/chitarra, che sembra un classico del pop-rock (con venature folk) internazionale anni 60/70 ...cantata in inglese, è una canzone che parla della terra di Obehi, della colonizzazione subita e delle migrazioni conseguenti.
Mr Orga? Cantata in pidgin, una lingua che unisce africani di diverse nazioni, tratta il tema degli abusi di potere. Afrobeat dal gran ritmo ... i fiati e la sua splendida voce per un pezzo dinamico, divertente e impegnato.
Without you? Gran intensità per un ballabile, molto anni '80, senza dimenticare l'anima (soul) anni '60. Parla dell'amore a distanza, cosa sperimentata da molti in questo periodo di covid19, ma che ha un senso diverso ...
Insomma, faccio prima a dire che mi piaccioni tutte, Obehi è un disco che va ascoltato più e più volte, non stanca mai ... anzi, può diventare una droga. Simpatica e potente, parola d'Alligatore 😉.
Critico rock del web. Pacifista integrale.
Collaboratore del sito della nota agenda
Smemoranda dalla lontana estate del 2003 e del Frigidaire cartaceo dall'autunno 2009. Dall'aprile 2017 collabora anche con Il Nuovo Male, e dall'estate del 2017 con il portale I Think Magazine, dall'autunno 2018 con MeLoLeggo.it. A gennaio 2018 fonda con Elle il sito L'ORTO DI ELLE E ALLI . Metà veneto, metà altoatesino (la mamma è dello stesso paese di Lilli Gruber), è nato nei primi anni Settanta, il giorno del compleanno di Jack Kerouac.
10 Commenti:
Gran piacere ospitare in palude Chris Obehi, musicista nigeriano che vive a Palermo, dopo essere dovuto fuggire dal suo paese 4 anni fa, arrivando in Italia dopo il viaggio sui barconi che tutti ben conosciamo da immagini tv/web/giornali, mentre lui ha vissuto direttamente. Come il famigerato carcere in Libia.
Per fortuna lui è riuscito a sbarcare, e a Palermo ha trovato chi l'ha aiutato a coltivare la sua passione per la musica, che già aveva in Nigeria, e arrivare a questo magico esordio.
Menzione speciale a Fabio Rizzo di 800A Records, che l'ha "scoperto", con il suo infallibile fiuto, che qui in palude ben conosciamo per molti altri "suoi" artisti qui ospitati ...
Grande artista anche Chris Obehi, che con queste nove canzoni, cantate in diverse lingue (inglese, dialetto esan, siciliano e anche in italiano) ci delizia e racconta tante cose da tenere a mente.
Difficile, molto difficile dire un pezzo rispetto a un altro, sono tutte perle trovate nel mare, dove è stato, come ci racconta nella struggente perla finale Non siamo pesci, grido di dolore struggente, ennesimo appello a restare umani.
Mama Africa? Intenso voce/chitarra, che sembra un classico del pop-rock (con venature folk) internazionale anni 60/70 ...cantata in inglese, è una canzone che parla della terra di Obehi, della colonizzazione subita e delle migrazioni conseguenti.
Mr Orga? Cantata in pidgin, una lingua che unisce africani di diverse nazioni, tratta il tema degli abusi di potere. Afrobeat dal gran ritmo ... i fiati e la sua splendida voce per un pezzo dinamico, divertente e impegnato.
Walaho? Intenso voce/chitarra, che sembra un Paul Simon d'annata, per racconta alla maniera di Obehi, il legame tra madre e figlio ...
Without you? Gran intensità per un ballabile, molto anni '80, senza dimenticare l'anima (soul) anni '60. Parla dell'amore a distanza, cosa sperimentata da molti in questo periodo di covid19, ma che ha un senso diverso ...
Insomma, faccio prima a dire che mi piaccioni tutte, Obehi è un disco che va ascoltato più e più volte, non stanca mai ... anzi, può diventare una droga. Simpatica e potente, parola d'Alligatore 😉.
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