In palude con Silvia Conti
NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Pop Rock-blues
DOVE ASCOLTARLO dove vuoi a partire da qui
LABEL Radici MusicRecords
PARTICOLARITA’ Bellissimo e pieno di citazioni
CITTA’ FirenzeDATA DI USCITA 08.01.2024
L’INTERVISTA
Come è nato Ho un piano B?
In una notte buia e tempestosa. È una
risposta che ha sempre il suo perché.
Come mai questo titolo?
Perché ritengo importante avere sempre un'alternativa, un piano B, appunto.
Come è stata la genesi di questo disco, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
All'inizio era un disco blues. Era quasi
tutto pronto, il singolo che lo presentava era uscito, i pezzi c'erano tutti,
mancava solo di entrare in sala di registrazione per realizzare concretamente
il lavoro. Ma è arrivata la pandemia, e tutto si è bloccato. Durante il periodo
di fermo obbligatorio però non si sono fermate le idee quindi io ho continuato
a scrivere e Bob (Mangione) a lavorare su le novità. Quello che era nato come
disco blues si è trasformato in un disco rock, e questo è il risultato.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di Ho un piano B?
Forse la realizzazione di Van Gogh. La canzone è una bellissima ballata di Gianfilippo Boni che Bob ha completamente stravolto in un pezzo quasi punk in una sera, chiuso nel suo studiolo. Avevamo quasi paura a farla sentire a Gianfilippo, ma anche lui si è divertito tantissimo a sentirla così diversa!
Se Ho un piano B fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Secondo me sì, il “forse” va tolto. È un
disco sulla consapevolezza e sulla partecipazione. Forse sono parole grosse ma
in questo momento storico sono indispensabili. È un disco sulla necessità di
essere partigiani (non a caso l'ultimo brano è Bella Ciao), di prendere
posizione, di tirare su la testa, di non tacere.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiera dell’intero disco? … quello più da live?
Il brano per me più importante è Inverno 1944 (Mačkatica), perché è stato scritto per mio padre e perché si lega al libro da lui scritto nel 1989, Gli anni sprecati, che narra della sua esperienza di guerra, uscito insieme al disco e complementare al disco stesso, progetti gemelli pur se diversi, nella forma ma non nel contenuto: entrambi partigiani.
Chi hai avuto più vicino sul piano produttivo? ...
Neanche a dirlo, i miei due uomini: Bob
Mangione e Gianfilippo Boni. Quest'ultimo perché Pippo (Boni) è una figura
ormai imprescindibile (alla fine del disco, per chi ha pazienza, c'è anche un
omaggio per lui). Bob perché è colui che arrangia, suona, scrive, canta,
insomma, il disco è suo quanto mio: metà e metà.
Copertina molto suggestiva, con riferimenti importanti…. Come è nata? Chi l’ha pensata così?
L'ho pensata io. Mentre l'album prendeva vita ci rendevamo sempre più conto di quanto fosse intriso di citazioni: parafrasando un termine molto usato nella critica cinematografica si potrebbe definire il nostro come metarock, cioè un rock che parla di se stesso. La cover art è venuta di conseguenza.
Come presenti dal vivo il disco?
Con difficoltà. Non per colpa nostra,
ovviamente. Ma, tanto per restare in tema di citazioni: è un mondo difficile e
vita intensa. Felicità a momenti e futuro incerto.
Altro da dichiarare…
Alcune foglie verdi in tasca. Ma presumo sia basilico.
Si scherza, eh?
Etichette: Firenze, Ho un piano B, In palude con ..., Intervista, Partigiani, Radici Music, Radicimusic, Silvia Conti, Toscana
9 Commenti:
... qui c'è la musica vera, a Sanremo il festival televisivo dell'ovvio e del banale. Mi piace presentare così la serata in palude con Silvia Conti, ospite in questa notte piovosa qui in palude per presentare Ho un piano B.
Un disco di blues che si trasforma, causa la pandemia in un disco pop-rock, racconta lei, e questo mi piace, o almeno, mi rende il disco una cosa viva.
La pandemia ci ha tutti trasformati in qualcosa d'altro... sarebbe bello trasformarsi in pop-rock... ma non è detta l'ultima parola.
Otto pezzi originali più un classico della sinistra italiana come Bella ciao (scusate se è poco), per un disco di emozioni vere.
Quale pezzo scelgo? Difficile, ma mi butto d'istinto e dico Moltitudine blues, con un testo magico cantato in modo impeccabile, che si trasforma in pop-rock cantautorale... un pezzo senza tempo. Voce, armonica, chitarra... tutto da pelle d'oca.
Poi dico Farfalla un pezzo su di un corpo considerato inadeguato, ma... cantato con sensualità e spirito femminista. Anche qui blues dal sapore di rock cantautorale.
Settembre è psichedelia con un testo beat... musicalmente superba (non dico che mi vengono in mente in Pink per non esagerare...).
Inverno 1944 (Mačkatica) è molto suggestiva e insieme alla originalissima versione di Bella ciao chiude Ho un piano B in una maniera davvero speciale.
Grazie a Silvia Conti di essere stata in palude con me in questa notte di pioggia e nebbia. Ho un piano B l'ha resa decisamente meno fredda. Provate ad ascoltarlo!
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