Da anni seguo con piacere il cinema di Aki Kaurismaki, almeno i film
che sono riusciti ad avere una buona visibilità/distribuzione anche
da noi. Poche volte al cinema, devo dire la verità, più spesso in
tv. Per fortuna il nuovo, ironico e forte suo lavoro è stato
proposto da una sala della mia città, il cinema dove andiamo più
spesso e volentieri a vedere film Elle e io, si chiama Kappadue. Il
titolo della pellicola (lui gira ancora proprio con la pellicola)
invece è L'altro volto della speranza, ed è valso al regista
finlandese il premio per la regia all'ultima edizione del Festival
di Berlino. Premio più che meritato.
L'altro volto della speranza, è il capitolo numero due della
"Trilogia dei migranti, o dei porti", iniziata con Miracolo a Le
Havre (2011), che ho avuto la fortuna di vedere in Tv di
recente. Come in quello, c'è di mezzo un immigrato, qui ancora più
protagonista. Si tratta di Khaled, un rifugiato fuggito dalla Siria
in guerra. L'arrivo a Helsinki, dopo un avventuroso viaggio
attraverso l'Europa, è di vero culto: con la faccia nera di carbone,
dal cargo dove ha viaggiato, i suoi gesti normali (lavarsi in una
doccia pubblica, presentarsi alle autorità per chiedere asilo,
raccontare la sua storia di morte e fuga), sembra un omino debole e
solo dei tanti primi film di Chaplin. Vorrebbe solo vivere, ma la
società, piena di razzisti ignoranti e profittatori, non glielo
permette. Anche la tollerante e democratica Europa, capace di
condannare a parole tutti i giorni Assad, quando deve decidere se
accogliere la sua domanda di asilo, dice no, non c'è pericolo di
vita. Hanno assassinato tutti i suoi famigliari (governo od
opposizione, bombe di Trump o russe non importa, non è la questione
al centro del film), è rimasta in vita solo la sorella minore, persa
di vista durante la fuga, ma per i burocrati democratici non c'è
pericolo di vita. Quindi se ne ritorni in Siria, un aereo lo porterà
in Turchia, e poi sarà accompagnato alla frontiera. Ipocriti!
Ovviamente, la sera prima del rimpatrio, scappa. Sulla sua strada
incontra un altro strano personaggio da cinema muto. Un ex
rappresentate di camicie, solo e disilluso, che ha da poco tempo
preso in gestione un ristorante con del personale strambo e
divertente. Tutti quanti prendono in simpatia Khaled, lo nascondono
alle autorità, mettendolo a fare l'uomo tuttofare del ristorante (da
antologia la scena del perfetto finto passaporto, preparato da un
giovane ragazzetto con il suo pc). L'unico pericolo sembra ora
quello dei nazisti finlandesi (ci sono pure lì), che lo molestano ad
ogni suo incontro (ma spesso e volentieri ci sono dei vecchi beat a
difenderlo), l'unica preoccupazione è per sua sorella (sarà ancora
viva? ... e dove sarà?). Un profugo iracheno, conosciuto al centro
di prima accoglienza, cerca, tramite il suo cellulare, di contattare
la sorella, e un bel giorno anche lei riesce a raggiungere la
Finlandia. Il mattino che Khaled l'accompagna, di nascosto, al
centro di prima accoglienza per chiedere asilo, viene accoltellato a
morte dai soliti teppisti nazi. Non sappiamo se Khaled muoia (o sia
morto, e quello sia solo il suo fantasma), se la sorella sarà
rimpatriata, sappiamo solo che la Storia continua, le guerre e la
fame spingerà gente a fuggire dalla propria regione, e a fermarsi,
in modo legale o illegale, nella Vecchia Europa.
Ho voluto raccontare quasi tutta la trama, perché il film va visto
indipendentemente che si conosca o meno il finale. Anche perché non
c'è un vero e proprio finale, è una storia aperta, delle vite,
riprese in modo reale, senza voler fare un documentario, ma
riuscendo, forse più di un documentario, a dire qualcosa di
autentico. Con la sua maniere surreale e la recitazione a
togliere dei suoi attori, Kaurismaki racconta perfettamente
l'Europa di oggi. Ci sono momenti da mandare a memoria, come
l'arrivo della sorella di Khaled nascosta sotto al camion, grazie ad
un camionista amico del gestore del ristorante, oppure i tentativi
buffi di cambiare tipologia di ristorazione, dalla cucina cinese a
quella indiana, con tutto il personale a mettersi il vestito
d'occasione. Divertenti anche gli intermezzi musicali, con vecchi
cantanti folk. Tutto in L'altro volto della speranza gira
perfettamente. Con naturalezza e freschezza di un cinema per niente
scontato, per niente prevedibile.
"Io considero il maltrattamento dei migranti e rifugiati un crimine
contro l'umanità. Nei secoli passati l'Europa era il cuore della
cultura dell'accoglienza, oggi è il covo di criminali che stanno
distruggendo le democrazie." Ha detto Aki Kaurimaski a Berlino 2017.
Condivido in pieno, e consiglio a tutti di andare a vedere questa
pellicola importante, magari con veri dibattiti seguenti, perché il
tema è fondamentale. Il tema di che Europa vogliamo, fuori da
retoriche, da vuote parole contro dittatori e democrazie da salvare.
La democrazia da salvare è qui e subito ...
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14 Commenti:
Miracolo a Le Havre è un film "da vedere", imperdibile. Il regista riesce a raccontare senza retorica la vita degli umili, dei poveri, di quelli senza "potere". La sua è vera empatia, non gridata. Guarderò con grandissimo interesse questo nuovo lavoro *_*
Cercherò di non farmelo assolutamente scappare.
Sono film significativi e da guardare.
Saluti a presto.
Voglio vedere se lo distribuiscono anche da me. Mi piace quando le tue emozioni scorrono lungo tutto il tuo post senza perdere quella lucidità espositiva che ti contraddistingue.
Grande Aki (e grande Ally): non vedo l'ora di vedere questo film. :)
@Glò
Dici tutto bene, non aggiungo altro, anzi, dico che "L'altro volto della speranza" è sulla stessa linea d'onda ...
@Marcaval
Farselo scappare? Sarebbe imperdonabile :)
@Cavaliere oscuro del web
Vero: a guardare e promuovere ...
@Daniele
Grazie del complimento, spero e penso che
@Zio Scriba
Grazie Zio, spero tu riesca a vederlo presto.
Mi era sfuggita l'uscita di questo film, voglio assolutamente vederlo.
Uscito da qualche settimana. Sì, devi assolutamente vederlo!
Cercherò di vederlo perché l'ho messo in lista, oltretutto il tuo post ha rafforzato la voglia di gustarlo!
Grazie.
Mi piace sempre leggerti.
Grazie per la fiducia ... attendo tue sul film!
Visto!! ... proprio un bel film come anche "Miracolo a Le Havre".
Concordo, sono due film di Kaurismaki e si vede ... c'è tutta la sua umanità e la sua ironia.
Ricordo con grande tenerezza Vita da bohème. È di sicuro un grande film... Parola di Alligatore!
Certo, gran film, te lo assicuro. Ti ha mai deluso Aki? ... e allora!
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