Rece d'Alligatore: Marco Cignoli
Marco Cignoli, Coccodrillo bianco
Jab Media
La leggenda urbana del coccodrillo bianco, racconta che questo animale viva nelle fogne di New York, pronto a saltare fuori quando meno te lo aspetti. Simbolo di ribellione e anticonformismo, di chi non accetta questa società dell’apparire, di chi se ne sta in attesa di tempi migliori. Marco Cignoli così presenta il titolo del suo esordio, titolo ispirato all’omonima canzone di Alberto Radius.
Nove dinamiche canzoni con storie di sentimenti ed emozioni, dall’iniziale Mi devo abituare, pop-rock con tastierine malinconiche, per cantare la difficoltà di separarsi dal proprio amore (capisco bene), alla conclusiva anarchica Che ca**zzo sto dicendo, un pezzo politicamente scorretto alla Rino Gaetano. E poi Invece scrivo canzoni, pop ritmico anni Ottanta, che scherza sul suo lavoro d’artista contrapposto a uno borghese al quale ha rinunciato, Menù Kebab, sul cibo come anestetico alle delusioni della vita, Tamburo, pop-rock sugli attacchi di panico, pezzo particolare con il giusto ritmo.
Disco d’esordio del giovane e poliedrico artista di Voghera, nato dopo anni di TV da Tele Pavia Web e Occhio Pavese a Babayaga Tv, rete musicale, e Jab Media Tv del web. La sua esperienza di intervistatore di musicanti ala radio, l’ha spinto a diventare musicante lui stesso, e dopo alcuni singoli è finalmente uscito Coccodrillo bianco.
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