NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE: Rock (Cantautorato
influenzato dal Glam Rock e dalla cultura Dark)
DOVE ASCOLTARLO (in parte o
tutto): Nei negozi di dischi. Il video del singolo “Sonia” sarà in anteprima su
XL la prima settimana di Dicembre.
PARTICOLARITA’: E’ un concept
album a fumetti basato sullo scrittore H.P. Lovecraft
CITTA’: Brescia/Firenze
DATA DI USCITA: 02.12.2016
Come è nato Lovecraft
nel Polesine?
L’idea mi venne in un giorno di vacanza, sette anni fa. Mi trovavo al mare, in
uno dei lidi ferraresi, e spulciando fra le scansie di una di quelle
edicole-bazar nelle quali passo gran parte del mio tempo vacanziero, mi
imbattei in un vecchio numero de I Meridiani. In copertina si faceva
riferimento ad un manoscritto attribuito a Lovecraft e ad un suo “viaggio
impossibile”: lo scrittore si sarebbe recato in Italia nel 1926, dopo la
separazione dalla moglie Sonia Greene, finendo con lo stazionare a lungo in
Polesine, non troppo lontano da dove stavo villeggiando. Qui sarebbe entrato in
contatto con alcuni culti sotterranei, assistendo ad un rito che gli avrebbe
addirittura ispirato il famoso Ciclo di Cthulhu.
Perché questo titolo? …
In effetti è un po’ didascalico, e mi sono baloccato per mesi con varie ipotesi
alternative. Avevo pensato di chiamarlo “La ricorrenza”, come uno dei brani
dell’album, che è anche il titolo di uno dei miei racconti preferiti di Lovecraft, ma mi pareva un po’ vago. Poi per qualche tempo fui deciso a
intitolarlo “Il fiume” oppure “Il grande fiume”, in omaggio al Po. Mi piaceva
anche il fatto che questo titolo, associato ad una storia dalle tinte horror
ricordasse un po’ il film La morte corre sul fiume, di Charles Laughton, con
un cattivissimo Robert Mitchum.
Alla fine anche questo mi pareva poco a fuoco, e così mi orientai verso
qualcosa di più semplice e diretto: mi pare che in questo modo sia subito
chiaro di che cosa si tratti.
Non mi sono mai piaciute le cose troppo criptiche: al di là di tutte le mie
stranezze sono un Rocker, e mi piace arrivare al punto senza troppi giri di
parole.
Come è stata la genesi del cd,
dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Questa è stata la parte più complicata: da subito volevo fare qualcosa di
“unitario”, che obbligasse in un certo senso l’ascoltatore ad un ascolto diverso
da quello frammentario e distratto che spesso viene fatto oggi.
Volevo fare un disco che potesse essere fruito come facevo da ragazzo, tenendo
il supporto in mano durante l’ascolto, ed ammirandone la parte grafica
(immagini, testi e quant’altro).
Mi decisi a fare un concept album prima ancora di aver scelto quale storia
raccontare, e pensando a come avrei potuto costruire una parte grafica che non
si esaurisse in un paio di foto vezzose mi venne in mente il fumetto.
Qualche episodio che è rimasto
nella memoria durante la lavorazione di Lovecraft
nel Polesine?
Ci sono vari momenti delle
registrazioni che mi sono rimasti impressi in modo molto vivido.
Uno è stato quando io e Marco Franzoni, il produttore, abbiamo deciso che il
singolo Sonia avesse bisogno di una sterzata vero l’Acid Rock, e abbiamo
imbracciato entrambi le chitarre: ne venne fuori una session molto “sonica”,
uno dei momenti in cui mi sono maggiormente divertito a suonare. Eravamo in
piedi davanti al banco con questi suoni pazzeschi e mi sentivo un po’ come se
fossimo Wayne Kramer e Fred Sonic Smith: molto bello!
Un altro momento epico fu
quando Giorgia Poli arrivò con il contrabbasso per suonare su Rovigo. Si mise
in fondo alla regia, quasi al buio, e mentre scorreva il pezzo montavano queste
sue architetture cupe e insinuanti: fu molto intenso, se posso dire.
Ecco, Giorgia è un vero tesoro, ha un carattere dolcissimo, però ha anche un
lato stregonesco da tenere in conto. Mi è capitato più volte sia trovandomi sul
palco con lei, che guardandola come spettatore, di avere l’impressione che
stesse accadendo qualcosa, al di là della semplice musica. Ora non voglio
entrare in dettagli perché potrebbe apparire un po’ ridicolo.
Infine la session con Andy
Rourke fu davvero molto divertente: siamo amici ormai da un po’ di anni, e c’è
un’ottima “camaraderie” quando ci si trova a lavorare insieme. Lo ritengo uno
dei migliori bassisti della storia del Rock, senza esagerare: glielo dissi pure
una volta, che quando ascolto gli Smiths mi concentro soprattutto sulle parti
di basso. Lui ha questo modo di suonare assolutamente istintivo, molto diverso
dal mio approccio “ragionato”. Chiaramente mentre suonavamo ci scolammo pure
una bottiglia di Chardonnay e si cominciò a parlare di vecchie storie, coinvolgendo
per telefono il comune amico Marco Pirroni e facendoci un sacco di risate
parlando di “chi non si può nominare” e di tutte le sue manie. Alla fine ce ne
andammo in un bar a finire la serata. Mi vengono in mente varie “scenette
buffe” di cui Andy si rese protagonista, ma anche qui preferisco non entrare in
dettagli, e mi limito a ridere da solo come un’idiota.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … ovviamente tolgo il
fosse … è!
Sono partito dalla storia narrata dal giornalista Roberto Leggio nell’articolo
di cui parlavo poco più in alto, e ci ho costruito intorno una storia che ha
per protagonisti Lovecraft, un gruppo di “vitelloni” di Rovigo, e un viaggio
misterioso nel Polesine. La cosa inizia come una sorta di “road movie” per poi
prendere tinte sempre più scure, fino al climax finale.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero di Lovecraft nel Polesine?… che ti piace di
più fare live?
All’inizio Sonia era il mio brano preferito: mi piaceva questa storia
d’amore narrata dalla distanza, in un luogo vasto e sconfinato. Mi è sempre
piaciuta poi la dimensione “soul” del brano, che è nato anni fa durante una
sessione di registrazioni con un vecchio wurlitzer.
Col tempo però anche altri brani sono diventati dei favoriti, specie dopo la
primissima esibizione live che ho fatto in solitaria durante la festa di
compleanno della Kandinski Records. Una buona idea, Giorni d’attesa, Rovigo e
Che cosa è stato sono altre canzoni che mi fanno sentire soddisfatto.
Il cd è uscito con Snowdonia dischi. Come vi siete incontrati per questo
lavoro tra mito, musica, fumetto, letteratura? Impensabile farlo con un’altra
label … o no?
In effetti ho pensato subito di tornare a lavorare con Cinzia e Alberto per
questo progetto: erano gli unici che mi avrebbero garantito la libertà
necessaria, senza le ansie che serpeggiano in altri ambienti (quella da vendita
che sperimentai nel circuito major quando ero legato a Sony e ad Edel, e quelle
più indefinite ma non meno opprimenti che si possono trovare in alcuni contesti
“indie”). Ci tengo a dire che non sto in alcun modo polemizzando con le altre
etichette per le quali ho inciso in passato, e con le quali ho portato a
termine progetti di cui sono molto orgoglioso, ma per questo disco avevo
bisogno, anche per motivi legati alle mie vicissitudini personali, di molta
tranquillità e buoni sentimenti.
Con Cinzia le cose sono chiare da subito: se il progetto le piace ti
sostiene senza alcuna esitazione o limitazione. Se non le piace non si fa,
punto e basta.
Fumetto e disco raccontato la stessa storia, quella di Lovecraft nel
Polesine, appunto. Come avete lavorato insieme? Come si è sviluppato il lavoro?
Musica e fumetto su due binari paralleli?
Mentre la musica e gli episodi della vicenda cominciavano a prendere forma,
inviavo a Saša le mie riflessioni, alcune vecchie foto, le prime bozze della
trama.
Con lui lavoro sempre così: è stato più o meno lo stesso con il mio disco
di Natale, It’s Christmas in the Jet Set, e con la canzone Manituana che
pubblicai per Wu Ming sul sito del libro omonimo. In entrambi i casi Aleksandar
Zograf (lo pseudonimo con il quale è noto al grande pubblico) realizzò delle
tavole ispirate alla mia musica.
Saša è un artista visionario, e non sarebbe pensabile di lavorare con lui
sottoponendogli uno storyboard e imbrigliandolo ad una narrazione già decisa.
Una volta che fu entrato nella dimensione del racconto, gli inviai la storia
completa, ci accordammo per 8 tavole più la copertina e gli lasciai carta
bianca su tutto: mi fido completamente delle sue scelte.
Scrisse e disegnò il suo
bellissimo fumetto, e io lo tradussi in italiano.
Dream Watcher (il nome conferitogli dal Capo Piercing Eyes, con il quale è
stato accolto come membro onorario della Pan-American Indian Association) ha
bisogno di poter guardare nei sogni per trovare le sue immagini.
Come presentate dal vivo questo album?
Per questo album mi presenterò all’appuntamento live in veste di
pianista-cantante, accompagnato da tre musicisti di grande esperienza: Matteo
Mantovani alla chitarra, Giorgio Marcelli al basso e Beppe Facchetti alla
batteria
Ci sarà una grande serata inaugurale al Carmen Town di Brescia, con una
mostra curata dalla filiale locale della Scuola Internazionale di Comics,
dopodiché ho fissato alcune date a Roma e altre nel bresciano.
Con Andy Fumagalli abbiamo ideato un format concerto + mostra fumetto + DJ
Set a tema Dark curato dallo stesso Andy. Questo format verrà proposto ad
alcuni locali medio-grandi da La-La Music, l’agenzia di booking con cui sto
lavorando.
Con Andy avevo collaborato ai tempi del mio contratto con Sony (duettammo
su un brano del mio primo album, La vita sociale), e abbiamo da poco dato vita
ad una bellissima collaborazione fra il modo dell’arte e quello del vino.
Andy ha infatti realizzato un grande dipinto nel suo consueto stile pop-art-fluorescente
raffigurante il Fiasco di Chianti Superiore di Ruffino, l’azienda nella quale
lavoro come direttore della distribuzione. Nel mese di Novembre verrà anche
lanciata sul mercato una serie limitata del Fiasco d’Andy. Sono molto
orgoglioso di aver messo in contatto queste due realtà (non ho fatto molto di
più, in vero), e sono molto curioso di vedere che cosa succederà e come sarà
accolta questa iniziativa. Fondere insieme la mia passione per la musica,
l’arte e il buon vino è una cosa che avevo in testa da parecchio tempo. E sulla
quale voglio lavorare ancora in futuro.
Trovandoci di nuovo a collaborare, gli ho parlato del mio progetto, e ci è venuta questa idea per una
sorta di Dark fiction double feature, per usare una terminologia di
derivazione Rocky-Horror.
Altro da dichiarare?
Lovecraft nel Polesine è stato un progetto molto ambizioso e molto
impegnativo, e ci sono stati momenti in cui ho pensato che non sarei mai
riuscito a portarlo a termine. Sono molto orgoglioso del risultato e spero
davvero che possa essere apprezzato da chi ama questo genere di immaginario.
Etichette: Aleksandar Zograf, Andy Rourke, Brescia, Carmen Town, Fumetti, H.P. Lovecraft, I Meridiani, In palude con ..., Intervista, Jet Set Roger, Lombardia, Lovecraft nel Polesine, Robert Mitchum, Smiths, Snowdonia, Wu Ming
14 Commenti:
Non è un semplice disco, ma è un concept-album, con Aleksandar Zograf, uno dei pi grandi fumettisti, che ha fatto i disegni contenuti nel magnifico supporto.
Una chicca da leccarsi i baffi, e potrei dire solo questo ... basterebbe a consigliarne l'acquisto spassionato.
Ma leggete quello che Jet Set Roger ha raccontato, con dettagli importanti e tanta passione, vedrete che vi interesserà ancora di più ...
Ogni volta che l'ascolto, mi fermo a rileggere il fumetto di Zograf, che segue pedissequamente il disco, la misteriosa storia del soggiorno di H.P. Lovecraft nel Polesine. Vero o falso che sia, è molto affascinante, da raccontarlo in musica e immagini.
Leggere il fumetto, ascoltando il disco non disturba, anzi, si crea una bella atmosfera, le due arti convivono alla grande ...
Questo non mi ha quindi impedito di apprezzare ed evidenziare le canzoni migliori, che voglio ancora una volta dire...
Direi l'iniziale Rovigo, jazzato bozzetto di provincia che un tempo avremmo detto contiano, Grand Tour e E' sempre festa, con chitarre e wurlitzer a mille, il ritmo che sale, grandi ottime vibrazioni.
Mi affascina molto anche La fine del viaggio per l'atmosfera onirica e la sua elettricità, Qualcosa d'importante e La ricorrenza glam-rock per gli episodi più misteriosi, gotici, della vicenda.
Da segnalare anche il finale romantico voce/chitarra a narrare una cosa passata, la storia raccontata nel disco, con accanto i vocalizzi magici della Kinczly,l'organo barocco ... gran disco.
Tutto da ascoltare.
Al volo le mie preferite: Rovigo, La burla, La ricorrenza mi piacciono moltissimo :o)
Però sì, è tutto da ascoltare. Tutto.
In verità Elle, concordo con te ... e lo fari anche se ne avessi dette altre, proprio perché è tutto da ascoltare.
Rovigo, Rovigo ci accomuna ... magari un giorno ci andiamo a vederla :)
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