venerdì 25 novembre 2022

Rece d'Alligatore: Marilena Anzini

Marilena Anzini, Gurfa

Autoproduzione

 

Gurfa il titolo dell’album di Marilena Anzini, è un’antica parola araba che significa “una manciata”. Non una manciata qualunque, piuttosto “l’acqua che si può tenere in una mano”. Un’immagine decisamente pregna e poetica, che rende bene l’idea di questo disco, del rapporto tra l’acqua e la vita, la musica, e in ogni brano questo si sente, eccome si sente...

Dal folk a tratti gospel che apre il disco, Details, dedicato alla poetessa Mary Oliver, intenso, soave, onirico con la sua voce gran protagonista e con accanto l’ensemble vocale Ciwicè che non l’abbandonerà mai, al finale, incantevole Marea, brano interamente a cappella, è una delizia per le orecchie. Il punto più alto è per me Filigree, canzone cantata in inglese, che sembra un classico anni Sessanta del pop più malinconico e forte, ma anche Ink and Tea, non è niente male: pezzone ancora cantato in inglese, con il ritmo ad accompagnare la calda voce di lei, il coro, per un doo-woop senza tempo a narrare una storia d'amore surreale.

Ma tutto il disco incanta e si lascia ascoltare come un fiume in piena, a tratti, o come un ruscelletto, o un grande mare, ma anche un lago. Tutto ricorda l’acqua, e la sua corporalità incorporea, quasi come la musica. provate ad ascoltare Gurfa, e ditemi se non è così.

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