giovedì 14 maggio 2020

In palude con i Maya Mountains

NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO 
GENERE Heavy stoner, psych
DOVE ASCOLTARLO Spotify, Bandcamp, Youtube
LABEL Godown Records
PARTICOLARITA’ Maya Mountains è la particolarità
CITTA’ Venezia
DATA DI USCITA 17/04/20
L'INTERVISTA

Come è nato Era?
Il disco nasce da spunti che avevamo avuto durante il tour di Hash & Pornography e da lunghe jam sessions che abbracciano larco di quasi 10 anni.
Come mai questo titolo? Cosa vuole significare? …
Il titolo ci è venuto in mente in studio di registrazione, probabilmente scherzando sul fatto che per i Maya era passato parecchio tempo da quando erano entrati in studio per registrare il primo disco… e poi perché si accostava bene al concept su cui avevamo costruito le trame delle canzoni.
Come è stata la genesi dell’album, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Come detto prima avevamo tanto materiale su cui lavorare nato durante il tour e continuavano ad arrivare idee dalle jam che facciamo da sempre.
C’è da dire che ognuno di noi ha esplorato strade nuove, cimentandosi su progetti paralleli e collaborazioni, senza mai allontanarsi dal progetto Maya e portando in sala prove idee nuove e arricchendo il bagaglio comune.
Abbiamo voluto introdurre suoni e strumenti nuovi, sperimentare con le voci e lavorare alle strutture delle singole canzoni con più attenzione rispetto all’album desordio.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
Il disco sebbene abbiamo avuto una lunga gestazione è stato realizzato in meno di cinque giorni, non sono mancati comunque episodi particolari. Uno su cui tutti, una testata del 69 a metà registrazioni ha letteralmente preso fuoco facendo scattare lallarme antincendio… questo ci è costato una giornata persa perché non riuscivamo a spegnerlo!
Lallarme però ci è rimasto! è possibile sentirlo alla fine di un brano.
Se  fosse un concept-album su cosa sarebbe? … anche a posteriori? O forse no? …
Era è un concept album. È la storia di Enrique Dominguez, un vagabondo che dopo un salto nel tempo atterra nel deserto in un mondo ormai sconosciuto, si punge con un cactus per avere delle allucinazioni e piomba in una città disabitata. Al di là delle mura ci sono delle oscure presenze, dei minotauri e dei cerberi che lo tentano per bere il suo sangue. In cima alla torre sacra parla con uno stregone che con una maschera da gatto recita delle preghiere e così lo fa volare attraverso le costellazioni dello spazio infinito dove per sempre orbita fra le galassie e le polveri stellari.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri di Era ? … che vi piace di più fare live?
Difficile rispondere a questa domanda. Il disco è una selezione accurata di circa una ventina di brani, gli esclusi per ora rimangono nel cassetto. Certi brani li preferiamo perché lenti e pesanti, altri sono diretti e incazzati come nel primo lp, poi abbiamo proposto qualcosa di simile a ballad e anche uno strumentale.
Come è stato produrre artisticamente il disco con GoDownRecords?
Con Godown ci siamo sempre trovati molto bene. È un rapporto fondato sull’'amicizia e sulla libertà artistica. Dapprima seguivamo le band da spettatori, poi ci siamo ritrovati a far parte della grande famiglia, e col passare del tempo siamo diventati uno dei gruppi più longevi della scuderia”.
Copertina senza tempo, da classico di tutti i tempi. Come è nata? Chi l’autore?
La copertina è stata autoprodotta ma il grosso del merito va ad Ale (bassista) che è riuscito a cogliere le idee della band e a creare limmagine perfetta per un concept album dove il titolo risulta quasi un elemento secondario.
Limmagine di copertina è così forte, secondo il nostro punto di vista, che non aveva bisogno di titolo o di intestazione.
Come presentate dal vivo il disco?
Dal vivo la band proporrà qualche brano storico dal primo lp, gran parte dei brani del disco e qualche anticipazione delle nuove composizioni, perché i Maya sono una band sempre proiettata nel futuro!
Altro da dichiarare?
Ritornare dopo tanto tempo con questo progetto e constatare linteresse e lapprezzamento del pubblico ci riempie il cuore. Ringraziamo tutti quanti seguono e sostengono il vero underground e ci diamo appuntamento ai prox live.

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9 Commenti:

Alle 14 maggio 2020 alle ore 22:16 , Blogger Alligatore ha detto...

Gran disco massiccio, di un rock granitico che racconta una storia psichedelica.

 
Alle 14 maggio 2020 alle ore 22:18 , Blogger Alligatore ha detto...

Quella di Enrique Dominguez, un vagabondo che dopo un salto nel tempo atterra nel deserto in un mondo ormai sconosciuto, si punge con un cactus per avere delle allucinazioni e piomba in una città disabitata ...

 
Alle 14 maggio 2020 alle ore 22:21 , Blogger Alligatore ha detto...

Dieci pezzi, divisi in LATO A e LATO B, perchè stiamo parlando di un vinile, come da ottima abituinde di casa Godown Records ... benemerita label veneta che sta costrunedo, disco dopo disco un catalgo incredibile.

 
Alle 14 maggio 2020 alle ore 22:32 , Blogger Alligatore ha detto...

Dieci pezzi che sembrano un pezzo unico, tra i quali è difficilissimo decidere.

 
Alle 14 maggio 2020 alle ore 22:32 , Blogger Alligatore ha detto...

Quale dico, se proprio devo dirne uno?

 
Alle 14 maggio 2020 alle ore 22:35 , Blogger Alligatore ha detto...

Enrique Dominguez che apre il disco è ovviamente imprescindibile.
Apre la strada in modo pestante e acido.

 
Alle 14 maggio 2020 alle ore 22:40 , Blogger Alligatore ha detto...

Ma anche Vibromatic, è un gran pezzo... che vale il disco: muri di suono, un cantato ipnotico, il rullare dei tamburi per una vera e propria cavalcata psichdelica.

 
Alle 14 maggio 2020 alle ore 22:44 , Blogger Alligatore ha detto...

Ma anche El Toro, dondolante, dilatata/dilatante, che resta a lungo nei nostri padiglioni auricolari per la ricchezza del suono, il cantato hard, senza tempo, corale, maledetta, rombante ...

 
Alle 14 maggio 2020 alle ore 22:46 , Blogger Alligatore ha detto...

Ma tutto, tutto il disco ... come avrete capito è un concept, acido, maldetto Heavy Stoner ... tanti anni sono passati dal primo loro disco, ma a quanto pare i Maya Mountains non sono stati con le mani in mano.

 

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