In palude con Piero Brega
NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE folk-pop.
DOVE ASCOLTARLO a casa su un buon impianto, in streaming qui su scuola popolare di musica di Testaccio, o dal vivo quando si potrà. Il CD è stato concepito per poterlo suonare dal vivo.
LABEL Squilibri ed.
PARTICOLARITA’ la ricerca del sound dei dischi di 50 anni fa.
SITO – FB – INSTAGRAM – niente di tutto questo, stiamo preparando dei video intanto che tutto è fermo.
CITTA’ Roma forever
DATA DI USCITA 11/12/2020
L’INTERVISTA
Come è nato Managgia a me?
Io scrivo canzoni a prescindere da un obiettivo preciso. Poi se i tempi maturano alcune canzoni tendono a raggrupparsi in un progetto.
Come mai questo titolo? … che è anche il titolo di una delle più forti canzoni del disco.
Secondo me bisogna smettere di dare la colpa agli altri. Se un barbone maledice il mondo la sua maledizione cade anche su di me e in effetti è un po’ anche colpa mia se lui sta così. In ogni caso Mannaggia a me è un imprecazione riflessiva, è ammettere la propria incompletezza, la propria fallibilità.
Come è stata la genesi dell’album, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
L’idea iniziale erano canzoni registrate a casa con un programma musicale antidiluviano dove però dentro c’erano delle idee. La gente della periferia romana dove ho vissuto gli anni della giovinezza, dove sono tornato a fare teatro, a fare lavoro di base, lezioni di chitarra, raccontare la musica popolare, stare con la gente, attivare con l’arte un quartiere.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
Intanto la costruzione del gruppo, convincere la mia compagna Oretta Orengo, una concertista di cultura classica a portare oboe e corno inglese in ambito pop, riallacciare la vecchia amicizia con Luciano Francisci, un fisarmonicista di valore che non frequentavo più dagli anni Settanta, avendo lasciato il mondo della musica per fare l’architetto. Portare a lavorare sulle mie canzoni Ludovico Piccinini, il chitarrista con cui avevo portato in giro un concerto sulle canzoni di Bob Dylan, scoprire il talento del bassista Emanuele Marzi, Incontrare di nuovo Piero Fortezza dopo un disco fatto insieme dodici anni fa. Poi smontare e rimontare le canzoni insieme a loro, sentirsi invaso, allagato, distrutto e poi veder riemergere il repertorio in una sorta di resurrezione luminosa dove l’idea iniziale ne usciva rafforzata, impreziosita.
Se fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Sarebbe l’accettazione della sconfitta, che cambia la prospettiva del futuro, genera la speranza e cambia in meglio i nostri obiettivi.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero di Managgia a me? … che ti sembra ideale da fare live?
Senza falsa modestia questi pezzi sono tutti belli, tutti validi, tutti tirano, dal vivo. Mannaggia a me è proprio quello che preferisco forse quello più rappresentativo.
Come è stato produrre questo disco? Chi hai avuto vicino maggiormente?
Sicuramente il produttore artistico Jonathan Giustini, quello che ha saputo capire il valore del mio lavoro quand’era ancora grezzo. Senza il suo contributo non ce l’avrei fatta.
Copertina molto semplice e diretta. Come è nata? Chi è l’autore?
Autore dei disegni è Marco Brega, mio fratello minore. Coreografo, scenografo e pittore che è venuto a mancare nel ‘92 e mi ha lasciato in eredità le sue opere. L’impaginazione di Chiara Fenicia poi è riuscita a precisare l’idea di disincanto gioioso.
Come presenteresti il disco se fosse possibile?
Sotto forma di teatro canzone, in teatro, appunto.
Come se la passa la musica indipendente oggi?
Qui preferirei non rispondere. Ci sono esempi luminosi ma la musica indipendente è in generale esiliata dai media.
Per vedere il video Strada Scura, clicca qui.Etichette: Bob Dylan, Cantautorato, Folk, In palude con ..., Intervista, Jonathan Giustini, Piero Brega, Roma, Scuola Popolare di Musica di Testaccio, squil[ibri], Testaccio
14 Commenti:
Mi sembra il periodo giusto per ascoltare Piero Brega, cantautore senza tempo, che se ne sbatte del successo e da sempre, nel corso del tempo, ha fatto e fa, continua a fare quello che vuole.... Nel senso buono del termine, no da casino delle libertà, ma da intellettuale, musicista tra i fondatori del Canzoniere del Lazio e del Circolo Gianni Bosio, voce importante di quel momento alto dei memorabili anni Settanta (altro che grigio piombo), poi architetto, e poi, nel nuovo secolo buttare fuori tre dischi, uno nel 2004, Premio Ciampi, un altro nel 2009 e il terzo oggi, nella Covid-Era.
Premessa giusta per inquadrare uno che viene da lontano, e infatti, nella scheda di presentazione, riguardo ai social e al sito web dice, orgogliosamente: niente di tutto questo ... e a noi, infognanti in tutti questi sorcial, un po' d'invidia, ci viene.
Ma qui si parla di canzoni, anche di canzoni, come le splendide dieci di Mannaggia a me, titolo ironico, titolo romanesco, popolare, che sta bene a questo disco... del resto la title-track è molto forte. Cantautorato classico, a tratti jazz, per un testo surreale, direi quasi bukowskiano, che narra la lite in metro da parte di due barboni.
Sulla stessa lunghezza d'onda, anche se musicalmente più rock, Strada scura con la chitarra gran protagonista (ma anche il basso) per narrare questa storiaccia di periferia, poetica e vera (prende spunto, tra l'altro, dall'incendio della mitica libreria di Centocelle "La Pecora Elettrica"... managgia a loro).
Musicalmente mi piace un sacco Triangoli quadrati. Ha una melodia magica, un qualcosa tra i Beatles, Paolo Conte e il prog-rock. Pezzo veramente molto ricco, come del resto tutto il disco. Maestoso di suoni e parole.
Affascinante la teatrale Sono un vecchio marinaio senza mare (che titolo ...) con fiati sempre presenti e un Brega cantastorie. Poetico e dal gran ritmo.
Musica d'orchestrina d'altri tempi per Tempo arido, cantato a due voci con la compagna di vita Oretta Orengo (che suona nel disco l'oboe e il corno inglese).
San Basilio è forse il nocciolo duro dell'intero album. Si tratta di autentico pop-rock d'autore con la chitarra elettrica gran protagonista e l'orgoglio dello smaccato accento romano... popolare, pasoliniana, ancora con il giusto ritmo.
Un grazie a Piero Brega e alla sua band, perché è ossigeno per le nostre menti sotto sorcial ... e un grazie a Jonathan Giustini, che mi ha fatto conoscere questo disco, del quale è orgoglioso produttore esecutivo.
Molto bravo Piero Brega. Tempo fa avevo sentito alla radio "Come li viandanti" se non sbaglio su Radio Popolare e Milano
Un salutone
Ho cominciato ad ascoltarlo. Molto interessante, molto bello.
Grande che ce l'hai presentato
@Accadebis
Sì, è molto bravo Piero Brega, autore a pare, autore da ascoltare.
@Alberto
Grande tu che ascolti i miei consigli. Credo proprio che piacerà molto anche a te.
Grande Piero! Credo che recensirò anch'io questo suo ultimo lavoro, visto che mi è arrivato direttamente a casa spedito gentilmente... da lui ;)
È lo zio di mia cognata, e al di là della conoscenza "parentale", lo reputo davvero un grande artista. Splendido infatti anche "Come li viandanti". Mi fa molto piacere che abbia trovato spazio anche nel tuo blog!
Mi fa piacere questa tua conoscenza Guido. Sì, Piero è un grande, io l'ho scoperto con questo disco, ma mi è venuta voglia di cercare i dischi prima.
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