In palude con Emma Grace
NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE neo-minimal/folk-experimental
DOVE ASCOLTARLO Bandcamp, Soundcloud, Youtube, Spotify
LABEL Pipapop Records
CITTA' LECCOLIMONI (PG), Umbria
DATA DI USCITA ottobre 2021
L'INTERVISTA
Come è nato Cravings of Pegasus?
Cravings of Pegasus è nato con leggero imprevisto durante la conclusione del primo anno di pandemia. C'era un'urgenza di produrre in maniera diversa dai lavori precedenti, un'urgenza impaziente di comunicare con un linguaggio veloce e selvatico.
Come mai questo titolo? Che vuol dire?
Con questa urgenza di comporre, mi sono
imbattuta nel leggere storie di diverse creature mitologiche, che
accompagnano diversi titoli dell'album. Pegaso è una creatura libera,
selvaggia, e "la fame di Pegaso" accompagnava benissimo il sentimento
che ho avuto durante tutta la produzione dell'album.
Come è stata la genesi di questo disco, dall'idea iniziale alla sua
realizzazione finale?
Come racconta il titolo, la genesi è stata una sensazione più che un'intenzione; la fame di risentirmi di nuovo attraverso il suono, una volta registrato, ho solo dovuto mettere insieme i pezzi.
Quando il tempo passa, a volte arriva quel
momento dove dobbiamo mettere un "segnalibro" in quello che stiamo
vivendo, sia per capire meglio noi stessi e l'esterno, che per ascoltarci
diversamente. A livello tecnico, avevo delle sonorità in testa che non volevo
dimenticarmi e volevo approcciare la registrazione con un approccio più
distaccato dal live. Se Wild Fruits and
Red Cheeks (2020) è stato praticamente l'incisione di un live, questo è
stato il contrario, un disco che ha stimolato il live.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione dell'album?
Uno dei beat utilizzati in Cravings of Pegasus è stato estrapolato da un video di 6 secondi, girato in India, di un cavallo appena nato, quando mi arrivò per mail, non solo mi venne in mente Pegaso, ma era un ritmo perfetto per l'album.
Se Cravings of Pegasus fosse un concept-album su cosa sarebbe? ... tolgo il fosse?
La lavorazione dell'album è stata veloce, mi era necessaria in quel dato momento. Ogni album ha un suo filo conduttore, spontaneo, ragionato, illogico, o razionale. Sennò faremmo uscire sempre dei singoli. Non credo che un album possa non avere un concept, riporto qua la descrizione dell'album, dove credo dica abbastanza. La fame di Pegaso narrata dall'album è appunto la richiesta di parlare senza usare parole, chiede di aprire altri occhi, altre orecchie.
Un percorso che attraversa ambienti sonori artificiali e organici, tra suoni verbali e non verbali, con guide mitologiche e linguaggi impulsivi.
"Pegaso è il tuo corpo quando non segue le parole.
Pegaso non ha bisogno di avere buone maniere.
Pegaso è l'urgente bisogno di parlare un'altra lingua, di avere altri occhi.
Gioca a nascondino quando non riesci a dormire.
È lì. Quando finalmente ti fidi.
È quella voce che ti chiede di giocare nel fango,
cantare
e semplicemente stare. "
C'è qualche pezzo che preferisci? Qualche
pezzo del quale vai più fiera dell'intero album?
... quello più da live?
No, come narra anche il video dell'album fatto da Furio Ganz: sia in ascolto che in live, nonostante la lavorazione sia differente, le sette tracce mi accompagnano in egual misura.
Come è stato produrre Cravings of Pegasus con la PipaPop Records?
Come sempre mi sono sentita in famiglia e sempre supportata da loro. Sono cresciuta insieme alla nascita di Pipapop Records,"it's home", assieme a Capitano Merletti e il suo magico Studio Garp.
Copertina che colpisce, molto particolare, fiabesca ... Come è nata? Chi l'ha pensata così?
L'elemento centrale è nato durante la residenza artistica a Leccolimoni, uno spazio in Umbria. Avevo trovato queste "corna di legno" in giro per i boschi e me le sono subito immaginate ricoperte di piume bianche.
Sapevo che sarebbe stato il perfetto elemento per la copertina, dopo un po' di prove, ho scelto uno scatto di Furio Ganz, che fece durante le riprese del video.
https://www.youtube.com/watch?v=3oOsgqwxLYc
Come presenti dal vivo il disco?
Non voglio girare tanto attorno alle parole sennò credo avrei scritto libri, i live variano molto dal posto, dal pubblico e la durata del set. Ormai è un set di violino voce, loop station e live electronic. Se capiterà, mi verrete a sentire.
Etichette: Emma Grace, Experimental, Folk, In palude con ..., Intervista, Leccolimoni, NeoMinimal, Perugia, Pipapop Records, Umbria
10 Commenti:
Gran piacere ospitare Emma Grace in palude, con questo disco sperimentale, a suo modo pandemico, denso, intellettuale, moderno e chi più ne ha ...
Per questo, all'esortazione finale dell'intervista "se capita mi verrete a vedere", rispondo sì...
Musica moderna e allo stesso tempo antica, musica elettronica e allo stesso tempo ancestrale...
Difficile scinderla in singoli brani la musica di Cravings of Pegasus, ma io ci provo ...
Da Proem breve intro metafisico, con suoni che vengono da chissà dove, con la voce che sembra un suono tra i tanti... brano ottimo per un film di Werner Herzog.
... a Mercury giochi di elettronica sofisticata (molto Badalmenti per un film di David Lynch), con la voce molto intensa.
Dalla stupenda For The Shore con il violoncello gran protagonista, una voce che parla e ride, un suono insistente... poi un cantato tantrico, per un pezzo dilatato.
A Dryad, che si snoda tra spiritismo e ironia e riverberi musicali da un altro pianeta.
... e siamo solo alle prime quattro.
Non vi dico altro, vi lascio ascoltare questo Cravings of Pegasus dall'inizio alla fine, credo vi piacerà come è piaciuto a me...
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