Letteralmente da anni pensavo a
questo disco come recipiente di tutte le canzoni che per qualche motivo non
sono mai uscite nei dischi dei miei progetti. Canzoni che giacciono a decine
nel mio hard disk. Mi sono accorto che questi pezzi venivano spesso esclusi dai
dischi perché erano troppo personali, o troppo tranquilli, o troppo “pop”.
Allora ho pensato di metterli tutti insieme dentro ad un disco.
Cosa vuol dire?
È un titolo ironico: 9 canzoni inutili. Il senso è che mi rendo conto di
non aver fatto niente di innovativo (per l’innovazione e la sperimentazione ho
altri progetti in cui sfogarmi, ad esempio AMA). Lo scopo non era quello. Lo
scopo era di rendere in modo più sincero possibile 9 canzoni alle quali sono
particolarmente legato. Si tratta solo di canzoni, niente di più niente di
meno. Ma io credo molto nel potere delle canzoni.
Come è stata la genesi dell’album, dall’idea iniziale alla sua
realizzazione finale?
Quando dopo anni ho trovato
finalmente lo stimolo e soprattutto il tempo per dedicarmi a questo disco, ho
cominciato con la ricerca tra i miei files di tutti quei brani inediti che
avevo continuato ad apprezzare nel tempo. Dopo la selezione rimaneva da capire
che tipo di produzione fargli. Ho pensato che per restituire la massima
intimità e complicità la formula giusta sarebbe stata quella del singolo
strumento, cioè la chitarra acustica e una singola voce, senza sovraincisioni o
arrangiamenti di alcun tipo.
Il progetto iniziale è stato poi
contaminato dall’inserimento di canzoni più recenti, che in effetti sento più
legate al mio modo di essere attuale.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di 9 Useless Tunes?
Nel disco c’è un pezzo che ho composto quando ho saputo che sarei diventato
papà: I Will Learn. Gliel’ho
cantata molte volte durante la gravidanza, addirittura in sala parto… Ora Alice
ha 3 anni, e mi ha già insegnato tanto. La sera dell’estate scorsa in cui ho
deciso di registrarla al Lesder Studio, il mio studio che ho la fortuna di
avere letteralmente in fianco a casa, lei è venuta da me con il suo
Glockenspiel, uno xilofono giocattolo giallo. Si è seduta vicino a me
(lasciando la porta aperta, da qui i grilli in sottofondo) e abbiamo registrato
assieme. Sa molto bene che questa è la sua canzone. E così nel disco è finita
la traccia con lei che suona, note a caso ovviamente, ma per me assolutamente
perfette. Uno strano cerchio si è chiuso quel giorno.
Se fosse un concept-album su cosa
sarebbe? … tolgo il fosse?
Eh no, caro Alligatore! Per una volta nessun concept! ;) Questa volta si
tratta di una semplice raccolta di canzoni, alcune risalgono addirittura ai
mitici anni 90 e alcune scritte qualche giorno prima di registrare il disco,
nell’estate del 2019. Se proprio vuoi il concept lo puoi trovare nella scelta
minimale della produzione o nella ricerca della forma canzone ottimale. Ma a
livello di testi invece si spazia un bel po’:la
ricerca di se stessi e del proprio posto nell'universo, i rapporti con le
persone vicine, scenari apocalittici e riflessioni sulla morte, i vizi e le
virtù dell'uomo e le speranze per un figlio in procinto di nascere.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero dell’intero
disco? … che ti piace di più fare live?
Just Around The Bend, il primo singolo è un pezzo di cui vado molto fiero.
E adoro suonarlo live. Questo pezzo si avvicina molto al risultato ideale della
mia ricerca della “canzone perfetta”.
Il disco è prodotto dall’ormai storica label veneta
Shyrec. Come mai con loro?
Volevo una cosa gestibile anche a livello umano e non
solo burocratico. Altrimenti avrei optato per l’autoproduzione. I ragazzi di
Shyrec, come quelli di Three Blackbirds che mi segue come booking, mi
sembravano adatti a poter maneggiare una cosa così preziosa per me. E si sono
rivelati al di sopra delle mie aspettative. Sono davvero felice della mia
scelta e di constatare che stiamo facendo un ottimo lavoro in totale armonia.
Come è nata questa bella copertina? Chi è l’autore?
È semplicemente il primo disegno che ha
fatto mia figlia Alice dicendomi: “Questo sei tu papà!”. Appena l’ho visto…
booom. Ecco la copertina del disco.
Come presenti dal vivo il disco?
La dimensione ideale per suonare questo disco è un house concert. Poche
persone, concentrate per 40 minuti creano una atmosfera magica. Mi piace
suonare questi pezzi senza l’ausilio di alcuna amplificazione. Solo la mia
chitarra e la mia voce, senza microfoni, cavi o amplificatori. Questo è il modo
più sincero di suonare il mio disco più sincero.
Altro da dichiarare ?
Non vedo l’ora di fare il secondo disco di Tommaso Mantelli.
Mai come Tommaso Mantelli, ma con tutti i progetti musicali che ha creato e/o preso parte, da Captain Mantell (ospite per la prima volta il 23 febbraio 2010 e poi altre volte) a Licantropy (ospiti qui il 14 aprile di quest'anno).
Oggi, come detto nell'intervista, ha fatto un disco a nome proprio, in solitaria, con tutte quelle canzoni scartate perché troppo intime, troppo da fare in solitaria ...9 Useless Tunes, nove canzoni inutili, titolo ironico.
Penso subito a I Will Learn, canzone composta quando aveva saputo che sarebbe diventato papà. Il Glockenspiel infatti, nel disco è stato suonato dalla piccola Alice, tre anni, figlia di Tommaso.
Ma anche Just Around The Bend, singolo messo in apertura del disco (godetevi il bel video che vi ho messo in coda all'intervista), cantato intimo e sofferto,pop-folk malinconico.
Ma tutto il disco, tutto 9 Useless Tunes è un disco che mi piace ascoltare e riascoltare ... e spero che sia il primo di una lunga serie a nome Tommaso Mantelli.
Magari sempre firmato con la Shyrec, storica label veneziana spesso presente qui in palude a presentare i suoi prodotti curati con passione artigianale.
Critico rock del web. Pacifista integrale.
Collaboratore del sito della nota agenda
Smemoranda dalla lontana estate del 2003 e del Frigidaire cartaceo dall'autunno 2009. Dall'aprile 2017 collabora anche con Il Nuovo Male, e dall'estate del 2017 con il portale I Think Magazine, dall'autunno 2018 con MeLoLeggo.it. A gennaio 2018 fonda con Elle il sito L'ORTO DI ELLE E ALLI . Metà veneto, metà altoatesino (la mamma è dello stesso paese di Lilli Gruber), è nato nei primi anni Settanta, il giorno del compleanno di Jack Kerouac.
10 Commenti:
Gran piacere ospitare in palude Tommao Mantelli, uno dei musicisti più presenti in palude, fin dagli inizi ...
Mai come Tommaso Mantelli, ma con tutti i progetti musicali che ha creato e/o preso parte, da Captain Mantell (ospite per la prima volta il 23 febbraio 2010 e poi altre volte) a Licantropy (ospiti qui il 14 aprile di quest'anno).
Oggi, come detto nell'intervista, ha fatto un disco a nome proprio, in solitaria, con tutte quelle canzoni scartate perché troppo intime, troppo da fare in solitaria ...9 Useless Tunes, nove canzoni inutili, titolo ironico.
Penso subito a I Will Learn, canzone composta quando aveva saputo che sarebbe diventato papà. Il Glockenspiel infatti, nel disco è stato suonato dalla piccola Alice, tre anni, figlia di Tommaso.
Un pezzo molto Eddie Vedder, lo devo ammettere, come molte altre canzoni del disco.
Tipo Now And Before, pezzo dai pieni e vuoti, con la chitarra acustica che si scatena più che in altri pezzi.
Ma anche Just Around The Bend, singolo messo in apertura del disco (godetevi il bel video che vi ho messo in coda all'intervista), cantato intimo e sofferto,pop-folk malinconico.
Ma anche Which Game, psichedelico, con la chitarra suonata ancora in modo più ardito e un cantato ispirato.
Ma tutto il disco, tutto 9 Useless Tunes è un disco che mi piace ascoltare e riascoltare ... e spero che sia il primo di una lunga serie a nome Tommaso Mantelli.
Magari sempre firmato con la Shyrec, storica label veneziana spesso presente qui in palude a presentare i suoi prodotti curati con passione artigianale.
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