NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE
Jazz – avant prog
DOVE ASCOLTARLO (in parte o
tutto)
LABEL
Moonjune Records
PARTICOLARITA’
Non si tratta di un “tributo” MA
di una vera a propria rilettura, un trialogo dell’album capolavoro dei Pink
Floyd, The Dark Side Of The Moon, in jazz
SITO O FB DEL GRUPPO
CITTA’:
il nord ed il sud Italia uniti!
Dalla Vallecamonica al Salento!
DATA DI USCITA
12 maggio 2016
L’INTERVISTA (risponde Boris Savoldelli)
Come è nato The Great Jazz Gig In The Sky?
In modo molto spontaneo. Un paio
di anni fa, il comune amico Paolo Fresu, organizzò un piccolo festival alla
Cantina Bentivoglio di Bologna (storico locale jazz) per promuovere l’allora
sua neonata etichetta discografica: la Tuk Records. Per l’occasione mi chiamò (aveva appena
registrato come ospite i due brani che compaiono sul mio Biocosmopolitan, il mio secondo album in solo per Moonjune Records)
e, pur non essendo un artista della sua etichetta, mi chiese di partecipare con
un set ai 3 concerti delle 3 serate e di fare da “master of the ceremony”, e
così feci. Nella serata del sabato suonava Raffaele col suo quartetto con Marco
al contrabbasso. Al termine del loro set ci trovammo tutti on stage (il
quartetto di Raf, Paolo Fresu ed io) a jammare. La cosa fu divertentissima e la
jam (stavolta a base di birre) continuò fino a note fonda. Quando fu ora di
tornare in hotel e salutarci ci promettemmo che, prima o poi, qualcosa insieme
l’avremmo. Di lì a qualche mese presi un aereo per il Salento e passai un fine
settimana con loro per creare quello che sarebbero poi diventati gli
arrangiamenti di massima per il cd. Un paio di mesi dopo, invece, furono Raf e
Marco a “salire” da me, in provincia di Brescia, per una due giorni di
registrazioni del cd.
Perché questo titolo? …
Risposta semplice. Una bellissima idea di un caro amico russo, di Kaliningrad
per la precisione, Andry “Stirlitz” Kolomitzev. Un uomo e musicista geniale:
editore, giornalista, traduttore, musicista e rumorista. A lui, durante una
chiaccherata notturna, venne l’idea del titolo che, da subito, ritenni
adattissimo!
Come è stata
la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Una genesi MOLTO naturale e creativa, sin da subito. Quando ci siamo
incontrati in Salento, senza alcuna idea precisa io, che sono in un periodo
molto “psichedelico”, dal punto di vista musicale, proposi a Raf e Marco di
scrivere un lavoro partendo dalla musica dei Pink
Floyd. Loro risposero subito in modo entusiastico all’idea e, davanti ad
un meraviglioso vassoio di cozze (gentilmente offerte dal papà di Marco) ed una
bottiglia di buon vino bianco, iniziammo a scrivere su di un foglio i titoli
dei brani dei Pink Floyd che ricordavamo
meglio. Fu lì che io, più vecchierello dei 3 e più addentro alla musica rock,
mi accorsi che l’80 % dei titoli che avevamo scritto appartenevano a TDSOTM. Da
lì l’idea di evitare un tributo ma, piuttosto, di risuonare, secondo le nostre
influenze ed il nostro linguaggio jazz, l’immortale capolavoro dei Pink Floyd, mantenendone anche l’ordine originale
dei brani. Da questa semplice idea è nato il disco.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante
la lavorazione del disco?
Il risultato!!! Mi spiego. Quando ci siamo trovati in studio qui da me, NON
PENSAVAMO certo di poter registrare un intero album in meno di due giorni (il
mattino del sabato, infatti, lo abbiamo utilizzato per microfonare gli
strumenti e registrare “live in studio”, tutti insieme nella medesima sala di
ripresa. Ci eravamo trovati per registrare delle demo abbastanza di qualità e
consentire, di conseguenza, al nostro management di avere del materiale per
promuovere il live show. Alla fine della domenica pomeriggio, invece, ci siamo
resi conto che, in un atmosfera molto rilassata e conviviale, avevamo materiale
sufficiente per poter pubblicare un cd! Non puoi immaginarti quale gioia sia
stata. E siamo assolutamente convinti che la rilassatezza di una simile
atmosfera si senta moltissimo nel cd. Le tracce che si ascoltano sul cd sono,
quasi sempre, la prima o al massimo la seconda take, e anche gli assoli,
spesso, sono stati concepiti e registrati in diretta. Una cosa decisamente
MOLTO inusuale anche nel jazz di questi tempi.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? …
anche senza volerlo.
Sulla gioia dell’improvvisazione e della condivisione della musica. E’
questo il vero collante di questo progetto, anche da vivo. Tre musicisti, tre
microcosmi musicali, che si incontrano e, sera dopo sera, si divertono a
condividere la propria passione “sfidandosi” ed “integrandosi” con la musica.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale
andate più fieri dell’intero album?… che vi piace di più fare live?
Personalmente, e parlo questa volta a titolo personale, no. La forza di
questo cd sta proprio nella sua “globalità”. Come avrai notato ascoltandolo si
tratta di un’unica suite (che per facilità d’ascolto può essere letta per brani
singoli). Noi consigliamo agli ascoltatori di sentire il cd dall’inizio alla
fine senza interruzioni. Così riteniamo che possa veramente essere colta la sua
vera essenza. Dal vivo, del resto, facciamo la stessa cosa. Io stesso, che
notoriamente dialogo molto con il pubblico durante i miei concerti in solo,
dico solo poche cose all’inizio dello show spiegando al pubblico che quello a
cui stanno assistendo sarà un concerto composta da un’unica ed articolata suite.
La cosa debbo dire che funziona davvero molto e la gente entra in una specie di
“trip” per tutta la durata del concerto!
Il cd è
uscito con la prestigiosa Moonjune Records, label statunitense … come vi siete trovati con un’etichetta d’oltreoceano?
Altre realtà attorno al disco da citare assolutamente?
L’uscita per Moonjune nasce dal mio pluriennale legame col boss della
stessa: Leonardo Pavkovic, che per primo a creduto nel mio percorso musicale e
da sempre mi sostiene! Quando ho detto a Leonardo quello a cui stavamo
lavorando mi ha immediatamente chiesto di mandargli qualche cosa da ascoltare
e, una volta ricevuto il materiale, nel giro di un paio d’ora m’ha risposto
dicendomi che lo avrebbe pubblicato lui. E così è stato.
Altre realtà intorno al cd dici? Almento due: la prima è sicuramente Puglia Sounds che, in virtù della composizione
pugliese della band per i 2/3 ha co-finanziato il progetto attraverso il bando Puglia Sounds records (cosa, questa, davvero
importante in momenti come questi in cui l’industria discografica fatica come
non mai!). La seconda, invece, risponde al nome di Nino Gatti, membro ed
animatore dei Lunatics, il fan club italiano dei Pink
Floyd. Nino, da quando ci ha sentiti live a Fasano Jazz, si è innamorato
del nostro progetto e ci sta sostenendo in ogni modo possibile!
Copertina molto bella, rielaborazione di quella famosa
dei Pink Floyd. Come è nata e chi è l’autore? Prima o dopo il disco? … durante?
Felice che tu mi faccia questa domanda. La copertina nasce dal genio
creativo di un mio carissimo amico, e straordinario pittore, di nome Bruno
Zoppetti (www.brunozoppetti.com).
Bruno, da sempre grande appassionato di musica, dopo averci sentito live,
quando ha saputo che il cd sarebbe uscito per Moonjune (aveva avuto modo di
conoscere di persona Leonardo Pavkovic qualche anno fa a NY in occasione di un
mio concerto nella big apple ed erano subito diventati amici), mi ha proposto
di occuparsi della copertina del lavoro. Ne siamo stati subito tutti molto
felici, e Bruno, con la sua solita generosità, ha realizzato una serie di
tavole nelle quali ha rielaborato la copertina originale (le tavole possono
essere viste nel suo sito) in diversi modi. E’ stato davvero difficile
scegliere quella migliore (e sicuramente tutte avevano qualcosa di
interessante), ma continuo a credere che quella scelta sia davvero
eccezionale!! Un consiglio a tutti i lettori: andati sul sito di Bruno a vedere
le tavole, mi ringrazierete!
Come e dove avete presentato/presenterete l’album?
Con questo progetto live abbiamo già avuto la possibilità di suonare in
alcuni importanti festival, come per esempio Ambria Jazz, Crossroads Jazz,
Fasano Jazz, Garda Jazz, Bollate Jazz, Ravello Festival e continuiamo a
ritenere che la dimensione live sia perfetta per il progetto. Sono in fase di definizione
alcune altre date che, però, al momento non sono in grado di comunicare. Ma
nessun timore: basta controllare sul mio sito (www.borisinger.eu) o su quello di Marco (www.marcobardoscia.com) o sulle pagine
facebook di tutti e tre per essere sempre aggiornati sui concerti in arrivo!
Altro da dichiarare?
Due cose: la prima è che se vi piace il cd dovete assolutamente venirci a
sentire live perché, ve lo assicuriamo, non ve ne pentirete. La seconda è una
curiosità per gli appassionati di audio e “cose” tecniche. In studio la mia
voce è stata registrata con un microfono Blue Bottle (la Blue Microphone è un marchio
storico di microfoni di cui sono da anni endorser) ed il segnale microfonico è
stato amplificato attraverso un pre “estratto” dal banco originale degli studi Abbey Road di Londra col quale, nel 1973, venne
registrato proprio TDSOTM! Affascinante la cosa, no?
Etichette: Abbey Road, Avant-Prog, Boris Savoldelli, In palude con ..., Intervista, Jazz, Marco Bardoscia, Moonjune Records, Puglia Sounds, Pynk Floyd, Raffaele Casarano, TDSOTM, The Great Gig In The Sky, Tuk Records
6 Commenti:
Disco veramente affascinante, e come dice il buon Savoldelli, difficilissimo fare il nome di un pezzo rispetto ad un altro ...
Potrebbe essre Time, diversa dall'originale (sembra un pezzo di Tom Waits), potrebbe essere The Great Gig in the Sky/Money nei suoi sette minuti di jazz innovativo e diretto (ad ogni ascolto sembrano improvvisare), potrebbe essere Us and Them nei suoi virtuosistici 14 minuti, potrebbe essere l'acidissima versione di Brain Damage, dove i tre suonano come un solo uomo, più che non mai ...
Io ho detto questa 4/5 su 9, ma avrei potuto dire delle altre ... e allora?
E allora un disco tutto da ascoltare ... ascoltatelo e poi ditemi!
Potrebbe piacermi moltissimo! :O Appena riesco curioso *__*
Bella segnalazione ^_^
Grazie, prova ad ascoltarlo e poi dimmi, se vuoi ...
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