Intervista ai Baby Blue
Chitarre sghembe, una voce di donna forte e versatile (tra PJ Harvey e i Led Zeppelin), una ritmica sbatticoda come piace a me e dei cambi di velocità da far tremare i polsi. E poi lo scambio femmina e maschio nel cantare, l’onnipresente Paolo Benvegnù alla produzione artistica (ma ha pure cantato e suonato in molti pezzi), una copertina splendida che sembra una coloratissima locandina di un film di Hitchcock, e poi questo nome, Baby Blue, dalle suggestioni musicali forti, un nome che mi sembra di aver già sentito…
Come! Baby Blue, Come!
VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/babyblue2004
Etichette: Baby Blue, Blog, Intervista, Italia Wave, Paolo Benvegnù, Prato, Rock, Serena Altavilla, Storia, Toscana, TryDog Lab
87 Commenti:
Eccomi!
Ciao Mirko, siete pronti? Sarai tu la "voce" della band queseta sera?
Pronto! Si, sono l'ambasciatore dei Baby Blue
Bene signor ambasciatore, allora partiamo con la prima...
Difficilissima ...
Chi sono i Baby Blue?
Davvero difficile. Siamo semplicemente quattro amici con molti interessi in comune. Diciamo che il gruppo è nato quando ho fatto ascoltare a Serena alcuni pezzi che avevo registrato da solo su cassetta; abbiamo poi scritto insieme “River”, notando che le l’utilizzo creativo delle nostre due voci poteva essere molto interessante. Poco tempo dopo, con 4 o 5 canzoni già pronte, abbiamo iniziato a provare con Duccio e Graziano, ed eccoci qui.
Molto semmplice...
Perché questo nome? …molto musicale. Bob Dylan?
Sì, l’abbiamo preso in prestito da “It’s al lover now, baby blue” di Bob Dylan. Ci sembra un nome molto evocativo, e i vari significati dell’espressione si adattano bene alla musica che facciamo.
Sì, rende bene l'idea...
Poco tempo fa ho persino scoperto che è un'espressione che si usa per definire la depressione post parto! Forse anche questo significato si adatta bene ai Baby Blue...
Perchè, avete molti figli in giro per il mondo?
A proposito di parto ...come nascono le vostre canzoni? Prima la musica e poi le parole o è il contrario?
Un'infinità, mali misconosciamo perchè non abbiamo i soldi per mantenerli. Sai, a fare i musicisti...
Di solito nasce prima la musica insieme a un’idea di come dovrebbero suonare le parole.
Il processo comunque non è mai lo stesso. E’ molto difficile parlare della scrittura dei pezzi, perché è una cosa che non ha assolutamente niente a che fare con il metodo né con il pensiero.
Qualcosa di misterioso e magggico...
Come sono nate quelle del recente cd? ...qualcosa ci puoi dire? In quali contesti, tempi ...
Sono canzoni scritte nell’arco di 4 anni, quindi sono nate tutte in modi diversi. "Miss" addirittura è un pezzo che avevo scritto quando suonavo in un altro gruppo. Di "River" ti ho già detto...
Per il resto di solito io scrivo il pezzo, e prima di finirlo lo suono con Serena, che funge anche da "giudice" delle mie idee. Insieme rifiniamo la struttura e completiamo quello che c'è da completare. Poi l'arrangiamento avviene alle prove, e tutti partecipano.
Mi hanno detto più o meno la stessa cosa i vostri vicini Lowave, ma anche i Julie's Haircut
Mi sono sempre chiesto come sia possibile scrivere un pezzo a più mani, per me sarebbe impossibile
A più teste, mentre si suona sì...
C’è una canzone in particolare che rappresenta il BabyBlue-sound?
Forse tramite l'improvvisazione si, ma credo che il risultato sarebbe molto diverso. In fin dei conti noi scriviamo canzoni...
"Far from home" rappresenta bene il rapporto fra voce e musica che è spesso alla base dei nostri pezzi. Credo però che per capire bene quello che facciamo sia fondamentale ascoltare tutto il disco, perchè i pezzi sono molto diversi l'uno dall'altro.
Sì, concordo, è molto vario, con salti coraggiosi
Che vuoi farci, altrimenti ci annoiamo!
Be', meglio, così non annoiate manco cho vi ascolta...
La copertina di "Come!" è molto particolare, in linea con qaunto detto. Anche cinefila. Ci siete voi, se non sbaglio, in diverse pose: fate ginnastica, sport e in fondo musica. Come gli esercizi che fate siano preparatori alla vostra musica, fatta di salti e capriole. È così? Chi l’ha fatta?
Ci siamo ispirati alla copertina del libro di Gilles Deleuze, “L’immagine-tempo”, che è appunto un saggio sul cinema. Siamo dei cinefili, hai ragione. A me sembra anche un’immagine giocosa, fatta di piccoli incastri e tensioni; da questo punto di vista rappresenta bene la nostra musica.
Le foto le abbiamo fatte da soli, con l'aiuto di alcuni amici.
(Ci piace anche la fotografia)
Chiapperi, Gilles Deleuze, il cinema e la fotografia...qui si aprirebbe un'intervista nell'intervista.
Eheh, la prossima volta se vuoi parliamo di cinema!
Già, la prossima volta. Vengo da una visione della prima parte del film sul Che...
Mi cogli impreparato, non l'ho ancora visto...
Lo consiglio, è molto soderberghiano.
Banale dirlo, ma sono contento che sia stato lui a dirigerlo.
Tornando a noi, e a proposito di amici: il cd è stato prodotto da Paolo Benvegnù, musicante che torna spesso nelle mie interviste, presente in un sacco di progetti. Come vi siete incontrati, cosa ha fatto e come vi siete trovati a lavorare con lui?
Bene, allora seguirò il tuo consiglio!
Prima abbiamo conosciuto il suo batterista, Andrea Franchi, che ha registrato la nostra prima demo e, con i suoi incoraggiamenti, è stato una delle molle iniziali che ci ha spinto a fare sul serio. Tramite lui abbiamo poi conosciuto Paolo, che ha sempre apprezzato molto la nostra musica; con lui abbiamo lavorato al nostro primo EP e in seguito al disco. La cosa interessante del lavorare con lui è il fatto che, avendo radici musicali diverse dalle nostre, ha arricchito a ampliato molto la nostra visione di quello che facciamo e delle possibilità in esso racchiuse. Per l’EP Paolo si era anche occupato del mixaggio, mentre stavolta è stato determinante soprattutto per il suo modo di motivarci e di farci rendere al meglio in fase di registrazione, oltre che per averci aiutato a non perdere di vista quello che volevamo. Ha inoltre impreziosito alcuni momenti con dei piccoli tocchi di chitarra, voce e basso.
C'è in giro, dalle vostra parti una bella compagnia: TryDog Lab, cos'è?
E’ un consorzio di gruppi nato con l’intento di condividere esperienze e contatti, in modo d apoter affrontare più facilmente, attraverso la collaborazione, il difficile mondo dell’industria musicale. Oltre a noi ne fanno parte Murièl, Dilatazione, Samuel Katarro e Soloincasa. La collaborazione con A Buzz Supreme ha poi dato vita ad un altro consorzio, A Buzz Supreme – Consorzio Utopia, che ingloba e amplia il progetto Trydog.
...e che ha prodotto il vostro "Come!"
Dal reale al virtuale: con Internet che rapporto avete da utenti?
Non esattamente, A buzz Supreme si occupa di farci da manager e di promuoverci. I soldi per la registrazione e la stampa purtroppo li abbiamo messi noi, anche perchè abbiamo conosciuto a Buzz Supreme quando il disco era già pronto.
Usiamo internet soprattutto per usufruire di musica e cinema, sfruttando la possibilità di scovare artisti e opere che altrimenti risulterebbe molto difficile reperire.
… e da musicanti, il vostro rapporto con la Rete delle Reti e le nuove tecnologie in genere?
Per poter fare qualcosa in quanto gruppo musicale è molto importante la promozione, e per promuoversi al momento è probabilmente indispensabile usare internet. Per il resto il massimo livello tecnologico che riusciamo a gestire senza irritarci sono gli amplificatori.
Myspace ti sembra una cosa buona o solo una vetrinetta? ... superato da Facebook? Irritanti entrambi...
Myspace è una vetrinetta, e anche Facebook è una vetrinetta. In attesa di idee migliori, come ti dicevo, ci tocca comunque sfruttarle per farci pubblicità. Riguardo al suo lavoro come conduttore televisivo, Kitano una volta ha detto “Sono come la puttana che offre il suo corpo ma non si lascia baciare”; il nostro rapporto con Myspace e Facebook è più o meno lo stesso.
Bella la citazione di Kitano...e la risposta. Una delle migliori.
A proposito di citazioni, cosa ne pensi di quello che ha scritto Aldo Nove su Facebook? " ... su FB non si pensa. Su FB non si inventa. Su FB si fa esattamente quello che sotterraneamente ti viene detto di fare, nell’illusione che sia tu a sceglierlo.” Insomma, una democrazia assoluta “di facciata”. Perfetta metafora della società attuale, aggiungo io ...
Saltato il saptellite...?!
Il problema più grande di questi “social network” è che funzionano, diabolicamente, tramite una dupice tentazione: il piacere dell’essere spiati e il piacere dello spiare. Sfruttano insomma il marciume che tutti conteniamo in fondo a noi stessi. In pochi resistono alla voglia di rendere pubbliche le proprie conversazioni con gli altri, o l’umore con il quale si sono svegliati quella mattina: una specie di grande fratello al quale tutti possono partecipare. Che non ci sia libertà è ovvio dal momento in cui si capisce che quello che si sta usando è un programma, e persino abbastanza rigido, che tende ad agire su di te (portandoti via un sacco di tempo) molto più di quanto tu possa fare con lui. Niente a che vedere quindi con la libera espressione di sé. Per lo stesso motivo è chiaro che non si può “inventare” o approfondire alcunché, nè tantomeno comunicare. L’unica forma di comunicazione possibile su Facebook è quella pubblicitaria.
Allora torinaimo al territorio: voi venite da Prato, città lontana dai grandi centri. Essere così lontani dai grandi centri aiuta o limita? La Toscana in genere è comunque un laboratorio musicale importante, non trovi? ...
Lontano dei grandi centri c’è meno stress, e quindi probabilmente la creatività ha più spazio per poter venire fuori; la mancanza di stimoli, d’altro canto, rischia spesso di farti addormentare o di deprimerti.
La Toscana al momento ci sembra assolutamente ricca di musica valida; fra i gruppi che amiamo e non sono ancora stati nominati in questa intervista vorremmo citare i Piet mondrian e i Viva Muerte Candita! .
Me li segno.
Avete contatti con altri artisti della vostra città? Di altre? Qualche settimana fa sono stati qua i Lowave, da me citati ... prima ancora Samuel katarro, da te citato...
Conosciamo entrambi, Samuel Katarro addirittura da prima che iniziasse a suonare da solo. Come ti dicevo, Trydog e A Buzz supreme, oltre ai concorsi vari ai quali abbiamo partecipato, ci hanno messo in contatto con molte altre band toscane e non. A livello artistico la collaborazione e lo scambio di idee è molto stimolante.
Sì, mi sembra un bell'ambiente. Forse tra poco si potrà parlare di scena...i presupposti ci sono tutti.
Sono d'accordo.
Band, musicanti, locali, etichette e distributori ...e poi già negli anno '80 c'era una scena che ha dato molto alla nostra musica.
... e festival che per fortuna resistono.
Si, il problema è che sono cambiati i tempi...
Possiamo farli cambiare ancora ...
Suonando, scrivendo nuove pagine...
E allora, meglio scrivere, registrare, suonare dal vivo?
Scrivere e registrare sono entrambe delle belle cose, ma anche molto travagliate. Personalmente preferisco suonare dal vivo.
Già, suonare, tra le vostre esperienze leggo del MI AMI di Rockit, dell’Heineken Jammin’ Festival, dell’Arezzo Wave prima e dell’Italia Wave poi, del Bilbo-Rock… siete sempre in giro! Cosa vi è rimasto? Consigliereste a giovani musicanti di andare ai vari festival estivi? I ricordi più belli...
Abbiamo scoperto che viaggiare ci piace moltissimo: è una delle parti più divertenti dell’essere un gruppo musicale, e consigliamo caldamente ai giovani musicisti di sfruttare qualsiasi occasione di suonare in giro. I nostri ricordi più belli sono i concerti che abbiamo fatto lontanissimo da casa, come ad esempio Bilbao o Marsala.
Meglio fuori dall'Italia? Come si viene accolti fuori dall'Italia in quanto musicisti Rock?
Noi abbiamo avuto una sola possibilità di suonmare fuori dall'Italia, ma siamo stati accolti benissimo. In Italia l'attenzione e il calore del pubblico è spesso variabile, ma adoriamo suonare al sud, dove la gente è entusiasta.
C’è stata una feroce diseducazione al pensiero e al gusto, un soffocamento delle espressioni vitali, particolarmente in questo paese, che ha ucciso la quasi totalità della popolazione. Non c’è molto altro da dire. La stessa distinzione fra musica “commerciale” e musica “indipendente” è un’assurdità; si dovrebbe distinguere semplicemente fra musica che apre la mente e musica che la chiude.
E allora chiudiamo...l'intervista, con la classica: una domanda che non ti ho fatto e che avresti voluto. Anche la risposta ...
Avrei voluto che mi avessi chiesto perchè facciamo tutto questo
Ma la risposta è: non lo so.
Pure io non lo so...è difficile capirlo. Forse ci vuole una vita intera.
Quindi, insomma, alla fine hai fatto bene a non chiedermelo.
Si, o forse un paio.
Meglio...speriamo che i buddisti con la storia della reincarnazione ci becchino... allora forse sì.
Intanto grazie per esserti incarnato sul mio blog.
Grazie Mirko. Grazie Baby Blue.
Grazie a te, adesso procedo a disincarnarmi
Ciao, alla prossima!
Ti ci vuole un po' di tempo a disnicarnarti, ma poi torni normale. Ciao, alla prossima... Buona notte e buona fortuna.
ma quanti gruppi che trovi tu.
potresti organizzare un mega festival!
Caro And, il mio obiettivo è quello di fare un Alligatore and Friends ... della scena indipendente. Da far invidia agli Afterhours.
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