NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO
DEL DISCO
GENERE:
Art Punk, No wave
LABEL: Ibexhouse (italia) / OOO Sound (Giappone)
PARTICOLARITA’:
Formicaleone
CITTA’:
Arezzo
DATA
DI USCITA: 17/03/17
Come è nato questo vostro disco
d’esordio?
Il
disco è nato
da un’idea embrionale di Stefano Santoni
(produttore e membro del gruppo) e da un misto di volontà e caso che hanno
aiutato l’incontro con gli altri componenti
della band Simone Lanari, Isobel Blank, Alberto Tirabosco. L’insieme
dei quattro ha poi costituito il nucleo e le derivazioni evolutive dei pezzi,
in particolare lo stile si è andato
definendo molto spontaneamente nel corso della composizione in sala e in
studio.
Perché questo titolo, A
common day was born? …non c’è nessun pezzo con questo
titolo
La frase è contenuta in No
Belly: “And I pray for different colours,
there is where a common day was born”. La genesi di un giorno comune è stata intesa
filosoficamente, come se ciò che
è più ovvio e abituale,
dovesse stupire e quotidianamente stimolare il pensiero nuovo. Nel disco è come se dalla
commistione, fusione, articolazione di innumerevoli tinte e suoni diversi,
amalgamati in un caos primordiale, si venissero poi a configurare e delineare
forme precise (canzoni), che non
prendendolo come un limite bensì un
inizio, si meravigliassero della loro stessa definizione, nel momento stesso in
cui avveniva. Abbiamo sete di meraviglia, questa è stata l’urgenza
che ha dato vita a qualcosa che, almeno nell’intento,
avesse il carattere della novità/originalità.
Come è stata la genesi del cd,
dall’idea iniziale alla sua
realizzazione finale?
L’album
è nato
da un lavoro istintivo e libero in sala prove, lavoro che in pochissimo tempo
ha dato origine a quelli che sarebbero stati gli scheletri delle canzoni. Da
questi siamo poi partiti a lavorare in studio, con più calma e quello
strano miscuglio di raziocinio e follia, lucidità e incoscienza, che ha originato il
risultato finale.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria
durante la lavorazione del disco?
Sicuramente
la genesi stessa della band, per la serie di coincidenze incredibili che hanno
portato alla sua formazione. Isobel che per caso si trova tra il pubblico di un
concerto dei Sycamore Age durante una vacanza, ne è entusiasta e
conosce la band. Nello stesso periodo Stefano, già in contatto con Simone, cercava una
voce femminile per un nuovo progetto e per caso ascolta un pezzo di Isobel sui
social, individuandola come possibile scelta. Poco dopo Simone ascolta
casualmente Alberto suonare e gli chiede di unirsi agli altri chiudendo il
cerchio.
Se questo cd fosse un
concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Il
titolo dice già tutto,
così come
anticipato. E’ un percorso metropolitano nella
quotidianità, alla ricerca folle e furiosa dello
stupore.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate
più fieri di A common day was born? …che vi piace di più fare live?
Per
quanto riguarda il disco, ognuno ha il suo preferito, di sicuro però No belly è stato posto in apertura come una sorta
di manifesto dell’attitudine dell’album.
Il live invece è concepito
più come
un unico percorso senza soste o interruzioni concettuali, quindi sarebbe
difficile discriminare.
Come è stato a livello
produttivo fare il cd? Ibex House? OOO Sound? …chi altri citare?
Il
lavoro compositivo e di produzione/registrazione si è svolto in maniera
completamente autonoma. OOO Soundha stampato e distribuito il nostro
album in Giappone e sta lavorando per permetterci di portare da loro anche il
live. Ibexhouse ha creduto da subito in noi e ci sta aiutando per la
promozione in Italia.
La copertina mi ha
conquistato subito, veramente bella e originale, come i disegni nel libretto
interno, con questo strano personaggio con le corna. Chi è? Chi l’ha disegnato? Che
relazione con la vostra musica?
Rispondo io (Stefano), che ho appunto realizzato l’artwork per l’album. Innanzi
tutto grazie per l’apprezzamento, mi
fa un gran piacere …
Non è stato facile
associare un’idea di carattere
visivo ad un album dalle sonorità così varie e insolite. C’era un costante
sapore metropolitano nel sound, ma anche un mondo paradossale, onirico e anche
un po’ fumettistico,
soprattutto nelle liriche di Isobel. Ad un certo punto tutto mi si è condensato in
questa idea un po’ distopica, in cui
una nasica, non contenta della sua proboscide, già simbolo di dominio sociale, indossa anche un casco di corna
di cervo, come per rafforzare ulteriormente il suo potere. Il potere rende
ridicoli … si sa! E questo
filo di ironia a sua volta si sposava con alcune sfumature dell’album. Forse la
scimmia domina la metropoli che sta davanti a lei? Forse è una metropoli già da tempo
disabitata? Non ci è dato saperlo … Poi,
nello scorrere dell’artwork, si vede la
scimmia contemplare questo orizzonte metropolitano senza più corna. Poi la
scimmia scompare, lasciando su un cornicione il suo casco di corna, non si sa
se si è buttata di sotto
con intento suicida o se semplicemente è tornata
alla giungla …
Come presentate dal vivo questo album?
Dal vivo siamo in
una formazione standard a quattro, con basso, chitarra, batteria, synth e voci.
Certamente per cercare di mantenere il senso dei brani originari senza
tralasciare il fattore di impatto live, talvolta sono stati fatti arrangiamenti
differenti dei pezzi adattandoli agli strumenti che si utilizzano. Ciò non toglie che
restiamo comunque pronti a smembrare un brano per ricomporlo in una formula che
sia più funzionale on
stage, dato che le dimensioni di ascolto domestico e live rimangono
essenzialmente ben distinte.
Altro da dichiarare?
Siamo
colpevoli … ci
dichiariamo evasori totali!
Etichette: A common day was born, Ant Lion, Arezzo, Art Punk, Giappone, Ibexhouse, In palude con ..., Intervista, Nasica, No wave, OOO Sound, Rock, Sycamore Age, Toscana
10 Commenti:
Sconvolgente e divertente fin dalla magica copertina (e tutto il lavoro interno, da gustarsi ad ogni ascolto.
Psichedelico, saltellante, hard e soave, è un progetto del Sycamore Age Stefano Santoni (e si sente), che ha chiamato attorno a se musicanti di diverse età, dal 1960 al 1990.
Dieci pezzi, che mantengono quello che promettono dall'iniziale "No belly", saltellante/scampanellante psicho-noise, con il giusto ritmo, la giusta acidità, e una voce di donna meravigliosamente inquieta/inquietante, da opera rock (bel modo di presentarsi) ...
... alla conclusiva nonsense ironica fin dal titolo "Spring doesn't Fall", che chiude in maniera dilatata/dilatante questo lavoro perturbante.
In mezzo pezzi onirici come "Last day of night" con un organo commovente e la voce impertinente, "Stay dog, still god" psichdelia pura con un coretto che non si scorda tanto facilmente, l'ipnotico e coinvolgente rock di "Ashtray's anarchy", che sembra un classico al primo ascolto.
...e che dire di "Nap", pezzo con una rottura interna, prima del cantato giocattoloso.
Un disco che sembra un labirinto, dove perdersi e ritrovarsi, poi perdersi ancora e ancora ... ad ogni ascolto.
Provate anche voi e poi ditemi ... se riuscirete ad uscirne vivi.
da ascoltare indubbiamente, perchè sembra tratto da sonorità che poi formano la canzone, da originli accostamenti che hanno arie sentite ma originali come ho già espresso.
Non facile, ma da scoprire!
La figura e il racconto di come è nata vale l'album stesso.
Bacio ALLI
Impeccabile Nella, cosa aggiungere di più?
Grazie ...
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