Il 4 Ottobre è uscito il primo
singolo Alone and weird su Spotify in
primis e su tutte le piattaforme digitali, mentre il 25 Ottobre è uscito l’intero
album sempre su Spotify (clicca qui). Dopo circa un mese e mezzo metterò il
disco in streaming e download su Bandcamp in alta definizione e inserirò nella
parte vendite il CD promo in copie limitate e autografate.
Il disco è una testimonianza di un periodo della mia vita
molto particolare. Il disco infatti nasce da emozioni private, a volte belle,
come la nascita di una figlia, e a volte insopportabilmente tristi, come la perdita
di una madre, ma che comunque si mescolano, raccontando uno spaccato di vita di
un artista, che sfugge alla realtà, trovando conforto nella musica, circondato
e ispirato dal paesaggio vesuviano.
Perché questo titolo? … è anche il titolo di uno dei brani più intensi
dell’album.
E’ il brano più intenso del disco: chi vorrebbe non invecchiare mai? Oppure
maturare saggiamente e rifugiarsi nei ricordi più belli della gioventù che
passa e non torna più?
Come è stata la genesi del disco, dall’idea iniziale alla sua realizzazione
finale
Ho uno studio di registrazione dove produco tante cose e dischi anche per
conto terzi. C’è stato il periodo successivo alla perdita di mia madre dove mi
sono preso un attimo di pausa dal lavoro come tecnico del suono. Nella fase di
scrittura mi sono dedicato a me stesso per potere focalizzare questa forte sensazione
di vuoto, ma al contempo di gioia perché da poco ero diventato papà. Un miscuglio
di emozioni agli antipodi che è stato difficile far coesistere. La musica mi ha
aiutato a liberarmi da questi eccessi. Ricordo che ho anche pianto durante
qualche sessione, fortunatamente ero solo e lontano da occhi indiscreti. Ho
registrato quasi tutti gli strumenti, dalla batteria al basso, le chitarre, il piano
ed ho scritto le partiture per quartetto d’archi che ho registrato live in
studio per i brani Still Believe, Little Star, Golden Youth. Successivamente sono partito per gli USA con la mia famiglia
per motivi di lavoro di mia moglie e li mi sono portato gran parte delle
sessioni italiane. Sono riuscito a terminare parte delle cose in un bellissimo
loft, durante le freddissime nevicate di Milwaukee e contemporaneamente fissavo
sessioni di registrazioni con nuovi amici in vari studi di registrazione locali.
Poi un giorno, da Milwaukee prendo il treno e parto con i mix per masterizzarli
a Chicago, nello studio di Carl Saff. Qui abbiamo dato il tocco finale dopodiché
sono rientrato con la famiglia in Italia contento di avere collezionato una
stupenda esperienza tutta americana fatta di tante cose nuove, amici e musica.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di Golden Youth?
L’ho scritto sopra: qualche volta ho pianto per la forte malinconia ma soprattutto
ho avvertito forti emozioni quando ho registrato live il quartetto d’archi e
stavo li che ascoltavo le mie canzoni abbellite con un suono dolce e soave. La
canzone Still Believe per me è la mia
massima espressione artistica in questo disco. Mi piacerebbe fare un disco solo
chitarra e quartetto d’archi: un po' alla Nick Drake. Non è un sogno.
Se Golden Youthfosse un concept-album su cosa sarebbe? … anche a
posteriori.
Adesso me lo immagino come una passeggiata nelle atmosfere a volte tetre, a
volte solitarie, ma anche intense e primordiali del lago Michigan in pieno
inverno: lago ghiacciato, spiagge innevate e boschi fitti di alberi ma privi di
vita e poi l’incontro inaspettato, bello e allo stesso tempo spiazzante con un
coyote.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero dell’intero
disco? … che ti piace di più fare live?
Di consuetudine ascolto i dischi dall’inizio a alla fine. Questa cosa mi
porta a mantenere un unico ascolto costante anche su brani che poco preferisco
ma che fanno la totalità di tutta l’opera. Sono molto legato a Still Believe come detto sopra e della
sua scelta acustica e delicata nell’ascolto e nell’esecuzione. Certo è una
canzone difficilissima per un pubblico non attento e silenzioso.
Come è stato produrre Golden Youth. Chi hai avuto più vicino dall’inizio alla fine?
Quando si tratta di produrre qualcosa di musicale è
sempre bello. In questo caso produrre il mio disco è ancora più eccitante perché
puoi osare e fare cose che magari nel disco precedente non hai fatto. Oppure
riuscire ad ottenere delle soluzioni sonore strane, particolari che solo se hai
competenze come tecnico del suono puoi fare. Ho sperimentato la tecnica di
ripresa delle orchestre per registrare i miei quartetti d’archi che si chiama ‘Decca
Tree’. In pratica è una tecnica di registrazione con un albero di microfoni nella recording room posizionati in modo tale da
ottenere spazio, profondità e dimensione dall’orchestra. Mi è piaciuto molto il
risultato che ne viene fuori.
Solitamente veniva a trovarmi in studio l’amico
musicista Raffaele Polimeno ex pianista del gruppo partenopeo I Pennelli di Vermeer. A lui è venuta l’dea
di usare il mellotron su molti brani, alcuni sintetizzatori ed un paio di tracce
di pianoforti acustici. Raffaele è una gran bella persona e fonte di idee
preziose.
Copertina vintage, si potrebbe dire con un termine logoro. O no? Come è
nata e chi è l’autore?
Direi di si dai! E’ solo l’effetto del filtro che la definisce tale. La
copertina l’ho creata io tirandola fuori da un paio di scatti fatti in USA
durante una gita familiare al lago Michigan. Eravamo di ritorno dalla passeggiata
quando mia figlia mi chiama e dice “papà guarda cosa ho trovato”. Era una
pietra colorata che riportava una scritta sopra: se mi trovi portami con te e
scatta una foto da pubblicare sui social con questo hashtag…oppure riponila
dove l’hai trovata. Fu un fatto magico perché girandomi per vedere di cosa si
trattasse, i miei occhi furono catturati da quella scena cosi americana con lo
scuola bus giallo alle spalle di mia figlia, il cielo freddo del Mid-west. Ho tirato
fuori la macchinetta fotografica e ho fermato quel momento, sicuramente
singolare per un europeo del sud, come me.
Come presenti dal vivo il disco?
Sto valutando un po' di cose. Mi piacerebbe fare un tour anche da solo con
chitarra elettrica e voce ma anche girare e suonare a formazione completa, ovvero
in quattro, dove è possibile sarebbe bello. Sto cercando di organizzarmi un
tour in Europa per la primavera del 2020 in formazione ridotta e snella.
Altro da dichiarare?
E’ stato bello immergermi nella vostra palude. M ha fatto piacere scambiare
due chiacchiere in compagnia, non ci vedevamo dai tempi del secondo disco Horizon Tales. Siete forti come sempre. Restate
sintonizzati ...
Fa molto piacere ritrovare dopo alcuni anni l'amico Giovanni, in arte Softone, che come ha detto nell'intervista non passava di qui dai tempi del secondo disco Horizon Tales ... era il marzo 2012 e allora si intervistava in diretta qui in palude.
Grande anche Psyco Visions acida, come suggerisce il titolo, che fa pensare inevitabilmente ai Pynk Floyd, ... grande sax, grandi incroci di chitarre, grande the Softone.
Dopo di questa, viene subito The Place, con una sinfonia magica a precedere la voce di Giovanni, a tratti amplificata, per un finale psichdelico del disco come non si poteva immaginare (o forse sì) ... e gli archi, il piano, tutto che suona come una band sola, come in effetti è ...
Ma non mi dispiacciono manco i pezzi più pop-folk, tipo I Whish, della quale ho messo qui sotto il video dal vivo: grande attacco di chitarra languida, magica, un cantato molto intenso, l'organo che sale ... sembra un classico del pop-folk internazionale fin dal primo ascolto.
Vi potrei poi dire Sweet Mom, molto personale, malinconica, con un gran sax, o Surprising Me, autentico pop senza tempo ... entrambe, alla loro maniera, psichedeliche.
Questa è forse la nota maggiore del disco, ma mi potrei sbagliare... di sicuro, è un disco da ascoltare e riascoltare, in queste notti d'autunno. Ci aiuterà a sopportare il buio che viene presto ...
Critico rock del web. Pacifista integrale.
Collaboratore del sito della nota agenda
Smemoranda dalla lontana estate del 2003 e del Frigidaire cartaceo dall'autunno 2009. Dall'aprile 2017 collabora anche con Il Nuovo Male, e dall'estate del 2017 con il portale I Think Magazine, dall'autunno 2018 con MeLoLeggo.it. A gennaio 2018 fonda con Elle il sito L'ORTO DI ELLE E ALLI . Metà veneto, metà altoatesino (la mamma è dello stesso paese di Lilli Gruber), è nato nei primi anni Settanta, il giorno del compleanno di Jack Kerouac.
9 Commenti:
Fa molto piacere ritrovare dopo alcuni anni l'amico Giovanni, in arte Softone, che come ha detto nell'intervista non passava di qui dai tempi del secondo disco Horizon Tales ... era il marzo 2012 e allora si intervistava in diretta qui in palude.
Fa molto piacere ritrovarlo con un bel disco come questo, il quarto: maturo, malinconico, autunnale nel senso pop e folk del termine.
Dieci pezzi pezzi, uno più bello dell'altro, con in più intro e outro, soffici, soavi, per aprire e chiudere Golden Youth.
Concordo con lui nel trovare Little star tra le preferite: canzone decisamente "nickdrake"; voce/chitarra e archi, intenso, da pelle d'oca a tratti.
Grande anche Psyco Visions acida, come suggerisce il titolo, che fa pensare inevitabilmente ai Pynk Floyd, ... grande sax, grandi incroci di chitarre, grande the Softone.
Dopo di questa, viene subito The Place, con una sinfonia magica a precedere la voce di Giovanni, a tratti amplificata, per un finale psichdelico del disco come non si poteva immaginare (o forse sì) ... e gli archi, il piano, tutto che suona come una band sola, come in effetti è ...
Ma non mi dispiacciono manco i pezzi più pop-folk, tipo I Whish, della quale ho messo qui sotto il video dal vivo: grande attacco di chitarra languida, magica, un cantato molto intenso, l'organo che sale ... sembra un classico del pop-folk internazionale fin dal primo ascolto.
Vi potrei poi dire Sweet Mom, molto personale, malinconica, con un gran sax, o Surprising Me, autentico pop senza tempo ... entrambe, alla loro maniera, psichedeliche.
Questa è forse la nota maggiore del disco, ma mi potrei sbagliare... di sicuro, è un disco da ascoltare e riascoltare, in queste notti d'autunno. Ci aiuterà a sopportare il buio che viene presto ...
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page