La
composizione del progetto è stata frutto di una lunga apnea, di un trasloco
dall'altra parte del mare, di una gravidanza, è un distillato di ardore e
pazienza.
Perché
questo titolo? … astrologia?
Dopo
un concerto, molti anni fa,una signora asseriva che certamente dovevo avere
molto "fuoco" tra i miei segni, invece non ce n'era traccia, fatto
salvo però di avere la Luna in Ariete, segno di fuoco. Sono andata a vedermi il
significato astrologico di questa caratteristica e mi sono ritrovata in tutto,
nel bene e nel male. Da lì è arrivata la canzone. E poi tutto il resto.
Come
è stata la genesi dell’album, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Certamente
la canzone che dà il titolo all'album mi ha permesso di iniziare a capire quale
colori e scrittura volevo dare all'intero progetto. Con Federico Ferrandina -
che firma con me la produzione artistica e parte della composizione delle
musiche - lavoriamo insieme da 10 anni, ed è da altrettanto tempo che insisteva
nel dirmi che dovevo proporre le mie canzoni, così abbiamo fatto e credo abbia
avuto ragione. Insieme abbiamo scremato testi, musiche, riascoltato dischi di
riferimento per immaginare quali strumenti, quale suono e quale modalità di
registrazione.
Qualche
episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
E'
stata un'avventura totale, tanto più che avevo il pancione e ho diretto tutto,
produzione, logistica, riprese video. Insomma, sia lode all'ossitocina. Forse
la cosa più surreale c'è stata durante l'ultima session di registrazione, a
marzo del 2018, io con la pancia di sette mesi, ormai enorme. A Roma aveva
piovuto tantissimo e avevo chiesto ai miei vicini di casa di portare in
studio il loro cane, Simba, per poterlo inserire visivamente durante la
registrazione dell'ultima canzone del disco, che è poi la title track. Ho
registrato le canzoni in ordine di tracklist, riempiendo progressivamente lo
spazio di oggetti che facessero "casa" o che fossero comunque vitali.
Inserire un animale sul finale mi piaceva moltissimo. Simba ha registrato con
noi, è stato buonissimo, quando monterò il video della canzone ci sarà anche
lui. Ma è stato surreale, e poi è stato un atto di grande gentilezza da parte
dei miei amici che si sono attraversati Roma per questa follia...
Se
Luna in Ariete fosse un concept-album su cosa sarebbe? … anche a posteriori.
Beh,
in realtà un po' lo è. E' un disco sulla dualità, sulla maturità come momento di
vera acquisizione di giovinezza, sulla verità della musica, perché abbiamo
registrato in presa diretta, tutti in una stanza, senza preproduzione. E poi il
missaggio e il mastering sono fatti in analogico. E' un disco intimo e forse
più futurista di tanti altri, proprio perché ha mille radici.
C’è
qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiera dell’intero
disco? … che ti piace di più fare live?
Nessuna
canzone è stata lasciata a fare da tappezzeria, fortunatamente non siamo più
negli anni 80. Le amo tutte.
Come
è stato produrre Luna in Ariete? Vedo una bella sfilza di realtà tra produzione
e promozione …
Faticoso,
appassionante, diciamo che ho testato la mia resistenza e ho capito che gode di
ottima salute per fortuna.
In
copertina ci sei tu, in una bella foto divisa a metà, sembra …tutto molto
elegante, come le foto del libretto interno. Come è nato tutto questo?
Lavoro
con il fotografo Paolo Soriani da dieci anni. Paolo è anche uno dei miei
migliori amici, il rischio con lui è quello di vedermi sempre da uno stesso
punto di vista se non fosse che non solo è bravissimo, sensibile e in studio
con lui mi sento al sicuro, ma che per questo progetto avevo idee molto chiare
anche sul tipo di immagine e che avevo quindi bisogno di un artista che
amasse fare da "gregario attivo" . Con Paolo lavoriamo sempre
benissimo, amo la sua cura e l'empatia che mette in tutto quello che fa. Non ci
accontentiamo... mai.
Come
presenti dal vivo il disco?
In
trio, quartetto e quintetto. Laddove sarà possibile vestirò il live con alcuni
elementi dei video delle registrazioni, e poi spero di poterne mettere su una
versione con una regia.
Altro
da dichiarare?
Troppo.
Meglio dire che ho molto altro in testa, ancora, da cantare.
Grande voce quella di Ilaria Pilar Patassini, cantautrice elegante, tra jazz e pop-rock, che ho l'onore di ospitare oggi in palude per questo suo quarto disco.
Nove pezzi a partire da Dorme la luce in ottobre, intenso e delicato omaggio a ottobre con le parole giuste, come con A metà, secondo brano che sembra il più centrale, tra ironia e attualità surreale ... con un bel modo di cantare e trombe in evidenza.
Strepitosa anche Alla riscossa, ottima sia musicalmente (ancora le trombe galeotte), sia nelle parole, a citare Pasolini attraverso il pezzo di De Andrè/Bubola Una storia sbagliata.
E che dire di Il suono che fa l'universo, intimo racconto personale della sua gravidanza ... da vera cantautrice di razza si rcconta, con ancora le parole parole pesate/pensate.
O di La parte giusta del mondo, forse ancora il pezzo più politico, lirico, forte, che cresce di intensità, anche grazie ai cori ... canzone da sottoscrivere parola per parola.
E poi la title-track, che chiude con tranquillità il disco (pur con la passionalità della luna in Ariete), in maniera classica, lasciandoti un buon ricordo nelle orecchie ... e viene voglia di riascoltarlo.
Per non saper né leggere né scrivere ho ascoltato la canzone che hai linkato, "Nessun tempo si perde", e mi è piaciuta molto. Anche il video teatrale è molto bello. Seguirò questa autrice negli appositi canali.
Critico rock del web. Pacifista integrale.
Collaboratore del sito della nota agenda
Smemoranda dalla lontana estate del 2003 e del Frigidaire cartaceo dall'autunno 2009. Dall'aprile 2017 collabora anche con Il Nuovo Male, e dall'estate del 2017 con il portale I Think Magazine, dall'autunno 2018 con MeLoLeggo.it. A gennaio 2018 fonda con Elle il sito L'ORTO DI ELLE E ALLI . Metà veneto, metà altoatesino (la mamma è dello stesso paese di Lilli Gruber), è nato nei primi anni Settanta, il giorno del compleanno di Jack Kerouac.
12 Commenti:
Grande voce quella di Ilaria Pilar Patassini, cantautrice elegante, tra jazz e pop-rock, che ho l'onore di ospitare oggi in palude per questo suo quarto disco.
Un bel disco fatto di parole pensate e suoni gradevoli, da accompagnare in questo autunno che sembra iniziare.
Nove pezzi a partire da Dorme la luce in ottobre, intenso e delicato omaggio a ottobre con le parole giuste, come con A metà, secondo brano che sembra il più centrale, tra ironia e attualità surreale ... con un bel modo di cantare e trombe in evidenza.
Fantastica la milonga d'amore Nessun tempo si perde voce magica, violoncello, chitarra acustica, trombe e chi ne ha ...
Strepitosa anche Alla riscossa, ottima sia musicalmente (ancora le trombe galeotte), sia nelle parole, a citare Pasolini attraverso il pezzo di De Andrè/Bubola Una storia sbagliata.
Insomma, un pezzo più interessante dell'altro ...
E che dire di Il suono che fa l'universo, intimo racconto personale della sua gravidanza ... da vera cantautrice di razza si rcconta, con ancora le parole parole pesate/pensate.
O di La parte giusta del mondo, forse ancora il pezzo più politico, lirico, forte, che cresce di intensità, anche grazie ai cori ... canzone da sottoscrivere parola per parola.
E poi la title-track, che chiude con tranquillità il disco (pur con la passionalità della luna in Ariete), in maniera classica, lasciandoti un buon ricordo nelle orecchie ... e viene voglia di riascoltarlo.
Per non saper né leggere né scrivere ho ascoltato la canzone che hai linkato, "Nessun tempo si perde", e mi è piaciuta molto. Anche il video teatrale è molto bello. Seguirò questa autrice negli appositi canali.
Mi fa piacere Clarke.
Bella canzone che ho ascoltato con piacere e lei ha una voce suadente che non si dimentica
Un salutone e alla prossima
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