Il disco è nato come conseguenza
naturale di un percorso durato quasi due anni, iniziato quasi per puro diletto.
Quello che ci rende estremamente
felici è constatare che senza il nostro collettivo (Dotto) non sarebbe successo
nulla perché è grazie a Dotto se ci siamo incontrati ed è nello studio che
abbiamo preso tutti insieme che abbiamo potuto prima lavorare assieme sui pezzi
e poi registrarli, grazie a un altro validissimo membro del collettivo (Loris)
che ha registrato e mixato il tutto.
Perché nessun titolo, se non il
nome della band? … per dire siamo le nostre canzoni?
Siamo molto legati al nome della
band, che ci è piovuto addosso come un’epifania. Messa di fronte alla scelta ci siamo resi
conto che qualsiasi altro titolo non avrebbe avuto lo stesso valore.
Come è stata la genesi del disco,
dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Anche in questo caso è nato tutto
in maniera estremamente spontanea.
Il primo brano che abbiamo scritto
assieme è stato I Ask Shield, sicuramente la nostra canzone più “sempliciotta”,
ma è stata quella che ha gettato le basi della nostra filosofia:
"Sta parte mi sembra
banalotta"
"Si ma a te piace?"
"Da morire"
"Allora facciamola così e
pochi cazzi"
Il senso è semplicemente che
tutti e tre arrivavamo da generi diversi e molto categorici: con questo disco
abbiamo semplicemente deciso di fare quello che ci andava di fare.
Questo ci ha portati ad avere un
disco che ci rappresenta veramente senza dover pensare a chi e a quanti
piacerà.
Qualche episodio che è rimasto
nella memoria durante la lavorazione del cd?
La registrazione di un disco è
sempre un momento tanto emotivamente/fisicamente frustrante quanto appagante.
Alcuni ricordi di quest’esperienza ci sono rimasti nel cuore. Ad esempio il
contapersone usato da Michele per sommare gli insulti ricevuti da parte degli
altri due, l'alimentazione scriteriata, la visione periodica di video idioti
nelle pause, l'uso smodato di sostanze psicotrope e dell’app di Futurama.
Se il vostro album fosse un
concept-album su cosa sarebbe? … anche a posteriori?
Probabilmente racconterebbe un
viaggio interdimensionale onirico tra i pianeti della nostra immaginazione. Ok,
non ha molto senso, però il tutto sarebbe narrato da Lovecraft.
C’è qualche pezzo che preferite?
Qualche pezzo del quale andate più fieri dell’intero disco? … che vi piace di
più fare live?
Facendo una media ponderata tra
le preferenze di ciascuno dei tre, Tecumseh e ElectricSaint sono quelle di cui
siamo più orgogliosi e che ci fanno impazzire mentre le suoniamo dal vivo.
Come mai tutte queste realtà
dietro alla produzione del disco? Quante e quali sono? Come è nata la
collaborazione con loro?
Negli anni il collettivo Dotto si
è anche evoluto come piccola label, venendo in contatto con tante realtà affini
sul piano ideologico, pronte a rispondere presente a seconda del disco in
uscita, in un circolo virtuoso che è poi alla base di tutto quello che è il vero
mondo “indipendente”. In questo caso si tratta di cinque realtà: ovviamente
Dotto, poi i carissimi amici di Floppy e Scatti Vorticosi con i quali si
collabora da un bel po’, i ragazzi di Brigante e infine Carlos Palacios di
Entes Anomicos che ha contribuito a una sorpresa, che speriamo di svelare a
breve.
Copertina molto impressionante,
da suggestioni fumetto alternative. Come è nata? Chi l’autore?
Noi adoriamo tutto l'artwork che
STRX ha creato per noi, è un ragazzo di grande talento, molto bravo nella
difficile impresa di dare vita concreta alle nostre idee strampalate.
L'abbiamo scoperto un po' per
caso e ci siamo innamorati subito del suo stile, quindi appena abbiamo iniziato
i lavori per il disco l'abbiamo contattato dicendogli:
"Guarda a noi piacciono i
dinosauri, con una spiccata prevalenza per i triceratopi. Ah anche il deserto è
bello...però anche la fantascienza...vabeh hai carta bianca, fai un po'
tu".
Il risultato è un mix perfetto di
questi elementi e ci fa godere come ricci. Tant’è che i nostri cari stanno
popolando le nostre case di triceratopi somiglianti a quello della copertina.
Come presentate dal vivo il disco?
Cerchiamo di riproporne le
atmosfere il più fedelmente possibile ma stiamo già inframmezzando la scaletta
con nuovo materiale.
Altro da dichiarare?
Giuriamo che del cadavere nel
bagagliaio non sapevamo nulla.
Dall'iniziale Azathoth, corale e ricca di patos, tra pieni e vuoti Thin White Rope, al gran pezzo finale, il maestoso Tecumseh, hard-gotic-grunge-rock con i controfiocchi.
E in mezzo il gran ritmo di San Pedro, che dal vivo deve infiammare un casino, il pestante Electric Saint, con la band a suonare come un uomo solo (si capisce perché è un dei loro preferiti).
Menzione speciale alla copertina, con strano dinosauro, fatta da STRX, artista che non conoscevo, ma da seguire (ho linkato nell'intervista il suo instagram).
Critico rock del web. Pacifista integrale.
Collaboratore del sito della nota agenda
Smemoranda dalla lontana estate del 2003 e del Frigidaire cartaceo dall'autunno 2009. Dall'aprile 2017 collabora anche con Il Nuovo Male, e dall'estate del 2017 con il portale I Think Magazine, dall'autunno 2018 con MeLoLeggo.it. A gennaio 2018 fonda con Elle il sito L'ORTO DI ELLE E ALLI . Metà veneto, metà altoatesino (la mamma è dello stesso paese di Lilli Gruber), è nato nei primi anni Settanta, il giorno del compleanno di Jack Kerouac.
10 Commenti:
Gran piacere ospitare in palude questa band di Torino, gli Swörn e il loro rock a tinte forte ...
Un rock acido e duro, come lascia ben intuire la puntuale copertina (e sentirete ascoltandolo in n dei link messi a disposizione).
Solo sei pezzi, ma con una vibra e una dilatazione a mille, che vi sembreranno molti di più.
Dall'iniziale Azathoth, corale e ricca di patos, tra pieni e vuoti Thin White Rope, al gran pezzo finale, il maestoso Tecumseh, hard-gotic-grunge-rock con i controfiocchi.
E in mezzo il gran ritmo di San Pedro, che dal vivo deve infiammare un casino, il pestante Electric Saint, con la band a suonare come un uomo solo (si capisce perché è un dei loro preferiti).
Ma è tutto un disco da ascoltare questo esordio degli Swörn: compatto, sembra un'unica tirata di trenta minuti di psichdelica rockmusic incandescente.
Menzione speciale alla copertina, con strano dinosauro, fatta da STRX, artista che non conoscevo, ma da seguire (ho linkato nell'intervista il suo instagram).
Come da seguire sono questi Swörn. Da Torino con furore.
Fantascienza e Lovecraft? Siamo a cavallo! Grandi
Già, credo che abbiano delle tematiche molto apprezzabili.
Ciao Clarke!
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page