lunedì 30 aprile 2012

Due parole con Herself

Ancora una volta su questi schermi Herself, one man band dentro la quale canta e suona Gioele Valenti, in collegamento questa sera da Palermo tramite un ponte di emozioni costruite dalle sue canzoni. È questo il mio ponte del 1 maggio, e sono felice sia così. In primis, perché questo magico dischetto senza titolo con una copertina così curiosa, mi sta facendo ottima compagnia: folk-rock intimista, che segna la timida primavera 2012, almeno qui in palude. Poi, perché Herself è uscito con DeAmbula records, giovane label abruzzese sempre attenta alle cose belle e mi sembra perfetto questo loro incontro.
Herself, con la sua voce sottile, la voglia di fare tutto (o quasi) da solo in casa, le sue esperienze su molti palchi importanti, è arrivato al quarto disco ufficiale. Un concept, dice la nota stampa, “sul cambiamento e i processi alchemici sottesi” (approfondiremo), artigianalmente costruito con il fattivo contributo di nomi cult dell’underground italico e non: Amaury Cambuzat (Ulan Bator), che oltre ad aver suonato in alcuni brani, ha curato il mastering del disco, e Marco Campitelli (The Marigold), intervenuto su un paio di pezzi, oltre all’amico Aldo Ammirata, basso, cello e samples per tutto cd …che è già partito. Pronti?

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lunedì 8 dicembre 2008

Intervista a Herself


Questa sera è veramente una serata della madonna. Questa sera cercheremo di capire dove vuole andare la nostra musica più amata parlandone con Gioele Valenti alias Herself, musicante pop-folk-rock-noise siciliano. Come vedete dalla foto, Gioele è uno che non sta mai fermo (è pure scrittore). La sua dolce musica, rilassata/rilassante voce e chitarra stile Nick Drake (per capirci in fretta), ha degli scatti elettronici di folle ritmo ammazzacoda da impazzire. Lo so bene io, che ho da poco concluso l’ennesimo ascolto del suo nuovo cd, uscito da poco per la Jestrai. S’intitola Homework e la graziosa copertina dai colori autunnali, con casetta nella valle silenziosa, vi conquisterà al pari delle nove perle presenti nell’album. Nove perle dove il nostro suona un po’ di tutto, snaturando verso il noise il folk di partenza (anche viceversa). Ma mi accorgo che sto cominciando a parlare in critichese, o per meglio dire, comincio a sbrodolare di brutto. E allora spero sia arrivato Gioele. Gioele, qui l’Alligatore, dal continente. Ci sei, giù nella calda isola?
QUESTO IL SUO SITO herself.altervista.org

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