Ti
voglio urlare è stata semplicemente la naturale
prosecuzione del nostro percorso, dopo aver registrato l’EP In moto senza casco abbiamo continuato a
scrivere e mettere giù le tante idee che avevamo e in un anno avevamo in mano
quello che sarebbe diventato il nuovo disco, poi da li abbiamo cominciato a
lavorare su ogni singola canzone.
Perché questo titolo?
Perché volevamo sfogarci, volevamo
presentarci per quello che siamo e ci è sembrato un titolo naturale senza
troppe costruzioni mentali dietro, era diretto
Come è stata la genesi dell’album,
dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Come detto, non c’è stata una vera e
propria genesi, abbiamo cominciato a lavorarci seriamente in una settimana di
ritiro sui monti, ma poi abbiamo ripreso in mano tutto prima da soli e poi con
il produttore Mattia Cominotto, ci abbiamo messo tanto perché non volevamo
lasciare nulla al caso.
Qualche episodio che è rimasto nella
memoria durante la lavorazione del disco?
Ce ne sono molti anche perché il
lavoro è durato un anno e mezzo ma niente di incredibile ora che ci penso,
eravamo molto concentrati.
Se Ti voglio urlare fosse un
concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
È un concept album in fondo, potrebbe
chiamarsi il nostro ultimo anno, oppure siamo così, abbiamo messo in musica le
nostre paure, i nostri amori e le paranoie sul domani, niente di più, ma anche
se sembra banale non è facile.
C’è qualche pezzo che preferite?
Qualche pezzo del quale andate più fieri dell’intero disco? … che vi piace di
più fare live?
Sicuramente siamo molto affezionati a Cosa vuoi cambiare, un brano molto
equilibrato, da fare live è sicuramente diverte suonare Provincialismo, oppure Sirene.
Molte
realtà produttive dentro questo disco. Come mai tutte queste label? Pioggia
rossa, Metraton, Artist First, Green Fog Records …
In
realtà l’unica label è Pioggia Rossa, poi Metatron si occupa delle edizioni,
Artist First della distribuzione (digitale e fisica) e Greenfog è semplicemente
lo studio di Mattia Cominotto dove tutto è stato registrato, mixato e
masterizzato.
Copertina strana, filmica, con un uomo
che sembra spogliarsi e farla finita con tutto. Come è nata? Chi l’ha
realizzata?
Volevamo mettere una foto in
copertina, non ci piaceva l’idea di una grafica. Per caso ci sono capitate
sottomano una serie di foto fatte da un ragazzo di Milano, Riccardo Marletta. Lo
abbiamo contattato e gli abbiamo chiesto se potevamo usarle, ci ha detto subito
di sì e allora col nostro grafico Alberto Cavallini abbiamo cominciato a
lavorarci. Gli scatti ci sono piaciuti perché il protagonista dava l’idea di
volersi liberare di qualche peso e il cielo aveva la sua giusta porzione di
protagonismo, rispecchiavano esattamente quello che avevamo messo in musica.
Come presentate dal vivo il disco?
Presenteremo il disco con vari
concerti in giro per l’Italia a partire da gennaio, a breve usciranno le prime
date.
Nato durante un "ritiro spirituale", Ti voglio urlare è un disco ironico e disincantato, ottimo prodotto della nuova scuola genovese, che qui in palude da un decennio ha avuto molti ospiti.
Grande sprint nelle chitarre, nei coretti e nella band che suona come un solo uomo in Pensione a vent'anni, pezzo che da il giusto ritmo al tutto disco.
Le citerei tutte: Gelato, malinconico singolo uscito in estate, proprio il 21 giugno, arricchito dalla presenza del sax di Olmo Martellacci degli Ex-otago e del giovane rapper genovese Canca (classe '97) ...
Provincialismo bel pop-rock dal ritmo instabile e ribelle,Ciao, altro gran pezzo, divertente nel testo che dice tutto, il gran ritmo, grande uso della chitarra, con suoni magici.
Critico rock del web. Pacifista integrale.
Collaboratore del sito della nota agenda
Smemoranda dalla lontana estate del 2003 e del Frigidaire cartaceo dall'autunno 2009. Dall'aprile 2017 collabora anche con Il Nuovo Male, e dall'estate del 2017 con il portale I Think Magazine, dall'autunno 2018 con MeLoLeggo.it. A gennaio 2018 fonda con Elle il sito L'ORTO DI ELLE E ALLI . Metà veneto, metà altoatesino (la mamma è dello stesso paese di Lilli Gruber), è nato nei primi anni Settanta, il giorno del compleanno di Jack Kerouac.
11 Commenti:
Grande inizio di settimana in musica con L'ultimo dei miei cani, pop-rock cantautorale giovane e provocatorio.
Nato durante un "ritiro spirituale", Ti voglio urlare è un disco ironico e disincantato, ottimo prodotto della nuova scuola genovese, che qui in palude da un decennio ha avuto molti ospiti.
Grande sprint nelle chitarre, nei coretti e nella band che suona come un solo uomo in Pensione a vent'anni, pezzo che da il giusto ritmo al tutto disco.
Gran testo, grandi rivendicazioni di voglie giuste, a partire dalla pensione a vent'anni
Sirene, canzone conflittuale con la propria città d'origine, con ancora chitarre in gran evidenza, una gran vibra.
Cosa vuoi cambiare, divertente e malinconico, che parla dell'oggi nel loro stile, serio ma non troppo ... e siamo solo alle tre prime canzoni.
Le citerei tutte: Gelato, malinconico singolo uscito in estate, proprio il 21 giugno, arricchito dalla presenza del sax di Olmo Martellacci degli Ex-otago e del giovane rapper genovese Canca (classe '97) ...
Provincialismo bel pop-rock dal ritmo instabile e ribelle,Ciao, altro gran pezzo, divertente nel testo che dice tutto, il gran ritmo, grande uso della chitarra, con suoni magici.
Ma forse la più bella è Dolore: anche qui partenza di gran ritmo, un testo ironico e vero, da mandare a memoria, un mantra politico geniale.
Finale con la title-track, che ripete i temi del disco, li riassume e ci saluta, forse con colori più tenui, ma non troppo.
Ti voglio urlare è per me il disco sorpresa di fine anno: ne consiglio vivamente l'ascolto.
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