lunedì 26 gennaio 2015

Due parole con Rocìo Rico Romero

Tra poco in palude una delle più belle voci d’Europa, quella di Rocìo Rico Romero, bolognese di origini andaluse, musicante giramondo con una voce che in(canta). Tante e disparate le sue esperienze artistiche, per questo le sue corde vocali sembrano uno strumento musicale tra gli altri: dalla formazione flamenca nel suo paese d’origine alla lirica in Italia, dall’India con un lama tibetano (il Venerabile Norsang, capo cantore del monastero di Gaden) a diverse collaborazioni con musicanti pop d’Italia. Per questo Roca Básica suona così vario e allo stesso tempo compatto.
Roca Básica, uscito a fine 2014 per Liquido Records, bella realtà delle indie con un catalogo da seguire (già passati qui alcuni artisti dell’etichetta), prende il nome da uno dei componenti fondamentali che formano la terra da dove Rocìo proviene, Huelva, porto dell’Andalusia a 9 km dall’oceano. Per questo, il suo pop elettronico voce/chitarra con inserti ritmici, sembra qualcosa di naturale. Non a caso nessuna canzone dell’album ha questo titolo, tutte ne sono impastate. Cantato in spagnolo, con qualche episodio in italiano, Roca Basìca non ci si stufa mai di sentirlo. Parliamone. Pronti?

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