Ultimo tango a Parigi compie 50 anni, come me che gli ho fatti mesi fa,
ma non mi sembra una gran cosa come avrei pensato. Non parlo dei miei,
almeno non qui, parlo del tempo che passa, della distanza siderale da
quel mitico 1972, quando probabilmente c'era la neve (anche quando sono
nato io, in marzo, c'era la neve). Sono cambiate molte cose da allora,
sarà banale dirlo: un film di una radicalità come quello girato a Parigi
da Bernardo Bertolucci con Maria Schneider e Marlon Brando, oggi non lo
vedo possibile. Manco Luca Guadagnino, forse il nostro cineasta vivente
più coraggioso, riuscirebbe a farlo, e se lo facesse nessuno lo
bloccherebbe.
Sì, perché è bene dirlo, Ultimo tango a Parigi venne condannato al rogo, come le streghe (se ne salvarono giusto tre copie). Ne usciva, secondo i giudici, una figura di donna libera e disinibita,
edonista, che non si poteva vedere. C'era stato il Sessantotto e i
Sessantanove, la ribellione, la fantasia al potere, una sinistra autentica
sempre in piazza, che voleva cambiare la società dei consumi. Forse
proprio spinta dai consumi, ma chissenefrega? Lo faceva, non come oggi.
Ultimo tango a Parigi era un gran film, io sono riuscito a
vederlo negli anni Ottanta, quando venne riabilitato. Non l'ho più
rivisto da allora e forse non lo rivedrò più. Mi basta ricordare quella
fotografia nebbiosa, quella Parigi città mondo liberata dal '68,
l'attore americano ribelle in un film d'autore europeo, la giovane
attrice francese bella come il peccato, nuda in quella stanza da bagno,
quei suoi peli pubici diventati emblema di un'epoca, la musica jazz
della colonna sonora... la scena del burro, che adesso fa anche ridere
ma allora fece scalpore.
Tutti la citavano, pareva sta gran cosa...
Forse non è il più bel film di Bernardo Bertolucci (Novecento
atto I e II lo supera), ma è il più emblematico, quello più
citato, ricordato, passato alla Storia non solo per i suoi meriti filmici, ma
per una questione giudiziaria: nel libero occidente condannato al rogo.
Etichette: Bernardo Bertolucci, Cinema, Cultmovie, Film, Maria Schneider, Marlon Brando, Novecento, Parigi, politica, Sessantanove, Sessantotto, Sesso, Sesso e politica
11 Commenti:
Un film storico, ingiustamente censurato.
Sì, Cavaliere, concordo...
E nonostante l'ingiusta censura è nella Storia (non solo del Cinema)
Lo vidi in cassetta, al cinema mai. Non ricordo con che giornale fosse uscito, lo guardai più volte, anche se mai tante quanto '900 1+2 che è tuttora il primo film che mi viene in mente se mi chiedono quale sia il mio preferito, poi il lettore vhs si ruppe e la cassetta rimase li sulla libreria inutilizzata. A maggio 2000 è incappata nel grande repulisti che i traslochi impongono e ora non la ho più. Forse se non fosse incappato nella censura ce lo ricorderemmo meno, o forse no, sicuramente l'esserne stato colpito ha influito sulla sua percezione e la sua storia è ora inscindibile dall' opera.
Altro grande censurato Salò, ma quello non lo ho mai visto. Non so se avesse subito o meno anche quello l'ordine di distruggerne le copie, ma sicuramente l'ostracismo ha pesato molto più severamente su quello che su Ultimo Tango, tant'è che non se ne sente quasi mai parlare.
Sì, anche io l'ho visto solo in tv, quando lo liberarono negli anni Novanta mi pare. Forse poi l'ho rivisto una o due volte, non di più. Sì, se non fosse stato censurato, bruciato, portato in tribunale, sarebbe uno dei film di Bertolucci Bernardo (che è già molto), ma forse non il suo migliore, anche se le classifiche lasciano il tempo che trovano. Novecentolo amo di più, anche perché ho avuto il privilegio di vederlo al cinema, in un festival (atto I e atto II tutto insieme), ed è stata una bella esperienza, uno dei pomeriggi spesi meglio della mia vita. Anche Salò, che amo molto, l'ho visto al cinema, di recente. Quello è stato un'esperienza dura, non semplice, anche se lo ritengo un film da vedere, tra i migliori di Pasolini e non solo... mi piace molto per tanti motivi. Non ricordo fosse stato messo al rogo, ma Salò è entrato nella Storia d'Italia e anche nella cronaca nera. Proprio di oggi la notizia, che sembra che Pasolini, quella brutta notte che lo massacrarono, fosse andato a riprendersi delle pizze del film rubate da malavitosi, e da lì l'assassinino (notizia di oggi sentita alla radio, ovviamente da verificare... probabile, ma non credo fosse l'unico movente, c'era qualcosa di politico, per quello che Pasolini rappresentava per il potere).
Gran film, indimenticabile per me la scena in cui lei dice di non conoscerlo.
Già, gran film, indimenticabile per molte scene...
Marlon Brando forse è il miglior attore mai esistito, anche se
Al Pacino e De Niro sono alla sua altezza.
Per caso su Cinema di Sky ho visto che davano il film
"L'ultimo tango a Parigi".
Non l'avevo visto e mi ha incuriosito.
Il film è stato restaurato magnificamente e dal 2018 è
di nuovo nelle sale cinematografiche.
Sapete che per questo film qualcuno è finito in carcere.
Dopo diverse traversie l'ultimo tango è stato sdoganato.
Ebbene, devo dire che si tratta di un film didascalico.
L'incontro di un uomo e una donna che vivono
una storia esclusivamente di sesso, senza amore,
non può che finire tragicamente.
La storia finisce con la donna che ammazza l'amante focoso.
Il film è passato alla storia. Occupa il quarantottesimo posto
nella classifica dei 100 film di tutti i tempi.
Io non l'ho mai visto e ne ho sentito parlare sempre come qualcosa si scandaloso. Sicuramente fanno riflettere le dichiarazioni della Schneider, che non fanno onore a Brando e Bertolucci. Forse è questo uno dei motivi che mi spinge a non guardarlo.
@Gus
Sicuramente è un mito e come Pacino, De Niro, mi pare Hoffman e molti altri (James Dean su tutti) è uno degli attori del metodo Stanislavskij, che tanto successo e seguito ha avuto. Sì, so che Ultimo tango a Parigi è stato portato in tribunale e condannato al rogo, e che allo stesso Bernardo Bertolucci sono stati tolti i diritti civili, tipo votare (mi pare per 5 anni). Non lo vedo da anni, dalla prima sua liberazione, mi piacerebbe vederlo al cinema, ma non credo la morale del film sia che fare del sesso senza amore porti alla morte, ma sia una storia di liberazione femminile, tipica di quel periodo. Lo dico così, per istinto, senza avere approfondito, dovrei rivederlo. Ma sai, ognuno ci vede quello che la propria impostazione insegna. Grazie per il contributo.
@Caterina
Sì, ne ho sentito parlare, e mi spiace. Paradossale che un film sulla liberazione della donna, e condannato per la sua libertà, per il suo edonismo (così dalla sentenza), abbia avuto uno strascico così, anche se anni dopo... lo scandalo era per il sesso esibito, per certe scene molto audaci per l'epoca. In realtà è un film poetico, artistico, sì, edonista... potrebbe piacerti, ma posso capire.
Non ho citato James Dean perché lo escludo da ogni classifica. Lui ha cambiato il tipo recitazione. Parla anche con i movimenti e con la schiena voltata verso lo spettatore.
La storia di liberazione è evidente, ma il film diventa didascalico quando boccia il sesso senza amore. Non diventerà mai una unione per sempre. Alla fine, stanca.
Sì, James Dean è mito sopra tutti, credo che Marlon sia a lui vicino (ma tutti i pochi film di Dean, sono mitici, cult, pezzi della Storia del Cinema memorabili, mentre non tutti quelli fatti da Brando lo sono...).Sì, in questo, sesso senza amore, non può essere per sempre.
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