venerdì 22 febbraio 2019

In palude con i Gentlemens

NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE: PUNK| BLUES| NOISE
DOVE ASCOLTARLO Dal 22 Febbraio su tutte le piattaforme web, spotify,bandcamp, ecc… acquistandolo online, ai nostri concerti.
LABEL Hound Gawd Records
PARTICOLARITA’ Analogico
CITTA’ Camerano (Ancona)
DATA DI USCITA 22 Febbraio
L’INTERVISTA
Come è nato Triage?
Triage nasce a distanza di due anni dal disco precedente Hobo-Fi. In questi due anni abbiamo percorso tantissimi chilometri e versato un po’ di sangue; Abbiamo fatto due tour europei tra Svizzera, Germania, Francia e Spagna e circa 100 concerti tra Europa e Italia. Al termine di tutta questa strada e con il bagaglio di queste esperienze, abbiamo sentito la necessità di tornare in studio per registrare nuovo materiale e fissare non un punto di arrivo, ma un altro punto di partenza da cui ricominciare.
Perché questo titolo? … cosa vuol dire? 
Triage è in primis un nome ironico che identifica il terzo disco con cui in maniera effettiva stiamo portando la nostra “storia” in giro; In seconda battuta e per noi di significato più rappresentativo, “Triage” è comunemente definito come il sistema di classificazione dei codici di accesso per gravità al pronto soccorso in ospedale; In questa ottica infatti ci siamo guardati indietro e abbiamo sentito la necessità di contare tutte le ferite, le fratture, il sangue versato e inserire tutto nel disco. In realtà non è stata una vera necessità, è stato un percorso naturale con cui abbiamo dovuto fare i conti e che è venuto fuori da solo. In questi anni appunto, abbiamo percorso tantissimi chilometri insieme, ci siamo confrontati su ciò che significa per noi affrontare questo tipo di progetto senza limiti e compromessi, abbiamo mangiato tanta polvere, abbiamo versato molto sudore e abbiamo affrontato perdite personali che ci hanno spinto giù da un grattacielo. E’ uscito un disco molto diverso dai precedenti, per certi versi molto intimo e personale con sonorità più “dark” e molti feedbacks. TRIAGE è un convoglio di emozioni, una nuova vita con cui dobbiamo fare i conti e che non possiamo controllare ma che vogliamo accettare ed affrontare.
Come è stata la genesi del disco, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?  
La genesi è sostanzialmente spiegata dalle risposte precedenti. Sentivamo un’esigenza che è molto controcorrente allo standard che viene passato oggi in radio. È fodamentalmente un grido con il quale vogliamo dire che non esistono solo certe sonorità e frequenze che devono essere ascoltate, come non esistono solo sentimenti d’amore e come non esiste solo la luce. In una canzone del disco precedente (Hobo-Fi) parliamo di come non ci possa essere amore senza odio e in questo disco affrontiamo direttamente il problema. Non c’è luce senza ombra, non è vero amore se non si affrontano i problemi che possono portarti a detestarti. È una situazione che cerchiamo sempre di evitare… parliamo del bene e lasciamo indietro il male che comunque la vita ci impone di subire. Ci viene da sempre insegnato di eccellere e di non titubare, di accellerare e non di fermarci. Fondamentalmente il nostro progetto con cui nascono tutti gli album e di cui TRIAGE non ne fa eccezione, è quello di dare volume alle voci che vorrebbero gridare ma non lo fanno, di chi viene sempre identificato come “loser”/ “outsider” o semplicemente diverso. È anche una questione di cultura con cui ricerchiamo la verità e la sincerità di un messaggio d’arte in qualsiasi forma.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione dell’album?  
Il babbo di Matt Bordin che spazzava le foglie nel giardino dello studio e che mentre registravamo tenevamo d’occhio dalla finestra. Il giardino era molto grande…enorme. Avevamo scommesso di finire di registrare il disco prima che lui lo finisse di spazzare. Ovviamente ha vinto lui.
Se Triage  fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?  
Sarebbe quella di rinascere, uscire dal grembo materno per una seconda volta.”Break on through on the other side and on the other side and on the other side” ...ancora ed ancora. Ma non è un concept album. Sostanzialmente è un nostro punto di vista; un autoritratto che possiamo appendere e riconoscerci di tanto in tanto. Siamo artisti e la nostra arte è il rock’n’roll.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri dell’intero disco? … che vi piace di più fare live?  
Penso di parlare per tutti dicendoti il nostro primo singolo “JOHN Q PUBLIC BLUES”. Segna un po’ una nostra maturazione nell’affrontare e confrontarci con sonorità, dinamiche e produzioni diverse da quelle che ci contraddistinguevano precedentemente. Ci teniamo a sottolineare questa cosa perché siamo convinti che costringersi dentro a regole e regolamentazioni determinate da cifre stilistiche di ogni genere, che sia Blues, Garage, Pop, ecc… è solo una nuova forma di gioco politico; un nuovo dogma confezionato e restrittivo.
Riguardo al live ci piace fare tutta la scaletta…è come un amplesso. C’è una parte iniziale dove devi trovare il modo di portartela a casa, poi ci sono i preliminari e poi devi farti valere. Se ti va bene ti lasciano anche qualche soldo.
Come è stato produrre con Hound Gawd! Records/ Rough Trade? Come è stato lavorare con Gianluca Turrini e Matt Bordin?
Con HoundGawd è stato amore a prima vista.. o almeno a primo ascolto. Abbiamo contattato Oliver che è il boss dell’etichetta via mail. Con la gentilezza che lo distingue, cosa estranea a molti delle scene indipendenti soprattutto italiani, ci ha chiesto di mandargli il disco via online e che se lo sarebbe ascoltato appena riusciva. Ci ha scritto il giorno dopo mandandoci la sua proposta di contratto. Secondo il nostro parere è un vero appassionato della buona musica….ahahaha. 
Collaborare con Gianluca Turrini e Matt Bordin è stato entusiasmante. Avere l’opportunità di lavorare con dei professionisti che non svolgono il proprio lavoretto come se fossero degli impiegati, cosa che può capitare nelle produzioni indipendenti, ma bensì sono in grado di dirigerti verso il porto giusto è sicuramente un privilegio unico. Hanno decisamente contraddistinto il sound del nostro disco. 
Copertina molto interessante,  tra il pulp e il grunge, molto anni ‘90 … come è stata scelta?
Grazie per la domanda. La copertina è stata non la seconda ma bensì la terza scelta. Abbiamo conosciuto questa fotografa romana di cui poi siamo diventati molto amici, che si chiama Veronica Coltellacci. Abbiamo avuto l’opportunità di vedere qualche suo lavoro e ce ne siamo appassionati subito, così l’abbiamo contattata. Ci ha fatto delle proposte e infine è arrivata la copertina … che non è quella che vedete ora. La foto che vedete ora è stata appunto, la nostra terza scelta. Dopo problemi di copyright della prima ne abbiamo scelta un’altra. Ci abbiamo dormito sopra e ne abbiamo scelta un’altra ancora. L’ultima. L’autocritica ci perseguita … ma ne siamo felici dopo tutto. La foto era la più azzeccata fin dall’inizio. Splatter, cruda e vera. Così è, così siamo. Nulla è da ricercare in un messaggio nascosto. Cosi siamo noi e così è TRIAGE.
Sicuramente è anche anni 90 perché è anche da li che vengono molti dei nostri ascolti.
Come presentate dal vivo il disco?   
Dal vivo presentiamo tutte le tracce che trovate sul disco tranne due che ci convincevano meno nella resa live durante le prove. Anche dal vivo abbiamo inserito il synth che avevamo messo su disco in overdub e che ci piaceva riproporlo nella situazione live. Inoltre riproponiamo canzoni dai vecchi dischi e soprattutto dal disco precedente Hobo-Fi. Un’ora di concerto. Un’ora di lotta tra feedbacks e volume. Tra luce e oscurità.
Altro da dichiarare?  
Sì. Vorremmo parlare del nostro video del singolo “JOHN Q PUBLIC BLUES” di cui ne siamo stati e ne siamo davvero orgogliosi. Una produzione firmata da un giovane regista di vent’anni, Michele Formica. Con la produzione del suo collettivo “Goofy Creative Studio”, hanno realizzato un video psicotico che rispecchia  appieno il testo e il mood della canzone.


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10 Commenti:

Alle 22 febbraio 2019 alle ore 23:41 , Blogger Alligatore ha detto...

Gran piacere ospitare i Gentlemens questa sera, 22 febbraio, data ufficiale dell'uscita del loro terzo disco Triage ...

 
Alle 22 febbraio 2019 alle ore 23:44 , Blogger Alligatore ha detto...

Disco maturo, indie-rock dal gusto internazionale ... diretto, ironico, tiratissimo blues sporco, noise ma non troppo.

 
Alle 22 febbraio 2019 alle ore 23:47 , Blogger Alligatore ha detto...

11 pezzi così, tra i quali è difficilissimo scegliere uno piuttosto che un altro.

 
Alle 22 febbraio 2019 alle ore 23:49 , Blogger Alligatore ha detto...

Si inizia con Still I Am, noise alla Jesus e Mary Chain, che sale inesorabile a spirale e resta nelle gambe, piegate ...

 
Alle 22 febbraio 2019 alle ore 23:52 , Blogger Alligatore ha detto...

Si finisce con Sin Love Pray, magico e distorto rock indipendente, con un organo che fa crescere le vibra mentre duetta magicamente con le chitarre.

 
Alle 22 febbraio 2019 alle ore 23:55 , Blogger Alligatore ha detto...

Ironici e sensuali in Shame-Love, indignai e anti in A second Coming ...

 
Alle 22 febbraio 2019 alle ore 23:58 , Blogger Alligatore ha detto...

Ma è con pezzi come Out of Here che fanno il botto, o come nel citato John Q Public Blues.

 
Alle 23 febbraio 2019 alle ore 00:01 , Blogger Alligatore ha detto...

Out of Here è un brano di grande impatto, con una sezione ritmica attenta, per un indie-rock esplosivo e disperatamente sonico.

 
Alle 23 febbraio 2019 alle ore 00:03 , Blogger Alligatore ha detto...

Nel citato John Q Public Blues gigioneggiano manco fossero i Doors, tra pulsioni sessuali e suadente psichedelia (come il bel video stesso palesa).

 
Alle 23 febbraio 2019 alle ore 00:06 , Blogger Alligatore ha detto...

Dalle Marche l'ennesima band poco italiana, che potrà dire molte cose interessanti ... Hound Gawd! Records garantisce per loro, e da stasera anche l'Alligatore.

 

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