L’enigma Wagenknecht
Ha un nome difficilmente pronunciabile per noi italiani, e anche politicamente è difficile trovare un partito italiano avvicinabile. Si tratta di Sahra Wagenknecht, lista di sinistra che in Germania ha vinto in Brandeburgo e sembra essere l'unica barriera credibile ai neonazisti. Lo è sul piano sociale, oltre che politico, perché riesce a parlare a quelli strati di popolazione impoverita che si fidano poco della sinistra tradizionale, sia essa socialdemocratica o un po' più a sinistra come Die Linke, in particolare dopo la svolta di questa ultima sul sostegno militare all'Ucraina. Qualcuno troppo presto ha voluto affibbiarle la ridicola etichetta di rossobruno. Come tutte le etichette lascia il tempo che trova e non approfondisce. Ho trovato invece un interessante articolo che cerca di analizzare senza preconcetti Sara Wagenknecht.
L’enigma Wagenknecht
di Giovanni Iozzoli
Dopo le elezioni regionali del Brandeburgo, il partito di Sahra Wagenknecht (BSW) ha confermato di essere una presenza consolidata nel panorama politico tedesco.
Il profilo stesso di questa aggregazione non autorizza la sua collocazione nel campo delle performance elettorali effimere o occasionali: le radici sociali sono solide e si collocano dentro un pezzo di storia della sinistra tedesca, con legami sindacali e territoriali radicati nel tempo. Non una forza d’opinione né, si presume, una meteora.
Per la sinistra “alternativa” europea, lo sviluppo impetuoso di questa ipotesi politica, nel cuore geografico ed economico del continente, pone mille interrogativi. Non a caso coincide con lo svuotamento repentino della Linke e la (sacrosanta e meritatissima) eclisse dei Verdi.
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