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venerdì 25 novembre 2016

In palude con Jet Set Roger


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE: Rock (Cantautorato influenzato dal Glam Rock e dalla cultura Dark)
DOVE ASCOLTARLO (in parte o tutto): Nei negozi di dischi. Il video del singolo “Sonia” sarà in anteprima su XL la prima settimana di Dicembre.
LABEL: Snowdonia
PARTICOLARITA’: E’ un concept album a fumetti basato sullo scrittore H.P. Lovecraft
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CITTA’: Brescia/Firenze
DATA DI USCITA: 02.12.2016

L’INTERVISTA
Come è nato Lovecraft nel Polesine?
L’idea mi venne in un giorno di vacanza, sette anni fa. Mi trovavo al mare, in uno dei lidi ferraresi, e spulciando fra le scansie di una di quelle edicole-bazar nelle quali passo gran parte del mio tempo vacanziero, mi imbattei in un vecchio numero de I Meridiani. In copertina si faceva riferimento ad un manoscritto attribuito a Lovecraft e ad un suo “viaggio impossibile”: lo scrittore si sarebbe recato in Italia nel 1926, dopo la separazione dalla moglie Sonia Greene, finendo con lo stazionare a lungo in Polesine, non troppo lontano da dove stavo villeggiando. Qui sarebbe entrato in contatto con alcuni culti sotterranei, assistendo ad un rito che gli avrebbe addirittura ispirato il famoso Ciclo di Cthulhu.
Perché questo titolo? …
In effetti è un po’ didascalico, e mi sono baloccato per mesi con varie ipotesi alternative. Avevo pensato di chiamarlo “La ricorrenza”, come uno dei brani dell’album, che è anche il titolo di uno dei miei racconti preferiti di
Lovecraft, ma mi pareva un po’ vago. Poi per qualche tempo fui deciso a intitolarlo “Il fiume” oppure “Il grande fiume”, in omaggio al Po. Mi piaceva anche il fatto che questo titolo, associato ad una storia dalle tinte horror ricordasse un po’ il film La morte corre sul fiume, di Charles Laughton, con un cattivissimo Robert Mitchum.
Alla fine anche questo mi pareva poco a fuoco, e così mi orientai verso qualcosa di più semplice e diretto: mi pare che in questo modo sia subito chiaro di che cosa si tratti.
Non mi sono mai piaciute le cose troppo criptiche: al di là di tutte le mie stranezze sono un Rocker, e mi piace arrivare al punto senza troppi giri di parole.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Questa è stata la parte più complicata: da subito volevo fare qualcosa di “unitario”, che obbligasse in un certo senso l’ascoltatore ad un ascolto diverso da quello frammentario e distratto che spesso viene fatto oggi.
Volevo fare un disco che potesse essere fruito come facevo da ragazzo, tenendo il supporto in mano durante l’ascolto, ed ammirandone la parte grafica (immagini, testi e quant’altro).
Mi decisi a fare un concept album prima ancora di aver scelto quale storia raccontare, e pensando a come avrei potuto costruire una parte grafica che non si esaurisse in un paio di foto vezzose mi venne in mente il fumetto.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di Lovecraft nel Polesine?
Ci sono vari momenti delle registrazioni che mi sono rimasti impressi in modo molto vivido.
Uno è stato quando io e Marco Franzoni, il produttore, abbiamo deciso che il singolo Sonia avesse bisogno di una sterzata vero l’Acid Rock, e abbiamo imbracciato entrambi le chitarre: ne venne fuori una session molto “sonica”, uno dei momenti in cui mi sono maggiormente divertito a suonare. Eravamo in piedi davanti al banco con questi suoni pazzeschi e mi sentivo un po’ come se fossimo Wayne Kramer e Fred Sonic Smith: molto bello!
Un altro momento epico fu quando Giorgia Poli arrivò con il contrabbasso per suonare su Rovigo. Si mise in fondo alla regia, quasi al buio, e mentre scorreva il pezzo montavano queste sue architetture cupe e insinuanti: fu molto intenso, se posso dire.
Ecco, Giorgia è un vero tesoro, ha un carattere dolcissimo, però ha anche un lato stregonesco da tenere in conto. Mi è capitato più volte sia trovandomi sul palco con lei, che guardandola come spettatore, di avere l’impressione che stesse accadendo qualcosa, al di là della semplice musica. Ora non voglio entrare in dettagli perché potrebbe apparire un po’ ridicolo.
Infine la session con Andy Rourke fu davvero molto divertente: siamo amici ormai da un po’ di anni, e c’è un’ottima “camaraderie” quando ci si trova a lavorare insieme. Lo ritengo uno dei migliori bassisti della storia del Rock, senza esagerare: glielo dissi pure una volta, che quando ascolto gli Smiths mi concentro soprattutto sulle parti di basso. Lui ha questo modo di suonare assolutamente istintivo, molto diverso dal mio approccio “ragionato”. Chiaramente mentre suonavamo ci scolammo pure una bottiglia di Chardonnay e si cominciò a parlare di vecchie storie, coinvolgendo per telefono il comune amico Marco Pirroni e facendoci un sacco di risate parlando di “chi non si può nominare” e di tutte le sue manie. Alla fine ce ne andammo in un bar a finire la serata. Mi vengono in mente varie “scenette buffe” di cui Andy si rese protagonista, ma anche qui preferisco non entrare in dettagli, e mi limito a ridere da solo come un’idiota.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … ovviamente tolgo il fosse … è!
Sono partito dalla storia narrata dal giornalista Roberto Leggio nell’articolo di cui parlavo poco più in alto, e ci ho costruito intorno una storia che ha per protagonisti Lovecraft, un gruppo di “vitelloni” di Rovigo, e un viaggio misterioso nel Polesine. La cosa inizia come una sorta di “road movie” per poi prendere tinte sempre più scure, fino al climax finale.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero di Lovecraft nel Polesine?… che ti piace di più fare live?
All’inizio Sonia era il mio brano preferito: mi piaceva questa storia d’amore narrata dalla distanza, in un luogo vasto e sconfinato. Mi è sempre piaciuta poi la dimensione “soul” del brano, che è nato anni fa durante una sessione di registrazioni con un vecchio wurlitzer.
Col tempo però anche altri brani sono diventati dei favoriti, specie dopo la primissima esibizione live che ho fatto in solitaria durante la festa di compleanno della Kandinski Records. Una buona idea, Giorni d’attesa, Rovigo e Che cosa è stato sono altre canzoni che mi fanno sentire soddisfatto.
Il cd è uscito con Snowdonia dischi. Come vi siete incontrati per questo lavoro tra mito, musica, fumetto, letteratura? Impensabile farlo con un’altra label … o no?
In effetti ho pensato subito di tornare a lavorare con Cinzia e Alberto per questo progetto: erano gli unici che mi avrebbero garantito la libertà necessaria, senza le ansie che serpeggiano in altri ambienti (quella da vendita che sperimentai nel circuito major quando ero legato a Sony e ad Edel, e quelle più indefinite ma non meno opprimenti che si possono trovare in alcuni contesti “indie”). Ci tengo a dire che non sto in alcun modo polemizzando con le altre etichette per le quali ho inciso in passato, e con le quali ho portato a termine progetti di cui sono molto orgoglioso, ma per questo disco avevo bisogno, anche per motivi legati alle mie vicissitudini personali, di molta tranquillità e buoni sentimenti.
Con Cinzia le cose sono chiare da subito: se il progetto le piace ti sostiene senza alcuna esitazione o limitazione. Se non le piace non si fa, punto e basta.
Fumetto e disco raccontato la stessa storia, quella di Lovecraft nel Polesine, appunto. Come avete lavorato insieme? Come si è sviluppato il lavoro? Musica e fumetto su due binari paralleli?
Mentre la musica e gli episodi della vicenda cominciavano a prendere forma, inviavo a Saša le mie riflessioni, alcune vecchie foto, le prime bozze della trama.
Con lui lavoro sempre così: è stato più o meno lo stesso con il mio disco di Natale, It’s Christmas in the Jet Set, e con la canzone Manituana che pubblicai per Wu Ming sul sito del libro omonimo. In entrambi i casi Aleksandar Zograf (lo pseudonimo con il quale è noto al grande pubblico) realizzò delle tavole ispirate alla mia musica.
Saša è un artista visionario, e non sarebbe pensabile di lavorare con lui sottoponendogli uno storyboard e imbrigliandolo ad una narrazione già decisa. Una volta che fu entrato nella dimensione del racconto, gli inviai la storia completa, ci accordammo per 8 tavole più la copertina e gli lasciai carta bianca su tutto: mi fido completamente delle sue scelte.
Scrisse e disegnò il suo bellissimo fumetto, e io lo tradussi in italiano.
Dream Watcher (il nome conferitogli dal Capo Piercing Eyes, con il quale è stato accolto come membro onorario della Pan-American Indian Association) ha bisogno di poter guardare nei sogni per trovare le sue immagini.
Come presentate dal vivo questo album?
Per questo album mi presenterò all’appuntamento live in veste di pianista-cantante, accompagnato da tre musicisti di grande esperienza: Matteo Mantovani alla chitarra, Giorgio Marcelli al basso e Beppe Facchetti alla batteria
Ci sarà una grande serata inaugurale al Carmen Town di Brescia, con una mostra curata dalla filiale locale della Scuola Internazionale di Comics, dopodiché ho fissato alcune date a Roma e altre nel bresciano.
Con Andy Fumagalli abbiamo ideato un format concerto + mostra fumetto + DJ Set a tema Dark curato dallo stesso Andy. Questo format verrà proposto ad alcuni locali medio-grandi da La-La Music, l’agenzia di booking con cui sto lavorando.
Con Andy avevo collaborato ai tempi del mio contratto con Sony (duettammo su un brano del mio primo album, La vita sociale), e abbiamo da poco dato vita ad una bellissima collaborazione fra il modo dell’arte e quello del vino.
Andy ha infatti realizzato un grande dipinto nel suo consueto stile pop-art-fluorescente raffigurante il Fiasco di Chianti Superiore di Ruffino, l’azienda nella quale lavoro come direttore della distribuzione. Nel mese di Novembre verrà anche lanciata sul mercato una serie limitata del Fiasco d’Andy. Sono molto orgoglioso di aver messo in contatto queste due realtà (non ho fatto molto di più, in vero), e sono molto curioso di vedere che cosa succederà e come sarà accolta questa iniziativa. Fondere insieme la mia passione per la musica, l’arte e il buon vino è una cosa che avevo in testa da parecchio tempo. E sulla quale voglio lavorare ancora in futuro.
Trovandoci di nuovo a collaborare, gli ho parlato del mio  progetto, e ci è venuta questa idea per una sorta di Dark fiction double feature, per usare una terminologia di derivazione Rocky-Horror.
Altro da dichiarare?
Lovecraft nel Polesine è stato un progetto molto ambizioso e molto impegnativo, e ci sono stati momenti in cui ho pensato che non sarei mai riuscito a portarlo a termine. Sono molto orgoglioso del risultato e spero davvero che possa essere apprezzato da chi ama questo genere di immaginario.

14 commenti:

  1. Non è un semplice disco, ma è un concept-album, con Aleksandar Zograf, uno dei pi grandi fumettisti, che ha fatto i disegni contenuti nel magnifico supporto.

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  2. Una chicca da leccarsi i baffi, e potrei dire solo questo ... basterebbe a consigliarne l'acquisto spassionato.

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  3. Ma leggete quello che Jet Set Roger ha raccontato, con dettagli importanti e tanta passione, vedrete che vi interesserà ancora di più ...

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  4. Ogni volta che l'ascolto, mi fermo a rileggere il fumetto di Zograf, che segue pedissequamente il disco, la misteriosa storia del soggiorno di H.P. Lovecraft nel Polesine. Vero o falso che sia, è molto affascinante, da raccontarlo in musica e immagini.

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  5. Leggere il fumetto, ascoltando il disco non disturba, anzi, si crea una bella atmosfera, le due arti convivono alla grande ...

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  6. Questo non mi ha quindi impedito di apprezzare ed evidenziare le canzoni migliori, che voglio ancora una volta dire...

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  7. Direi l'iniziale Rovigo, jazzato bozzetto di provincia che un tempo avremmo detto contiano, Grand Tour e E' sempre festa, con chitarre e wurlitzer a mille, il ritmo che sale, grandi ottime vibrazioni.

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  8. Mi affascina molto anche La fine del viaggio per l'atmosfera onirica e la sua elettricità, Qualcosa d'importante e La ricorrenza glam-rock per gli episodi più misteriosi, gotici, della vicenda.

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  9. Da segnalare anche il finale romantico voce/chitarra a narrare una cosa passata, la storia raccontata nel disco, con accanto i vocalizzi magici della Kinczly,l'organo barocco ... gran disco.

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  10. Al volo le mie preferite: Rovigo, La burla, La ricorrenza mi piacciono moltissimo :o)

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  11. Però sì, è tutto da ascoltare. Tutto.

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  12. In verità Elle, concordo con te ... e lo fari anche se ne avessi dette altre, proprio perché è tutto da ascoltare.

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  13. Rovigo, Rovigo ci accomuna ... magari un giorno ci andiamo a vederla :)

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