giovedì 12 dicembre 2013

Due parole con the WOWS

Per la prima volta su questi schermi the Wows, che giungono tra la nebbie della palude senza fare troppi chilometri. Vengono infatti dalla mia città, Verona, per presentare questo loro ottimo esordio autoprodotto, War on Wall Street. Titolo decisamente promettente, e musica altrettanto forte. Un rock chitarristico a tratti noise, molto ben calibrato, come dovrebbe essere un vero disco dell’underground italico. La copertina, con questo ragnetto illuminato sulla sua ragnatela, completa il quadro. Nove pezzi facili, divertenti da ascoltare (provate a sentirli qui), frutto di cinque anni ben spesi tra prove, concerti, sbattimenti vari.
Registrato a Londra con Gigi Piscitelli, Rob McVey, e Giorgio Pona, che ha curato pure il mixaggio, masterizzato da Giovanni Versari a La Maestà StudioWar on Wall Street è il classico disco che cresce ascolto dopo ascolto. Pezzi originali, tutti scritti dagli stessi the Wows (a parte le parole di Harlot’s House, prese in prestito da Oscar Wilde), che fanno vibrare la mia coda. Libretto interno essenziale, con i testi di tutte le canzoni in inglese, e foto minimaliste, con concerti, divani d’autunno, e un’atmosfera da indie italico vero. Esteticamente si presentano in modo molto originale e diversificato, tra creste punk e capelli lunghi hard-rock, dimostrando anche in questo personalità. Vediamo quanta ne dimostreranno nell’intervista che va ad incominciare. Pronti?  
PER CONOSCERLI MEGLIO

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