In palude con Fede ‘N’ Marlen
NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE folk pop
DOVE
ASCOLTARLO davanti ad una campana tibetana, da qui
LABEL Fullheads - AreaLive
PARTICOLARITA’ multilinguistico mediterranee
CITTA’ Napoli
DATA DI USCITA 15.12.2021
L’INTERVISTA
Come è nato Terra di Madonne?
Possiamo dire che questo album sia nato durante i cinque anni di tour mentre promuovevamo il nostro secondo album Mandorle. Le canzoni sono nate in viaggio oppure appena tornate quando si chiarivano le idee. Poi finalmente ci siamo fermate per inciderle ed è uscito un album coerente nonostante le differenze temporali tra le nascite dei brani e le differenze della penna, scrivendo entrambe e separatamente.
Come mai questo titolo? … molto deciso.
È sempre difficile dare un titolo, un nome alle cose. Una nostra piccola tradizione voleva che nel titolo ci fosse un plurale come negli altri album ed un femminile. La prima canzone dell'album è Terra di Madonne e ci sembrava significativo che tutto il disco potesse prendere questo nome. Terra di Madonne è Napoli, la nostra città, con più di 100 edicole votive ad illuminare di madonne e santi le strade.
Come è stata la genesi dell’album, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
C'è una cosa che diciamo sempre... nel nostro percorso non c'è mai stata una vera e propria progettualità. Questo da un lato può comportare dei suoi limiti, dall'altro ci ha permesso di godere dell'imprevisto, della volontà di cambiare rotta e dell'ascolto. Sicuramente nella genesi di quest'album c'è l'incontro fortunato con Luciano Chirico, nostro produttore, le due etichette Fullheads e Arealive e l'intesa musicale nata con Massimo de Vita.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
Purtroppo il primo ricordo che ci viene alla mente non è positivo. Se vi diciamo che metà disco era completo nel febbraio del 2020 capirete quale notizia ci spiazzò a tal punto da fermare tutti i lavori sul disco.
Se fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Sarebbe un concept-album sulla volontà di non nascondersi. Forse è questo il filo che collega gli otto inediti. Al di là dei diversi temi, c'è in ognuno la scelta precisa di mostrarsi senza veli o maschere. Che sia un "ti amo" detto sottovoce, o una dichiarazione d'amore da non celare al mondo intero, che sia il viaggio nel Mediterraneo di una donna africana.. ognuna di queste storie denuncia la propria presenza e il proprio diritto di stare al mondo per ciò che si è e ciò che si desidera.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fiere di Terra di Madonne? … che vi sembra ideale da fare live?
'E canzone so' piezze 'e core" parafrasando la famosa frase napoletana, quindi dare una risposta sulla canzone preferita è davvero difficile.
Abbiamo fatto un bel lavoro in studio con Max De Vita (Blindur) per rendere i brani registrati in studio facilmente riproducibili live, perché si sono vestiti di noi stesse, dei nostri suoni e i nostri strumenti. Sicuramente ci stiamo divertendo molto a provare pezzi con chitarra elettrica come Calpestami e Alabastro che ha una bella evoluzione, da una parte iniziale molto intima ad una finale quasi orchestrato.
Come è stato produrre questo disco con Fullheads Records e AreaLive?
È stata una sfida nel vero senso della parola perché siamo arrivate finalmente a delle realtà consolidate napoletane tre mesi prima che arrivasse la pandemia quindi è stato vitale ed umano il confronto continuo, dinamico, che si affacciava alla realtà di quello che stava accadendo al mondo e al mercato della musica.
Nonostante tutto, ad occhi veramente chiusi, ma anima sempre fiduciosa, ci siamo lanciati tutti nella produzione di queste canzoni, per non arrenderci. Coraggioso in una parola.
Copertina carina, molto dinamica e moderna, direi... Come è nata? Chi è l’autore?
Da una mattinata in amicizia nell'atelier di un'amica, Valeria Apicella, che fa vivere il suo spazio PuntoZeroLab all'interno dello storico Lanificio di Porta Capuana. Una casa piena di spunti, luce, vestiti di scena, del mondo. Abbiamo passato la giornata a calarci da trabattelli, sederci vestite da sera in vasche da bagno in mezzo ai corridoi, correndo e ridendo da una parte all'altra della casa. Un nostro caro amico che per passione fa il fotografo, Angelo Farese, ci inseguiva quasi disperato fra un cambio e l'altro di mood e di scena.
Amiamo questa foto, ieratica.
Come presentate il disco dal vivo?
Sarebbe bello risponderti! Non lo sappiamo ancora, stavamo per andare in scena quando il mondo della musica si è fermato per l'ennesima volta. Qualche settimana fa..
Altro da dichiarare?
Il nostro pensiero sull'arte, da Confieso que he vivido di Pablo Neruda
"Una volta tenni una conferenza su Garcia Lorca, alcuni anni dopo la sua morte, e uno del pubblico mi chiese:
— Perché nell' Oda a Federico lei dice che per lui «dipingono d'azzurro gli ospedali»?
— Vede, compagno — gli risposi — far domande di questo tipo ad un poeta è come chiedere l'età alle donne. La poesia non è una materia statica, ma una corrente fluida che spesso sfugge alle mani dello stesso creatore. La sua materia prima è composta d'elementiche sono e al tempo stesso non sono, di cose esistenti ed inesistenti. "
Etichette: AreaLive, Blindur, Campania, Fede ‘N’ Marlen, Folk, Fullheads, Garcia Lorca, In palude con ..., Indie, Intervista, Mandorle, Napoli, Pablo Neruda, Pop, Terra di Madonne
13 Commenti:
Gran piacere ospitare in palude questo duo di ragazze napoletane, con questo loro terzo disco Terra di Madonne, dedicato alla loro città. Le Fede 'N' Marlen.
Spirito positivo, impegno, storie di immigrati poste in modo originali, rivendicazioni di amori lgbtq+, una Malafemmena cantata anche in spagnolo ... insomma, c'è da divertirsi e pensare con questo loro pop-folk dal gusto internazionale.
Nove canzoni per mezz'ora di musica decisa e bella, nove canzoni tra le quali sceglo...
Io sono confine, pop cantato al piano, con accenni world, per raccontare l'immigrazione, come un viaggio da fare all'inverso, per cercare di ritrovare l'umanità decisamente persa nella società occidentale. Restiamo umani, diceva il mio amico Vik.
Poi sicuramente Fantasma cantata in napoletano, con divertimento e voglia di giocare. E poi una bella melodia, gran ritmo, tromba magnifica... che volete di più?
Be', poi la versione di Malfemmena cantanta in spagnolo e in origiale napoletano, piace un sacco. Come è noto è stata scritta da Totò, mito immortale ... qui, a suonare il contrabbasso c'è un mito vivente, cioè Ferruccio Spinetti.
Da non dimenticare il folk intenso di Calpestami, che in parte mi ha ricordato Caroline Trettine.
Calpestami è un voce/chitarra a difesa di un amore diverso, prima celato e poi svelato in modo identitario, forte. Splendido scambio piano/chitarra.
Bella poi la citazione di Neruda a fine intervista, il "loro pensiero sull'arte". Lo condivido, brave Federica e Marilena, brave Fede 'N' Marlen!
Terra di madonne è un titolo strepitoso.
Molto carino il pezzo "isole"
Proverò ad approfondire.
Brave
Bravo Alberto, sempre attento e curioso sulle novità della palude ;)
... da profano, incuriosito, mi sono rilassato con la loro musica ...
Be', non sei così profano allora Semola, perché hai individuato bene una delle loro caratteristiche, cioè che rilassano :)
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