In palude con Schiamazzi
NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE cantautorato
DOVE ASCOLTARLO su tutte le piattaforme di streaming tipo spotify e su YouTube
LABEL autoprodotto
PARTICOLARITA’ cupo ma anche allegro
CITTA’ Genova
DATA DI USCITA 05.11.21
L’INTERVISTA
Come è nato Schiamazzi EP?
È nato dalla decisione di non tenere le canzoni scritte fino a quel momento in un cassetto o in un hard disk, dal desiderio di farle ascoltare a qualcuno e condividere qualcosa di mio. Quindi direi che è nato dalla scoperta che la musica che avevo scritto non era solo per me ma poteva essere di tutti.
Perché questo titolo omonimo? Perché un ep?
Mi sembrava un punto di partenza solido, è il primo lavoro e questo è il mio primo progetto musicale, volevo mettere una base che mi desse sicurezza. Se da qui in poi non farò mai più nulla o se il prossimo disco sarà completamente diverso da quello che ho scritto finora mi sentirò comunque in pace con me stesso.
Come è stata la genesi del disco, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
L’elemento che ha accumunato la scrittura di queste cinque tracce è quello della narrazione. All’inizio ero solo e non sapevo se sarei riuscito a mettere in musica quello che scrivevo. Scrivevo più che altro racconti. In realtà non ero neanche sicuro che sarebbero mai diventate canzoni. Come spesso succede, è stato l’incontro con alcune persone (Matteo Zangrandi, Francesca Benitez) che ha permesso la trasformazione, e le storie che avevo scritto sono diventate canzoni.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione dell’album?
Dipende di che tipo di episodi vogliamo parlare. Tristi? Divertenti? Assurdi? È stato un EP registrato durante il lockdown, periodo di controlli, una sera in studio sono entrati i carabinieri a chiederci i documenti e perché eravamo lì… Credo che questo episodio sia tutte e tre le cose insieme.
Se Schiamazzi EP fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
È un concept album, un racconto che si snoda nella città di Genova e racconta cinque storie diverse che potrebbero essere la stessa vita o cinque vite diverse. Da molto spazio all’interpretazione personale, il filo conduttore è quello del tentativo umano di liberarsi, ogni canzone racconta da cosa in particolare.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero dell’intero disco? … quello più da live?
Sono molto legato a Distruzione di Marta, mentre il pezzo più da live è Félicette.
Come è stato autoprodurre Schiamazzi EP?
Un’esperienza formativa… è stata un’esperienza nuova, un pianeta su cui sono atterrato e che mentre visitavo mi faceva pensare: bello qui, vorrei tornarci.
Come è nata questa copertina? Molto bella poetica!
È una porta che un tempo dava accesso ad un passaggio pedonale sospeso sopra una piazza del centro di Genova, un eco-mostro che poi è stato demolito. Nella sua assurdità era comunque un elemento architettonico a cui in molti erano affezionati. Dopo la sua demolizione quella porta è rimasta lì per moltissimo tempo, ed ogni giorno passandoci davanti mi fermavo a guardarla fermo ad un semaforo. Pochi giorni dopo l’uscita del disco, e a distanza di anni dalla distruzione del resto del passaggio pedonale, è stata distrutta anche quella porta. Non so perché ho attribuito così tanto significato a questa storia, ma il fascino di quella porta che dava sul nulla e che nessuno voleva togliere mi aveva colpito.
Come presenti dal vivo il disco?
Non è ancora arrivato su un palco, quando accadrà saprò rispondere.
La musica indipendente ai tempi della Pandemia… come se la passa?
La musica indipendente esiste per definizione nella possibilità di essere suonata dal vivo. Senza questa parte è solo una continua immissione di materiale sulle piattaforme di streming fine a sé stessa. In questo momento la musica dal vivo non se la passa bene. Dopo fasi altalenanti e prospettive di miglioramento che sembravano aprirsi con il nuovo anno, con le nuove riprogrammazioni di tour interi e poi ancora posticipazioni o cancellazioni, credo che in questo momento ci sia nuovamente un grande punto interrogativo. La speranza è che questo sia un passaggio obbligato attraverso cui uscire in maniera stabile dalla pandemia.
Etichette: Autoproduzione, Cantauorato, ep, Genova, In palude con ..., Intervista, Liguria, Schiamazzi
9 Commenti:
Schiamazzi in palude oggi pomeriggio, speriamo che nessuno si lamenti :)
Battutaccia a parte, è Schiamazzi, il giovane cantautore genovese ospite in palude oggi.
Un Ep d'esordio, nato dai suoi racconti, alcuni dei quali scritti nelle guardie di notte all'ospedale.... e si sente, tutto il dolore di questi anni, farcito da umorisimo nero.
Solo cinque canzoni, ma che fanno capire di che pasta è fatto Schiamazzi, cinque pezzi che si ascoltano che è un piacere.
La mia preferita è Nel furto è la speranza, un racconto caotico, per dire della società di oggi. Tra l'ironico e il tragico, come quasi tutti i brani, vario e ricco musicalmente (dal cantato lirico a una tromba, oltre il suo voce/chitarra).
Bella anche Fèlicette, che sembra il momento surreale di qualche film Ferzan Özpetek. Corale, con un certo piacere per il macabro, nel dire certe parole. Gran ritmo e anche qui la bella presenza dei fiati.
Si può forse capire, perché sia più legato di tutti a Distruzione di Marta: è un teso voce/chitarra ironico, romantico/ironico, che racconta l'inizio di una storia d'amore, però finita... cantato insieme a lei.
Ma è tutto da ascoltare questo Ep d'esordio di Schiamazzi, che non sono per nulla schiamazzi, ma riflessioni, quasi un flusso di coscienza, tra il primo Dente e John Lurie.
Ascoltate questi Schiamazzi, vi faranno bene ...
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