Making Monsters è nato dall'incontro con Nicholas
Remondino con cui avevo fatto un po' di concerti in trio con il contrabbassista
Michele Anelli a Torino nell'ambito del festival Noise Delivery, festival di musica improvvisata che si tiene soprattutto
al Cafè des arts e in altre location
sempre a Torino.
Con
Nicholas Remondino, vista la sintonia che abbiamo avuto, si è pensato di
trovarci a provare di fare qualcosa in duo. Inizialmente abbiamo improvvisato
liberamente ripromettendoci di approfondire il progetto. Poi tutto è rimasto
un'idea visti i rispettivi impegni che ci impedivano di concretizzare le idee
che si erano sviluppate nel nostro incontro.
Perché
questo titolo? … che significa?
Making Monsters è un titolo che mi è venuto in mente
scrivendo i pezzi per l'album. Scrivendo mi sono reso conto che stavo scrivendo
delle cose difficilmente definibili e che, in fondo erano degli spazi,
circoscritti ma estremamente liberi, in cui riversare tutte le nostre
esperienze e che ci avrebbero portati in territori ignoti. E quindi la parola
"mostri" descrivesse perfettamente, con una buona dose di umorismo
che mi accompagna quotidianamente e non mi abbandona mai, le forme musicali che
stavano vedendo fuori. Il titolo me lo ha suggerito poi la mia grande passione
per i Ramones, gruppo fondamentale per me e creatori di grandi
"mostriciattoli", e per il punk inteso come attitudine. In questa
ottica questo è un disco fortemente punk. Mi è stato suggerito da una loro
splendida canzone che ha come titolo Making
Monsters for my Friends. Ed è proprio quello che ho fatto, costruire
"mostri " musicali per i miei amici, anche quelli che non incontrerò
mai.
Qualche
episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di Making Monsters?
Durante
la lavorazione dell'album gli episodi particolari sono stati dettati
dall'atteggiamento che abbiamo avuto sempre, appunto molto punk; atteggiamento
che trovo molto affine alla filosofia jazz. E cioè la grande libertà che
abbiamo tenuto nell'approcciarsi al materiale scritto. Come l'idea di Nicholas
di lasciarmi in solitudine nel pezzo Susanoo
No Mikoto, inizialmente pensato in duo o l'idea di Filippo Cosentino di
usare una chitarra elettrica in C. A parte
il clima di estremo relax e armonia che ha regnato per tutti i giorni di
lavoro.
Se
fosse un concept-album su cosa sarebbe?
… tolgo il fosse?
Come
spesso accade uno capisce cosa sta facendo appunto facendolo. E in fondo questo
è un concept che parla di tutti i "mostri ". È un album dedicato a
tutti gli irregolari, tutti gli storti, tutti gli esclusi, tutti gli scartati
che per atroce "comodità " la società "per bene " chiama
mostri, senza approfondire o sforzarsi di comprendere.
C’è
qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero dell’intero
disco? … che ti piace di più fare live?
La
domanda più difficile. Come si fa a scegliere tra i propri figli? Certo ci sono
cose che ascoltando mi sembrano più compiute. Ma lascio all'ascoltatore la
libertà di scegliere senza influenze da parte mia. Certo i pezzi dedicati alle
donne della mia vita, mia figlia e mia moglie, S. e C., mi toccano
più profondamente
A
produrre Making Monsters Ipogeo
Records. Come mai con loro? Come vi siete incontrati e piaciuti?
Con
Ipogeo è stato un colpo di fulmine. Etichetta appena nata, con una voglia di
ricerca non comune. È rarissimo che un'etichetta, soprattutto appena nata, ti
dia la massima e totale libertà espressiva senza condizionamenti, segno di
grande coraggio, e che intervenga solo se richiesto. Anche questo è molto punk.
Copertina
bella gialla, di forte impatto con quel disegno. Come è nata? Chi l’ha
realizzata? La
realizzazione è opera del settore grafico di Ipogeo.
Come
presenti dal vivo il disco?
Il
disco dal vivo sarà presentato in tutta la sua essenza. Grande libertà e
avventura. Partendo dalla scrittura ci faremo portare dalla musica, dalle
nostre idee e da quello che succederà di volta in volta, anche guidati dal
pubblico che parteciperà, speriamo attivamente, a quello che accadrà.
Altro
da dichiarare?
Vorrei
aggiungere un enorme abbraccio ai miei compagni di avventura. Nicholas
Remondino che ha perfettamente inteso ciò che avevo in testa e con grandissima
maestria ha fatto si che i concetti, fin troppo teorici che avevo proposto
diventassero musica. Nicholas è un grandissimo musicista che, anche se
giovanissimo, ha una maturità e un'esperienza fuori dal comune. Spero di
continuare a lavorare a lungo con lui. Un gigantesco grazie a Filippo
Cosentino, che ha registrato magistralmente l'album, e che è intervenuto in tre
brani comprendendo e interpretando fantasticamente le mie indicazioni spesso
folli. E, se posso, vorrei ringraziare una persona fondamentale nella mia vita
di musicista e non solo, che non ho ringraziato nelle note di copertina per un
po' di pudore. E cioè Carlo Actis Dato, per me Maestro e, in qualche modo,
fratello maggiore con cui collaboro da più di vent'anni e senza il quale tutte
le note uscite dai miei sassofoni probabilmente non sarebbero mai uscite.
Questo disco è anche per lui che mi ha insegnato ad amare i "mostri "
fuori e dentro di me.
Un disco dalla gialla copertina, suonato da lui (sassofono, tenore, contralto e soprano) con la batteria di Nicholas Remondino. Ospite speciale in tre brani del progetto è il chitarrista Filippo Cosentino con la chitarra classica e chitarra baritona, già passato spesso qui in palude.
Tra i miei pezzi preferiti, anche se è difficile scegliere, direi il free jazz impegnato politicamente di Alì Bomayè, dedicato al grande Mohamed Ali... stupenda.
Come è stupenda J.J. omaggio al musicista Joseph Jarman, grande sassofonista e clarinettista scomparso lo scorso anno (bei dialoghi con la chitarra di Filippo Cosentino).
Grande dialogo invece con la batteria in Glavny, stazione ferroviaria di Novosibirsk, dove comincia la transiberiana. Un pezzo dedicato a un luogo che l'ha colpito particolarmente.
Ma ripeto, è un disco tutto da ascoltare (in fondo vi ho messo pure la possibilità di ascoltarlo tutto su youtube, oltre al solito link sopra, a spotify). Fatelo!
Critico rock del web. Pacifista integrale.
Collaboratore del sito della nota agenda
Smemoranda dalla lontana estate del 2003 e del Frigidaire cartaceo dall'autunno 2009. Dall'aprile 2017 collabora anche con Il Nuovo Male, e dall'estate del 2017 con il portale I Think Magazine, dall'autunno 2018 con MeLoLeggo.it. A gennaio 2018 fonda con Elle il sito L'ORTO DI ELLE E ALLI . Metà veneto, metà altoatesino (la mamma è dello stesso paese di Lilli Gruber), è nato nei primi anni Settanta, il giorno del compleanno di Jack Kerouac.
10 Commenti:
Questa sera Jazz in palude, con Giuseppe Di Filippo e il suo Making Monsters. disco dedicato ai propri mostri, in senso simpatico ...
In senso simpatico e punk, come capirete leggendo l'intervista (il titolo prende ispirazione da Making Monsters for my Friends dei Ramones.
Un disco dalla gialla copertina, suonato da lui (sassofono, tenore, contralto e soprano) con la batteria di Nicholas Remondino. Ospite speciale in tre brani del progetto è il chitarrista Filippo Cosentino con la chitarra classica e chitarra baritona, già passato spesso qui in palude.
Tra i miei pezzi preferiti, anche se è difficile scegliere, direi il free jazz impegnato politicamente di Alì Bomayè, dedicato al grande Mohamed Ali... stupenda.
Come è stupenda J.J. omaggio al musicista Joseph Jarman, grande sassofonista e clarinettista scomparso lo scorso anno (bei dialoghi con la chitarra di Filippo Cosentino).
Grande dialogo invece con la batteria in Glavny, stazione ferroviaria di Novosibirsk, dove comincia la transiberiana. Un pezzo dedicato a un luogo che l'ha colpito particolarmente.
Come Gondar, ancora con Filippo Cosentino, per un pezzo intenso e corale dedicato alla città Etiope.
Ma ripeto, è un disco tutto da ascoltare (in fondo vi ho messo pure la possibilità di ascoltarlo tutto su youtube, oltre al solito link sopra, a spotify). Fatelo!
Bravo Giuseppe!
Ciao Adri ... sì, bravo Giuseppe!
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