L’INTERVISTA
Come è nato A Possible Human Drift Scenario?
Beh, dopo aver deciso di lavorare su un nuovo
album il passo successivo è stato quello di decidere di voler fare qualcosa di
diverso. Sapevamo che la musica stava sterzando in una nuova direzione e anche
noi crescendo ascoltavamo di continuo nuove cose e volevamo a tutti i costi
dare una nuova forma alle nostre idee musicali. Infatti, non a caso, ci siamo
appassionati all’elettronica e alle grandi produzioni americane (APC, TOOL,
PUSCIFER e MASSIVE ATTACK) e da lì piano piano siamo riusciti a codificare un
linguaggio musicale tutto nostro, scelta difficile per certi versi ma
inevitabile per altri; è stato come ricominciare tutto da capo e di questo, col
senno di poi, ne siamo orgogliosi. Quindi, per rispondere alla domanda, ci
sentiamo di affermare più di ogni altra cosa che il disco sia nato dalla nostra
caparbietà nel portare avanti un progetto musicale in cui abbiamo sempre
creduto.
Perché questo titolo? Cosa significa?
Vedi sub. 5.
Come è stata la genesi dell’album, dall’idea
iniziale alla sua realizzazione finale?
Il fattore generante è stato, senza ombra di
dubbio, la scelta di continuare a suonare in tre reinventando la band con un
nuovo sound ma, nello stesso tempo, custodendo gelosamente quell’anima
umbratile mista a contaminazioni progressive che ci contraddistingue da sempre.
Alla realizzazione finale del disco ci siamo arrivati dopo un estenuante
confronto di idee e tante prove.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria
durante la lavorazione del disco?
Nessun episodio in particolare; sono tutte le fasi
di elaborazione del disco che nell’insieme rappresentano un grande episodio
che, puntualmente, ci ricorda sempre quanto sia importante la condivisione. In
altri termini per noi il fatto stesso di vederci in sala prove con l’obiettivo
di generare un intero album, arginando per qualche ora tutte le problematiche
che ci travolgono ogni giorno, è un momento da imprimere nella memoria.
Se A Possible Human Drift Scenario fosse un
concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Il disco è un concept-album attraverso il quale si
racconta lo scontro tra due realtà a noi molto vicine: l’una, rappresentata
dalle deviazioni che possono scaturire da uno stato d’animo, vale a dire, da
una serie di momenti della vita interiore pertinenti al mondo degli affetti e
delle emozioni che spingono l’uomo -senza via d’uscita- verso un cambiamento
radicale, cui si può arrivare per via della depressione, della speranza,
dell’amore, della disperazione e della viltà; l’altra, rappresentata da tutte
quelle deviazioni che possono scaturire dalla conduzione di una vita
preconcetta e ideologicamente errata, che spinge l’uomo medio a non accettare
il cambiamento, quindi a non condividere e di conseguenza a non riconoscere diritti
che, invece, dovrebbero essere di tutti.
Ebbene, lo scontro tra queste due realtà genera
una situazione di stallo che conduce inevitabilmente l’uomo alla deriva.
Pertanto è solo superando questo confine
ideologico che l’umanità potrà giungere a una Terra fondata sul pieno
riconoscimento dei diritti individuali, dunque, alla piena integrazione fra i
popoli. All’opposto, l’unica soluzione sarebbe l’errare dell’uomo in eterno.
Questo è il significato celato in A Possible
Scenario Of A Human Drift.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del
quale andate più fieri dell’intero disco? … che vi piace di più fare live?
The Average Man e Das Eismeer sono i pezzi che ci
divertono di più dal vivo. Per il resto non abbiamo preferenze, proprio perché
siamo fieri dell’intero lavoro fatto nell’album che, ovviamente, va ascoltato
nella sua interezza per essere apprezzato.
Come e con chi avete lavorato meglio a livello
produttivo? Chi indispensabile?
Tutti coloro che partecipano al processo di
formazione di un disco sono a loro modo indispensabili. Più in generale,
crediamo che le collaborazioni siano fondamentali per la crescita di qualsiasi
musicista, ecco perché una band come la nostra che ha il desiderio di voler
migliorare è sempre disponibile a farne. Riteniamo sia fondamentale l’aiuto di
chi, fresco e privo di pregiudizi, si presti ad ultimare un lavoro già studiato
nei minimi dettagli ma che inevitabilmente necessita di un intervento
spassionato per giungere a compimento. In realtà ogni volta che realizziamo un
disco, scegliamo volontariamente la collaborazione di altri
musicisti/produttori, come abbiamo fatto in precedenza con Giuseppe Orlando
(NOVEMBRE, THE FORESHADOWING etc.) e con Marco Soellner (KLIMT1918) che cantò
in una canzone di TRAMA, ISQUOSADMOVE, nostro primo lavoro. Per quanto riguarda
invece quest’ultimo lavoro, abbiamo avuto l'opportunità di collaborare con
Claudio Spagnuoli dei DIVENERE che, come musicista/produttore, è riuscito a
mettere insieme le nostre idee, prestando altresì la sua voce nella parte
finale della canzone Mr. Lamb.
Copertina in bianco e nero, copertina di forte
impatto, filmica, da Fuori Orario di Ghezzi, direi. Come è stata pensata e
realizzata e da chi?
Tutte le suggestioni che suscita la copertina, a
cui si fa riferimento nella domanda, derivano esclusivamente dai contenuti del
nostro concept-album. Il resto poi l’ha fatto Silvia Muraca, è lei che, con la
sua fantasia e professionalità, ci ha aiutato a chiudere il cerchio.
Come presentate dal vivo il disco?
Siamo dei perfezionisti e siamo ossessionati dal
suono e da tutto ciò che può arrivare direttamente a coloro che decidono di
dedicare tempo alla nostra musica, sicché, il nostro live deve necessariamente
suonare come da disco, Quanto affermato non crediamo lasci spazio ad altre
interpretazioni è l’unica regola che ci imponiamo di rispettare dal vivo.
Altro da dichiarare?
Sì, vorremmo invitarvi tutti a seguirci e a
supportarci su tutte le piattaforme social: Facebook, Instagram, YouTube, I fan
sono la cassa di risonanza di una band, rappresentano l'unica possibilità, per
una band di nicchia come la nostra, di raggiungere traguardi incredibili e
saremmo davvero onorati di ripagarli in futuro con produzioni musicali sempre
più qualitative.
Nonostante questo, si possono individuare dei pezzi preferiti ... per esempio Caronte, saltellante ed elettrico con le tastiere in evidenza, o Undressed, movimentato nei suoni e nelle parole, quanto intimo, personale ...
Loro indicano Mr Lamb e Das Eismer, e non è difficile capire il perché: simpatico e dai ritmi intensi, quasi sakamoto-song il primo, dalle ritmiche originali e una progressione alternative-rock, il secondo.
Bel pezzo speziato con la chitarra in evidenza è anche Social Legal Limbo, che sarebbe piaciuto al David Lynch prima maniera (ma anche a Wim Wenders, perché no?).
Critico rock del web. Pacifista integrale.
Collaboratore del sito della nota agenda
Smemoranda dalla lontana estate del 2003 e del Frigidaire cartaceo dall'autunno 2009. Dall'aprile 2017 collabora anche con Il Nuovo Male, e dall'estate del 2017 con il portale I Think Magazine, dall'autunno 2018 con MeLoLeggo.it. A gennaio 2018 fonda con Elle il sito L'ORTO DI ELLE E ALLI . Metà veneto, metà altoatesino (la mamma è dello stesso paese di Lilli Gruber), è nato nei primi anni Settanta, il giorno del compleanno di Jack Kerouac.
9 Commenti:
Gran piacere ospitare in palude En Declin, band romana di gusto prog-rock, che torna al disco dopo 10 anni di assenza.
10 anni come i 10 pezzi che compongono A Possible Human Drift Scenario, nuovo disco del terzetto (sì, oggi sono in 3).
Ma basta dare i numeri, parliamo delle canzoni dell'album ...
Il disco va ascoltato tutto, come sempre, ma essendo un concept-album, come spiegano nell'intervista, ancora di più.
Nonostante questo, si possono individuare dei pezzi preferiti ... per esempio Caronte, saltellante ed elettrico con le tastiere in evidenza, o Undressed, movimentato nei suoni e nelle parole, quanto intimo, personale ...
Loro indicano Mr Lamb e Das Eismer, e non è difficile capire il perché: simpatico e dai ritmi intensi, quasi sakamoto-song il primo, dalle ritmiche originali e una progressione alternative-rock, il secondo.
Bel pezzo speziato con la chitarra in evidenza è anche Social Legal Limbo, che sarebbe piaciuto al David Lynch prima maniera (ma anche a Wim Wenders, perché no?).
Finale che piacerà ai fan del pop anni '80, con l'originalissima interpretazione di Antother Day In Paradise di Phil Collins.
Ma il disco, come dicevo prima, va ascoltato tutto ... ascoltatemi, ascoltatelo!
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