Edoardo
Pasteur, Dangerous Man
Autoproduzione
Edoardo Pasteur è un nuovo cantautore
italiano, con un passato da maratoneta. Ora canta in inglese, un rock
dolceamaro debitore dei grandi d’oltreoceano da Dylan a Springsteen ai quali fa
il verso con un certo talento. Il cantautore genovese si è autoprodotto questo
disco d’esordio, Dangerous Man, con
accanto un buon gruppo di musicisti che l’hanno supportato degnamente per dare
vita ad un prodotto degno di essere ascoltato.
Ben tredici pezzi in questo album dalle
tematiche multiformi, ma dal rock coerente e intenso a partire dalla
title-track ispirata da T. E. Lawerence: parla di/agli uomini liberi (per
questo pericolosi) con un’atmosfera liquida e tastierine cult. Da citare poi Hey hey, you, ispirata dal film I guerrieri della notte di Walter Hill,
ricorda molto Knockin' on Heaven's Door di Dylan, Come sit by
my fire, dal gran sax di un pop-blues ritmico e caldo per una dichiarazione
d'amore, Big Fish, blues che apre il
disco con ritmo e poesia (è ispirato all'omonimo film di Tim Burton).
Insomma molta, moltissima carne al fuoco, con
ispirazioni nate dal mito americano in tutti i suoi ambiti, musica, cinema
letteratura (c’è pure un pezzo ispirato dall’immancabile The Road di Cormac McCarthy). Ben fatto, una coerenza di fondo che
incanta, pur non dicendo nulla di nuovo. Attendiamo il seguito.
Etichette: Autoproduzione, Big Fish, Blues, Bob Dylan, Bruce Springsteen, Cinema, Cormac McCarthy, Dangerous Man, Edoardo Pasteur, Genova, Liguria, Pop, Rece d'Alligatore, Rock, The Road, Tim Burton
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