Come il Sudafrica dell’apartheid
Non c’è altra soluzione, se non quella delle sanzioni e dell’embargo sulle armi contro lo stato razzista d’Israele. Come per il Sudafrica dell’apartheid, dobbiamo spingere perché il mondo isoli economicamente e politicamente questo paese, che non rispetta nessuno, crede di essere sempre nel giusto richiamandosi erroneamente all’immenso dramma della Shoah, e con governanti di qualsiasi colore politico pratica violenza, morte e distruzione contro la popolazione palestinese e contro chiunque tenti di difenderla. Il caso della sanguinosa repressione di Freedom Flotilla parla al mondo.
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PER MUOVERSI DIRETTAMENTE Boicotta Israele
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PER MUOVERSI DIRETTAMENTE Boicotta Israele
Etichette: Apartheid, Boicotta Israele, Freedom Flotilla, Pace, pacifismo, Palestina, Sudafrica, Vauro, Vittorio Arrigoni
18 Commenti:
sono pessimista: ho paura che politicamente israele sia troppo "importante" per sperare in giuste e sacrosante sanzioni da parte dell'onu.
Se Israele è importante politicamente nel mondo è anche perchè ha un grande peso economico in Medio Oriente. Trattarlo con diplomazia si è dimostrato inutile (e anche abbastanza stomachevole, pensando alle dichiarazioni di qualcuno dopo il massacro sulla Flottilla). Boicottare in massa i prodotti che vende con il suo marchio di provenienza (ma che in realtà per la metà sono coltivati da manodopera palestinese sfruttata, su suolo palestinese occupato) e le aziende che collaborano con la sua economia di guerra e sangue (fra le quali tante italiane) è l'unico strumento non violento che da qui abbiamo a disposizione per cercare di ridimensionare l'arroganza di questo stato e riportarlo sotto controllo.
@vittoriobond
Non dobbiamo avere paure in politica, ma agire con pressioni dal basso verso l'alto perchè si facciano cose sacrosante ...se partiamo con la paura è meglio non partire. E pure il pessimismo dobbiamo mettere in soffitta. Io non lo sono mai...
@Ross
Tu sei la massima esperta in materia. Come si dice in gergo ti quoto e consiglio di seguire il tuo blog per gli aggiornamenti e per capire cosa è successo.
beh, non è certo la mia di paura che intendevo, ma quella dei democratici governi occidentali che tanti interessi economici hanno in quella zona. quella sì che la temo. :(
Addirittura massima esperta... non esageriamo. Diciamo che ho molto a cuore la questione, sia quella del popolo palestinese sia quella del boicottaggio come forma di lotta e di affermazione della democrazia: fare la spesa con me è ormai a detta di tutti un'impresa ai limiti dell'impossibile. :)
@vittoriobond
Certo, timore più che vero, ma i "democratici governi occidentali" devono essere costantemente sollecitati dal basso, anche se sono duri di comprendonio e guardano solo ai grandi interessi economici. Poi nel piccolo si può boicottare direttamene Israele (vedi il sito che ho linkato). Tu, io, Ross e molti altri, messi insieme possono fare molto danneggiando economicamente le ditte di quel paese.
@Ross
Appunto, se la spesa di tutti fosse come la tua sarebbe già una buona cosa.
Occhio che se boicottiamo uno stato allora dobbiamo boicottare tutti gli altri, dall'Iran alla Cina, passando per Colombia e Russia.
Manfredi mi ha tolto le parole di bocca
E intanto l'Italia all'Onu ha votato contro l'istituzione di una commissione di indagine indipendente.
@Manfredi
Allora caro Manfredi, non facciamo nulla, è questo che vuoi dire? Tutti sono cattivi, allora nessuno è cattivo? Potremmo dire allora, semplificando, che perchè alcuni politici rubano, tutti sono ladri e via di questo passo ... cosa proponi tu?
@Jane(Pancrazia) Cole
La domanda la pongo anche a te? Lasciamo Israele al suo destino? Che uccida, non riconosca la controparte, non permetta di manifestare il dissenso? Va tutto bene?
@Alberto
Almeno i politici della prima repubblica avevano una visione un po' più in là del loro naso. Questi non hanno visione, sono politici shoegaze ...
Caro Diego, io non dico che tutti sono cattivi quindi nessuno è cattivo. Dico semmai l'opposto: qui c'è sempre un solo cattivo mentre gli altri chissenefrega.
Se boicottassimo almeno il gas di Putin, il petrolio di Gheddafi e i nostri cellulari e computer benedetti nel sangue in Cina allora sì che potremmo avere la credibilità per isolare economicamente Israele. O la Cecenia non vale una Palestina?
Vuoi una risposta da me? Non ce l'ho!
Il governo israeliano fa schifo? Si!
Non avrebbe dovuto attaccare i volontari? Ovviamente no!
A chi nuoce di più quello che è successo? Proprio ad Israele che è riuscito solo ad inimicarsi l'opinione pubblica mondiale.
L'embargo è una "pratica" che non mi piace. La prima preoccupazione dal mio punto di vista dovrebbero essere sempre i cittadini. Sia palestinesi che israeliani. Con l'embargo ad andarci di mezzo probabilmente sarebbero solo loro, com'è successo in passato in altri stati.
Che poi, parliamoci chiaro, che gli stati occidentali si mettano d'accordo per fare l'embargo ad israele a tutt'oggi è fantascienza.
Come ho già detto io una soluzione non ce l'ho, penso che bisognerebbe fare qualcosa, ma non so cosa.
Tu proponi l'embargo? Io ti rispondo che secondo me è una pessima idea, incivile e, dati gli equilibri politici attuali, utopistica.
@Jane: tra embargo e boicottaggio corre una differenza abissale.
Il primo, come hai giustamente osservato, è una pratica di isolamento commerciale "punitiva" che ricade sempre in prima battuta sulle popolazioni civili, con le conseguenze umanitarie e con i pericoli connessi al tentativo di aggirarlo che conosciamo, a Gaza come a Cuba, in Myanmar come in Sudan.
Il boicottaggio di un prodotto (come ad esempio quello appena iniziato in Italia da Conad e Lega Coop proprio verso i prodotti del marchio israeliano Agrexco) è invece una scelta (presa dai singoli o da una collettività, e non dallo stato) perfettamente legittima, che avviene nel pieno rispetto del diritto internezionale e comunitario e soprattutto dei diritti umani. Il suo intento è costruttivo: fare pressione su uno paese (o su una multinazionale) per fargli capire che un certo suo comportamento non va bene, e che è meglio che cambi. Lo scopo non è far fallire l'economia o l'azienda che lo subisce o affamare chi vi lavora: più della ripercussione economica è il danno all'immagine e all'identità e il dubbio instillato nel rapporto di fiducia con i cittadini e con i consumatori a sortire l'effetto voluto.
Il boicottaggio è uno strumento molto più sottile dell'embargo, e non per niente più difficile da portare a termine. La sua incisività non sta nella negazione totale del contatto, nella chiusura e nella sopraffazione politica ed economica, ma al contrario nella diffusione di un messaggio di diritto, etico e sociale, attraverso la potenza dell'avvertimento.
@Ross: sono completamente d'accordo con te, il boicottaggio è una forma di protesta civile che condivido.
Ma nel post si parla chiaramente di embargo. Questo ovviamente non lo posso condividere.
@Manfredi
Mi dispiace che ci troviamo in disaccordo, ma può essere un bene chiarirsi le idee e non essere sempre qui a farsi i complimenti. Probabilmente abbiamo idee assai divergenti su molti punti: non mi pare che il cattivo sia sempre uno, per la comunità internazionale che spesso e volentieri se ne frega di tutti. Quando i politici occidentali vanno in Cina, dopo aver fatto gli affari, dicono qualcosa sui diritti umani, così, per farsi belli, quando vanno in Israele non mi sembra sia così.
Non mi piace fare classifiche sulle tragedie del mondo e quindi non le farò. Dico solo che l'opinione pubblica mondiale ha visto come si sono comportati gli israeliani, e questa è un'occasione perchè qualcuno dica loro che sbagliano. Da "Piombo Fuso" in poi hanno ricominciato a sbagliare alla grande (non che avessero mai smesso). Obama ha l'occasione per dimostrare che si è meritato il Nobel per la Pace, dicendo al suo amico di sempre, che sbaglia, e a farlo ritornare al tavolo delle trattative. Lo farà? Chi vivrà vedrà.
@Jane(Pancrazia)Cole
Alla fine, grazie alla comune amica Ross, abbiamo trovato dei punti di contatto e ci siamo chiariti. Sull'onda emotiva ho scritto un termine errato, cioè embargo, e ti ringrazio per avermelo fatto notare. Mi potevi dire subito, che era su questo il disaccordo e non sulle classifiche "chi è il più cattivo dell'universo". Accanto alla parola embargo, ho messo ora, di armi. L'embargo di armi, che va fatto ad Israele come a tutti i paesi del mondo (sono un utopista, che volete farci) è una pratica sacrosanta. Sul resto siamo d'accordo. L'isolamento economico e politico, leggi boicottaggio, è per spingere Israele a tornare al tavolo delle trattative. Deve partire dal basso fregandosene dei rapporti di forza politico-economici, anzi, consapevoli di questi ma consapevoli anche che si possono cambiare con la forza delle idee e con una massa critica in movimento. Tieni presente che ora Israele è isolata: a parte Usa (è ovvio, però Obama non ha così buoni rapporti con l'attuale governo israeliano), Olanda e l'Italietta, tutti in sede Onu, hanno chiesto una commissione internazionale sul blitz di sangue. Può essere un primo passo per la Pace ...
@Jane: ti ho risposto così perchè hai fatto riferimento al commento di Manfredi, che ha parlato di bcoicottaggio. Nonostante stessimo affermando tutti la stessa cosa, c'è stata un po' di confusione sui termini. L'importante è essersi chiariti.
Isolare? Non sarebbe la giusta soluzione. Non si può essere accondiscendenti come gli Stati Uniti. Israele ha sempre dominato la storia "militare" del Middle East (guerra dei sei giorni, tanto per fare un esempio). Importante geograficamente e militarmente.
Avviare un'inchiesta, fare pressioni, condannare l'omocidio di civili, si, ma la storia insegna che l'isolamento porta rogne ben peggiori.
@triboluminescenza
Un isolamento di breve durata, per fare pressioni forti. Partire duri, per ottenere qualcosa prima che tutto esploda. E cosa ottenere? Un'inchiesta, la liberazione di Gaza e il riavvio del processo di pace con chi c'è (storicamente sono i nemici a fare la pace).
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