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domenica 31 luglio 2016

In palude con Peppe Voltarelli


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Folk
DOVE ASCOLTARLO su Spotify
LABEL squi[libri] editore
PARTICOLARITA  disco-libro
CITTA: Firenze
DATA DI USCITA 20 maggio 2016



LINTERVISTA
Come è nato Voltarelli canta Profazio?
Ho incominciato suonando e ascoltando rock e punk  poi blues e cantautori poi il folk italiano le frequentazioni al Club Tenco e gli incontri con musicisti come Claudio Lolli e Teresa De Sio. A Teresa e a Maria Laura Giulietti, devo la conoscenza di Matteo Salvatore e dei crooner del Salento e del Gargano. Da quel momento è iniziata la curiosità, volevo sapere chi era il nostro Woody Gutrie e lho trovato a Berlino durante gli ascolti di tutti i suoi lavori. Era lui, Otello Profazio, il suo modo di cantare la sua maniera di suonare la chitarra la sua voce era lui che avrei dovuto incontrare.
Perché questo scelta di un libro/cd?
Profazio oltre ad essere un grande cantante ha sempre scritto molto e frequentato diverse discipline come il teatro e il cinema. Con Mimmo di squi[libri] abbiamo pensato ad un lavoro monografico che avesse anche la funzione di documento scritto, raccoglitore di contributi; una specie di grande riassunto sulla sua opera riletta da un artista di differente generazione.
Come è stata la genesi del progetto, dallidea iniziale alla sua realizzazione finale?
Prima c’è stato lo studio del repertorio e la sua metabolizzazione poi la seconda fase formare il gruppo di lavoro: il produttore artistico e arrangiatore Muratori, le artiste che hanno curato tutto lartwork con lomaggio a Mimmo Rotella, Anna e Rosaria Corcione, e leditore che ha coordinato tutto il lavoro artistico, Domenico Ferraro di squi[libri]. Insieme a lui abbiamo seguito la fase di ricerca materiale, scelta dei contributi, individuare i complici come la storica dellarte Laura Lombardi per lo scritto critico sulle opere delle sorelle Corcione. Questa la genesi artistica, poi è iniziata la fase della pubblicazione e diffusione il momento di parlarne a tutti al pubblico e alla stampa. Questa parte del lavoro la sto condividendo con Giampaolo Calabrese di Archimedia con cui abbiamo voluto fortemente dare al progetto una veste moderna in linea con le nostre convinzioni sul senso del chilometro zero, sulla qualità e sulla necessita di aprirsi e non chiudere porte anche in mondi più pop e meno folk.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
I viaggi a Siracusa per registrare le mie voci, le lunghe chiacchierate con Carlo nellaranceto
(è importante avere una guida artistica, una persona di cui ti fidi, che ti dirige sopratutto nel complesso mondo del folk dove spesso si danno per scontate molte cose, ma dietro ogni accento ed ogni pausa ci sono anni di lavoro, consapevolezze e sfumature che fanno la differenza).
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? può anche esserlo.
Sarebbe un discorso sul viaggio, sul tempo necessario a fare delle traversate. Una roba sulla preparazione
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero di Voltarelli canta Profazio? che ti piace di più fare live?
Amo molto La Vecchia carpa dagustu è una canzone visionaria, un po scura.
Questo tuo lavoro esce con squi[libri], è la prima uscita di una collana denominata Crinali. Come è nata questa collaborazione? Cosa seguirà?
Lidea è quella di fare il punto sulla scena che ruota intorno alla canzone dautore e al canto di tradizione, creando continuità tra i progetti, mescolando le persone e le aree di provenienza per ridare slancio alla canzone italiana e alla poesia
Progetto grafico perfetto, a metà strada tra il libretto e un disco molto belle le foto, ad accompagnare il testo. Come è nato tutto questo? Chi sono i responsabili principali?
Il lavoro di Anna e Rosaria Corcione è durato più di un anno è una riflessione  sullimmaginario delle canzoni di Profazio in cui interventi pittorici strappi e stratificazioni   raccontano tutte le facce della nostra terra del Sud; hanno lavorato su un idea di scavo di memoria facendo uso della tecnica inventata da Mimmo Rotella negli anni 60 il décollage.
Avevo già collaborato con loro nellartwork del mio album precedente Lamentarsi come ipotesi e avevamo costruito anche dei momenti performativi con esposizione delle opere e musica. Mi piace molto condividere il momento creativo. Poi nel caso del tributo a Profazio lidea di avere un team di lavoro transregionale (Sicilia-Calabria-Campania) era molto interessante.
Come e dove hai presentato/presenterai lalbum?
Ho appena terminato una serie di 25 presentazioni in giro per le librerie italiane in treno da Trieste ad Ascoli Piceno da Cosenza a LAquila, passando per Roma Milano Firenze Napoli e Bologna, raccontando il lavoro e suonando qualche brano. Una scusa per rivedere lItalia, gli amici, parlare con loro, sapere come stanno, passare del tempo con loro. Un modo per fare passaparola di idee e sentimenti, non solo commercio.
Altro da dichiarare?
Il disco su Profazio è un modo per tramandare lopera di un grande artista, che merita di essere conosciuto dalle nuove generazioni e riscoperto dai distratti o da quelli che stavano facendo altro quando il folk era una voce importante della storia italiana.
La mia gratitudine a Otello Profazio per avermi creduto e alleditore perché ha condiviso da subito lidea di un progetto originale, coraggioso e di grande solidità; non solo nei contenuti, ma anche nella forma, di questi tempi non è facile trovare queste geometrie. 

4 commenti:

  1. Un grande artisti, che ho sempre sfiorato, sia dal vivo, sia in palude, che finalmente ci è finito ...

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  2. Un disco che è anche un libro da leggere, e ogni pezzo colpisce nel profondo.

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  3. Quello che colpisce più di tutti è Qui si campa d'aria, surreale e reale come poche altre canzoni che io abbia mai sentito. Un autentico brano di culto.

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  4. ... come di culto è tutto l'album. Da ascoltare dall'inizio alla fine.

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