Zardi intervistato su I Think Magazine
Houllebecq, in un’intervista di due anni fa al Corriere della Sera, diceva che uno scrittore non dovrebbe mai avere idee troppo precise, o pareri consolidati, sugli argomenti di cui parla: sono d’accordo con lui. Nel libro Matteo, quarantenne benpensante con formazione cattolica, e Giovanni, settantenne ex sessantottino, si confrontano, e si scontrano, sul tema del Sessantotto, e lo fanno da fronti opposti. Io non mi schiero con nessuno dei due. Non mi interessa esprimere un parere sul Sessantotto – di questo, dovrebbero occuparsi gli storici, i sociologi, i politici, non gli scrittori - ma creare una situazione di tensione dialettica.
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7 Commenti:
Bellissima l'intervista!
Mi ha particolarmente colpito, nella parte conclusiva, la dichiarazione di stima e lealtà verso la CE Neo. Complimenti a Zardi... mi sa che lo leggerò *__*
E bravissimo Alli, come sempre! ^_^
Ottima e interessante intervista.
Saluti a presto.
Ho letto tutta l'intervista, complimenti davvero interessante. unica cosa su cui non sono d'accordo con l'autore consiste nel fatto che, secondo me, anche chi scrive può e forse anche deve dare una opinione su accadimenti storici e politici soprattutto se poi lo hanno anche visto protagonista di quegli anni, poichè è un compito a cui anche i romanzieri ed i poeti devono sottostare (sempre se trattano quelle tematiche altrimenti ovviamente no). Ci si può anche esimere, ma secondo me ha senso nella misura in cui quel fatto è sullo sfondo ed il tema del libro è altro, cosa che qui non sembra poiché entrambi i protagonisti parlano proprio di quel periodo e forse sotto sotto, leggendo il libro si potrà intuire a quale dei due personaggi va la simpatia dell'autore. Scusa per la lunghezza del commento, cmq ancora complimenti, mi piacerebbe essere un giorno intervistato da te
@Glò
Grazie per l'attenzione e per i complimenti ... sì, consiglio di leggere Zardi, a partire dai suoi racconti usciti tutti proprio con la Neo. :)
@Cavaliere Oscuro del Web
Grazie per l'attenzione anche a te, e ... alla prossima!
@Daniele
Grazie per l'attenzione e per i complimenti, anche a te. Credo anche io, che non basti il contenitore, ma anche il contenuto, e anche il fatto di avere un'idea è importante, indipendentemente dal fatto di aver vissuto un avvenimento e/o periodo storico. Io e Zardi siamo quasi coetanei (mi pare ci divida un anno, è lui il più anziano), non abbiamo vissuto il Sessantotto, ma abbiamo delle opinioni un po' diverse su di esso. Anche i protagonisti del romanzo non hanno vissuto tutti quel periodo (solo l'ormai anziano padre dei protagonisti, Giovanni). Credo che Zardi abbia delle idee sulla società e la politica, ma, dica (giustamente) non le deve trattare in un libro (non sarebbe uno scrittore). Discorso vasto ...
" Credo che Zardi abbia delle idee sulla società e la politica, ma, dica (giustamente) non le deve trattare in un libro (non sarebbe uno scrittore). Discorso vasto …" E' proprio questa frase che non condivido a meno che l'autore scriva un noir, una fiaba, un romanzo intimista, insomma generi dove la politica ed il tessuto sociale attuale non siano i protagonisti, non esistano neanche sullo sfondo o sullo sfondo ci siano ma lì restino a servizio dell'altra storia, quella principale.
Prendo nota con calma leggerò ... dammi per favore tempo.
Sicuramente sarà degno di nota ... Grazie.
@Daniele
Credo che il noir sia il genere più politico che ci sia, e pure le fiabe, e l'intimismo (il privato è politico si diceva nel Sessantotto), quindi anche qui c'è disaccordo tra di noi. Il libro, il romanzo, ha una sua specificità, chi scrive deve stare all'interno di questa, ciò non vuol dire che l'autore non abbia coscienza politica, anzi, meglio se ne ha, e la riesce a filtrare nella sua opera. Ripeto, discorso complesso ...
@Enri1968
Degno di nota è assolutamente lo scrittore Zardi. Se non l'hai ancora letto consiglio di iniziare dai racconti, usciti con la Neo e dal romanzo, folgorante, "La felicità esiste".
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