martedì 16 marzo 2010

Intervista ai Kalweit and the Spokes

Quando ascolto la musica dei Kalweit and the Spokes penso che potrebbero benissimo trovarsi dentro ad un romanzo dell’Alligatore, quello vero, quello di Carlotto. Il loro è un blues contaminato/contaminate, fatto per locali fumosi, duri dal cuore tenero, film in bianco e nero. Mi viene voglia di bere del calvados e fumare una cicca quando sento le canzoni del recente Around the Edges, cd dai colori forti e dal tratto elegante come la sua etichetta Irma Records, come la sua copertina da suggestioni del deserto.
Una voce di donna, che colpisce e affascina, quella di Georgeanne Kalweit, una chitarra rock che ricorda i grandi del passato senza scimmiottarli ma con un suo stile preciso, quello di Giovanni Calella (perfetto anche quando suona l’armonica), una batteria sicura a dettare il ritmo e le emozioni, quella di Leziero Rescigno (emozioni acide, quando suona pure l’organo).
Musicanti provenienti da esperienze diverse (La Crus, Amour Fou, Delta V, Vinicio Capossela …), ma perfetti per suonare insieme come hanno fatto in un sacco di concerti e ora in questo disco. Questa sera ho la fortuna di averli sul blog. Forse una, forse due, forse tre …chi c’è, c’è… Ci siete?
VAI AL LORO MYSPACE
VAI AL MYSPACE DI GEORGEANNE

Etichette: , , , , , , , , , , , , ,

Questo sito utilizza i cookie per migliorare servizi ed esperienza dei lettori. Se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.Più InfoOK