Per la prima volta su
questi schermi the Wows, che giungono tra la nebbie della palude senza fare
troppi chilometri. Vengono infatti dalla mia città, Verona, per presentare
questo loro ottimo esordio autoprodotto, War on Wall Street. Titolo decisamente
promettente, e musica altrettanto forte. Un rock chitarristico a tratti noise,
molto ben calibrato, come dovrebbe essere un vero disco dell’underground
italico. La copertina, con questo ragnetto illuminato sulla sua ragnatela,
completa il quadro. Nove pezzi facili, divertenti da ascoltare (provate a sentirli qui), frutto di cinque anni ben spesi tra prove, concerti, sbattimenti vari.
Registrato a Londra con Gigi Piscitelli, Rob McVey, e Giorgio Pona, che
ha curato pure il mixaggio, masterizzato da Giovanni Versari a La Maestà Studio, War on Wall Street è il classico disco che cresce
ascolto dopo ascolto. Pezzi originali, tutti scritti dagli stessi the Wows (a
parte le parole di Harlot’s House, prese in prestito da Oscar Wilde), che fanno
vibrare la mia coda. Libretto interno essenziale, con i testi di tutte le
canzoni in inglese, e foto minimaliste, con concerti, divani d’autunno, e
un’atmosfera da indie italico vero. Esteticamente si presentano in modo molto
originale e diversificato, tra creste punk e capelli lunghi hard-rock,
dimostrando anche in questo personalità. Vediamo quanta ne dimostreranno
nell’intervista che va ad incominciare. Pronti?
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