NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO
DEL DISCO
GENERE
Folk
LABEL squi[libri] editore
PARTICOLARITA’ disco-libro
CITTA’:
Firenze
DATA
DI USCITA 20 maggio 2016
Come è nato Voltarelli canta Profazio?
Ho incominciato suonando e ascoltando rock e punk poi blues e cantautori poi il folk italiano
le frequentazioni al Club Tenco e gli incontri con musicisti come Claudio Lolli
e Teresa De Sio. A Teresa e a Maria Laura Giulietti, devo la conoscenza di
Matteo Salvatore e dei crooner del Salento e del Gargano. Da quel momento è iniziata la curiosità, volevo sapere chi era il
nostro Woody Gutrie e l’ho trovato a Berlino durante gli ascolti di tutti i suoi lavori.
Era lui, Otello Profazio, il suo modo di cantare la sua maniera di suonare la
chitarra la sua voce era lui che avrei dovuto incontrare.
Perché questo scelta di un
libro/cd?
Profazio oltre ad essere un grande cantante ha sempre scritto
molto e frequentato diverse discipline come il teatro e il cinema. Con Mimmo di
squi[libri] abbiamo pensato ad un lavoro monografico che avesse anche la
funzione di documento scritto, raccoglitore di contributi; una specie di grande
riassunto sulla sua opera riletta da un artista di differente generazione.
Come
è stata
la genesi del progetto, dall’idea iniziale alla sua realizzazione
finale?
Prima c’è
stato
lo studio del repertorio e la sua metabolizzazione poi la seconda fase formare
il gruppo di lavoro: il produttore artistico e arrangiatore Muratori, le
artiste che hanno curato tutto l’artwork con l’omaggio a Mimmo Rotella, Anna e Rosaria Corcione, e l’editore che ha
coordinato tutto il lavoro artistico, Domenico Ferraro di squi[libri]. Insieme a
lui abbiamo seguito la fase di ricerca materiale, scelta dei contributi,
individuare i complici come la storica dell’arte Laura Lombardi per lo scritto critico sulle opere delle
sorelle Corcione. Questa la genesi artistica, poi è iniziata la fase della
pubblicazione e diffusione il momento di parlarne a tutti … al pubblico e alla stampa. Questa parte del lavoro la sto
condividendo con Giampaolo Calabrese di Archimedia con cui abbiamo voluto
fortemente dare al progetto una veste moderna in linea con le nostre
convinzioni sul senso del chilometro zero, sulla qualità e sulla necessita di
aprirsi e non chiudere porte anche in mondi più pop e meno folk.
Qualche
episodio che è rimasto
nella memoria durante la lavorazione del disco?
I viaggi a Siracusa per registrare le mie voci, le lunghe
chiacchierate con Carlo nell’aranceto
(è
importante
avere una guida artistica, una persona di cui ti fidi, che ti dirige sopratutto
nel complesso mondo del folk dove spesso si danno per scontate molte cose, ma
dietro ogni accento ed ogni pausa ci sono anni di lavoro, consapevolezze e
sfumature che fanno la differenza).
Se
questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … può anche esserlo.
Sarebbe un discorso sul viaggio, sul tempo necessario a fare
delle traversate. Una roba sulla
preparazione …
C’è qualche pezzo che
preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero
di Voltarelli canta Profazio?… che
ti piace di più fare
live?
Amo molto La Vecchia carpa
d’agustu … è una canzone visionaria,
un po’ scura.
Questo
tuo lavoro esce con squi[libri], è la
prima uscita di una collana denominata Crinali. Come è nata questa
collaborazione? Cosa seguirà? …
L’idea è
quella
di fare il punto sulla scena che ruota intorno alla canzone d’autore e al canto di
tradizione, creando continuità
tra i
progetti, mescolando le persone e le aree di provenienza per ridare slancio
alla canzone italiana e alla poesia …
Progetto
grafico perfetto, a metà strada
tra il libretto e un disco … molto
belle le foto, ad accompagnare il testo. Come è nato tutto questo? Chi sono i
responsabili principali?
Il lavoro di Anna e Rosaria Corcione è durato più di un anno è una riflessione sull’immaginario delle canzoni di Profazio in cui interventi
pittorici strappi e stratificazioni
raccontano tutte le facce della nostra terra del Sud; hanno lavorato su
un idea di scavo di memoria facendo uso della tecnica inventata da Mimmo
Rotella negli anni 60 il décollage.
Avevo già
collaborato
con loro nell’artwork del mio album
precedente Lamentarsi come ipotesi e avevamo costruito
anche dei momenti performativi con esposizione delle opere e musica. Mi piace molto
condividere il momento creativo. Poi nel caso del tributo a Profazio l’idea di avere un team di
lavoro transregionale (Sicilia-Calabria-Campania) era molto interessante.
Come
e dove hai presentato/presenterai l’album? …
Ho appena terminato una serie di 25 presentazioni in giro per le
librerie italiane in treno da Trieste ad Ascoli Piceno da Cosenza a L’Aquila, passando per
Roma Milano Firenze Napoli e Bologna, raccontando il lavoro e suonando qualche
brano. Una scusa per rivedere l’Italia, gli amici, parlare con loro, sapere come stanno, passare
del tempo con loro. Un modo per fare passaparola di idee e sentimenti, non solo
commercio.
Altro
da dichiarare?
Il disco su Profazio è
un
modo per tramandare l’opera di un grande artista, che merita di essere conosciuto
dalle nuove generazioni e riscoperto dai distratti o da quelli che stavano
facendo altro quando il folk era una voce importante della storia italiana.
La mia gratitudine a Otello Profazio per avermi creduto e all’editore perché ha condiviso da subito l’idea di un progetto
originale, coraggioso e di grande solidità;
non
solo nei contenuti, ma anche nella forma, di questi tempi non è facile trovare queste
geometrie.
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4 Commenti:
Un grande artisti, che ho sempre sfiorato, sia dal vivo, sia in palude, che finalmente ci è finito ...
Un disco che è anche un libro da leggere, e ogni pezzo colpisce nel profondo.
Quello che colpisce più di tutti è Qui si campa d'aria, surreale e reale come poche altre canzoni che io abbia mai sentito. Un autentico brano di culto.
... come di culto è tutto l'album. Da ascoltare dall'inizio alla fine.
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