Tra poco in palude una delle più
belle voci d’Europa, quella di Rocìo Rico Romero, bolognese di origini
andaluse, musicante giramondo con una voce che in(canta). Tante e disparate le sue
esperienze artistiche, per questo le sue corde vocali sembrano uno strumento
musicale tra gli altri: dalla formazione flamenca nel suo paese d’origine alla
lirica in Italia, dall’India con un lama tibetano (il Venerabile Norsang, capo
cantore del monastero di Gaden) a diverse collaborazioni con musicanti pop
d’Italia. Per questo Roca Básica suona così vario e allo
stesso tempo compatto.
Roca Básica, uscito a fine 2014 per Liquido Records, bella realtà delle indie
con un catalogo da seguire (già passati qui alcuni artisti dell’etichetta),
prende il nome da uno dei componenti fondamentali che formano la terra da dove
Rocìo proviene, Huelva, porto dell’Andalusia a 9 km dall’oceano. Per questo, il
suo pop elettronico voce/chitarra con inserti ritmici, sembra qualcosa di
naturale. Non a caso nessuna canzone dell’album ha questo titolo, tutte ne sono
impastate. Cantato in spagnolo, con qualche episodio in italiano, Roca Basìca
non ci si stufa mai di sentirlo. Parliamone. Pronti?
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