Ancora una volta su questi schermi Herself, one man band dentro la quale canta e suona Gioele Valenti, in collegamento questa sera da Palermo tramite un ponte di emozioni costruite dalle sue canzoni. È questo il mio ponte del 1 maggio, e sono felice sia così. In primis, perché questo magico dischetto senza titolo con una copertina così curiosa, mi sta facendo ottima compagnia: folk-rock intimista, che segna la timida primavera 2012, almeno qui in palude. Poi, perché Herself è uscito con DeAmbula records, giovane label abruzzese sempre attenta alle cose belle e mi sembra perfetto questo loro incontro.
Herself, con la sua voce sottile, la voglia di fare tutto (o quasi) da solo in casa, le sue esperienze su molti palchi importanti, è arrivato al quarto disco ufficiale. Un concept, dice la nota stampa, “sul cambiamento e i processi alchemici sottesi” (approfondiremo), artigianalmente costruito con il fattivo contributo di nomi cult dell’underground italico e non: Amaury Cambuzat (Ulan Bator), che oltre ad aver suonato in alcuni brani, ha curato il mastering del disco, e Marco Campitelli (The Marigold), intervenuto su un paio di pezzi, oltre all’amico Aldo Ammirata, basso, cello e samples per tutto cd …che è già partito. Pronti?
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