mercoledì 18 marzo 2020

Serata meditazione #iorestoacasa

La nostra seconda serata a tema è stata di meditazione. Credo che ci sia un gran bisogno di meditare in questo periodo (non solo in questo periodo a dire il vero). In questi giorni di coronavirus, con gente ammalata nei paesi e nelle città, grave o meno, con morti, vedo sempre molta confusione. I mezzi di comunicazione si sono allargati a dismisura, proprio per tentare di accorciare le distanze. Ci sono molte dirette su FB, su INSTAGRAM,  su YOUTUBE. Proprio su questo mezzo abbiamo iniziato la serata di meditazione, facendo, molto semplicemente, meditazione.

Elle ama molto la pratica yoga, io la guardo ammirato per i progressi che ha fatto negli ultimi anni, esercitandosi da sola. Molto ha imparato dal web, grazie anche a La Scimmia Yoga, una brava insegnante di Yoga che spiega in modo molto semplice come fare questi esercizi. Lo fa sul suo canale YOUTUBE. In diretta, qualche sera fa a proposto, alle 18,00 una seduta di meditazione, per rilassarsi e cercare di portare energia positiva in questo periodo molto negativo. Con il suo compagno, che aveva in braccio un simpatico e rilassatissimo micione (credo che i gatti ne sappiano molto di yoga), ci ha guidati in questo "esperimento". L'ho trovato molto divertente, alla fine Elle e io abbiamo sorriso, e non ci capita spesso in queste settimane. QUI il suo canale YOUTUBE.
Dopo cena, due film in tema, due film dal sapore orientale, che ho proposto io. Il primo è stato La Macchia Mongolica, di Piergiorgio Casotti. Si tratta di un documentario, che è anche un libro e prima un disco, sul viaggio in Mongolia di Massimo Zamboni. Più che un viaggio, direi tre, nel senso che nel libro vengono raccontati tre viaggi in Mongolia. Il primo nel 1996, fatto da Zamboni con Giovanni Lindo Ferretti e tanti altri del gruppo degli allora CSI, poco prima di concepire il loro disco più noto, cioè Tabula Rasa Elettrificata. Un viaggio ispiratore non solo per lo storico album, ma anche per fare una figlia con la compagna di vita di Massimo. Una figlia, Caterina, nata poi con la macchia mongolica, cioè una specie di voglia sul coccige, che scompare poco dopo. Da artista sensibile quale è, Massimo ha saputo costruirci sopra un altro viaggio, con relativo diario, vent'anni esatti dopo il primo, al compimento del diciottesimo anno di età di Caterina (questa volta con lei e la moglie/madre). Questo viaggio occupa la prima parte del documentario. Un viaggio senza tempo, in un territorio mitico, raccontato da Marco Polo a Terzani. La patria di Gengis Khan, un paese ricco di contraddizioni, colori, odori. Vediamo la famiglia Zamboni su di un furgoncino di fabbricazione sovietica, che sobbalza su strada dissestate in paesaggi immensi. Un racconto che sembra un filmino di famiglia, quanto è intimo, quasi timido. Forse è il modo giusto di entrare in contatto con questa popolazione ospitale, dentro le loro abitazioni, che sono tende dove si cucina in grandi pentoloni (purtroppo non sono vegani), si dorme, si parla ... 
Il terzo viaggio è quello di Caterina, da sola. Il suo racconto occupa la parte finale del film. Si era aperto con gli Appennini, dove la famiglia Zamboni vive nella propria azienda agricola, e si chiude in Mongolia, dove la ragazza ha trovato un altro luogo dell'anima. Un legame sentimentale tra questi luoghi e i boschi emiliani. Un film veramente intimo, da vedere. Vi consiglio di andare su QUESTO SITO per avere tutte le info del caso. La colonna sonora, anch'essa intima, è ovviamente del mio CCCP/CSI preferito: Massimo Zamboni.
Il terzo film della serata, per  rimanere in tema, è stato Sette anni in Tibet di Jean-Jacques Annaud (Usa 1997). L'ho proposto sempre io, e faccio autocritica. Una delusione, un polpettone hollywoodiano con Brad Pitt biondo platino, stile Austria 1939 (pessima annata). Interpreta lo scalatore austriaco Heinrich Harrer, pieno di sé, protagonista di un'impresa alpinistica sfortunata sull'Himalaya. Oltre a non raggiungere la vetta, il gruppo tedesco verrà fatto prigioniero dagli inglesi, e Harrer, dopo una rocambolesca fuga, girerà per il Tibet insieme all'amico Peter. Incontrerà e farà amicizia con il Dalai Lama bambino, dopo essere entrato nel suo territorio proibito, assisterà all'arrivo drammatico dei cinesi, ritornando in patria con una serie di avventure raccontate poi in un libro. Il film è l'infedele trasposizione di quel libro. Da spettatore del festival del cinema della montagna di Trento, ho visto moltissime pellicole migliori di questa. C'est la vie, come insegna la meditazione: la vita è fatta di cose belle e cose brutte, momenti buoni e altri cattivi, come certi film, come Sette anni in Tibet.  

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13 Commenti:

Alle 19 marzo 2020 alle ore 00:02 , Blogger Ernest ha detto...

anche io da qualche mese ho inziato a praticare meditazione...

 
Alle 19 marzo 2020 alle ore 00:13 , Blogger Alligatore ha detto...

Bravo, ha senguito il mio consiglio di inzio anno 😁.
Scherzi a parte, se ti interessa lo yoga, segui il link che ho messo ... e guarda il film La Macchia Mongolica per rimanere in tema.

 
Alle 19 marzo 2020 alle ore 11:44 , Anonymous accadebis ha detto...

La meditazione è utile, è importante, serve a rinforzare sé stessi nel profondo. La prima volta che ho fatto meditazione avevo 17 o 18 anni, oggi ho 60 anni e in tutto questo lasco di tempo ho fatto tanta meditazione anche in centri specializzati (oltre a gestire per 13 anni una libreria in un centro di filosofia indiana).

In primo luogo è come risvegliare un muscolo che non hai mai usato e si è atrofizzato. Poi, proseguendo due o tre volte a settimana per almeno 10 0 15 minuti, senti e percepisci che la meditazione che fai (giorno dopo giorno) entra anche nella tua vita: ti dona calma, tranquillità, pienezza di te stesso, lucidità. Riesci a vedere la vita da più angolazioni. Anche l'alimentazione è importante. Tenendo conto che non mangi carne il tuo organismo reagisce meglio alle energie interiori...ci sarebbe ancora tanto da dire.

Scusa se te lo dico, forse sei stato un po' severo con il film "Sette Anni in Tibet". E' vero che Brad Pitt (il divo) nel film esce da una tempesta di neve a 5000 metri e non ha neanche un capello fuori posto però il film ha un suo valore. Vengono spiegati molto bene i rapporti fra i due Europei Heinrich Harrer e Peter Aufschnaiter (che non dimentichiamolo erano pur sempre due ufficiali di un corpo speciale delle SS) con i tibetani. Nel libro Harrer spiega meglio che nel film (e questa è la pecca del film) che aveva aderito al Terzo Reich per opportunismo. Quando i due arrivano a Lasha fanno un cambiamento radicale: passano dal Terzo Reich al buddismo tibetano, abbandonano il loro passato. Peter Aufschnaiter (agronomo e studioso della natura) dopo il Tibet rimase in Asia per tanti anni prima in Nepal e in India aiutando la popolazione locale in vari modi.

Un salutone e alla prossima

 
Alle 19 marzo 2020 alle ore 19:16 , Anonymous Enri1968 ha detto...

Massimo Zamboni è un grande autore,mi piace molto per la sua intelligenza e sensibilità. Ho tutti i suoi album per dire. Quest'opera è in nota d'acquisto. Spero di vedere anche il documentario.

 
Alle 19 marzo 2020 alle ore 22:47 , Blogger Alligatore ha detto...

@accadebis
Ciao amico, mi sorprendi sempre piacevolmente con questi commenti sull'argomento meditazione/yoga/oriente, e si capisce che è buona parte della tua vita. Certo, ci sarebbe tanto da dire ... io non l'ho mai fatta/studiata, inizio ufficialmente a gennaio 2020, anche se penso di essere un meditativo/istintivo. Già, il fatto di essere vegetariano, anche se solo da un anno forse mi aiuterà di più. Sono sempre più convinto che sia la strada giusta, per guarire i mali della terra, tra i quali il coronarico, per me nato e diffuso dall'inquinamento e da una cultura violenta e competitiva. Sul film hai fatto bene a intervenire, spiegando meglio di me il perché di molte critiche negative (in relazione al libro, tra l'altro, che io non ho letto). Mi fa piacere che hai chiarito, direi che posso sottoscrivere. Cerca di vedere/leggere anche la cosa della famiglia Amboni, credo ti piacerà.
@Enri1968
Sì, è vero, per me è uno dei più grandi intellettuali rock che abbiamo ... l'ho anche intervistato, e sarà a breve online sul sito di Smemo l'intervista (che poi in parte metterò anche qui). Per questo ho visto in anteprima il documentario, che spero sia presto visibile (si parla di fine marzo) in streaming, da vedere insieme alla lettura del libro e ascolto del disco/colonna sonora.

 
Alle 20 marzo 2020 alle ore 09:20 , Blogger Cavaliere oscuro del web ha detto...

Non male lo yoga, soprattutto in questi giorni.
Serena giornata.

 
Alle 20 marzo 2020 alle ore 16:15 , Blogger Alligatore ha detto...

Sì, Cavaliere Oscuro del Web, non male, non male 😳!

 
Alle 20 marzo 2020 alle ore 23:24 , Blogger marcaval ha detto...

Ottima la serata di meditazione! Io mi sto dedicando soprattutto a foto e libri senza disdegnare le bottiglie di rosso che ho in cantina! :-)

 
Alle 20 marzo 2020 alle ore 23:40 , Blogger Alligatore ha detto...

Anche qui le bottiglie di rosso non mancano,e vorrei leggere di più, ma non riesco ad avere la concentrazione giusta. Lo sento, quest'anno non leggerò molti libri.

 
Alle 21 marzo 2020 alle ore 16:01 , Blogger marcaval ha detto...

Comunque la concentrazione adesso manca un po' a tutti. Malgrado il maggior tempo libero riesco a leggere meno di prima.

 
Alle 21 marzo 2020 alle ore 16:28 , Blogger Alligatore ha detto...

Ecco, questo è un dato da tenere presente, e tu Marcaval sei un lettore forte, tra ai più forti che io conosca. C'è molta distrazione, molte dirette in FB, Instagram, YOUTUBE ... e inevitabilmente ci si perde.

 
Alle 23 marzo 2020 alle ore 19:27 , Blogger Clarke è vivo ha detto...

Un po' di cultura orientale, tra meditazione e documentari, non può che fare bene. Parlo con cognizione di causa. Per qualche anno ho praticato la meditazione zen soto.

 
Alle 24 marzo 2020 alle ore 15:31 , Blogger Alligatore ha detto...

Zen soto? Non lo conosco, cerchermo informazioni ... sì, cultura orientale per fregare il virus e questi tempi bui.

 

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