NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE: PUNK|
BLUES| NOISE
DOVE ASCOLTARLO Dal 22 Febbraio su tutte le piattaforme web,
spotify,bandcamp, ecc… acquistandolo online, ai nostri concerti.
LABEL Hound
Gawd Records
PARTICOLARITA’ Analogico
CITTA’ Camerano
(Ancona)
L’INTERVISTA
Come è nato Triage?
Triage nasce a distanza
di due anni dal disco precedente Hobo-Fi. In questi due anni abbiamo percorso
tantissimi chilometri e versato un po’ di sangue; Abbiamo fatto due tour
europei tra Svizzera, Germania, Francia e Spagna e circa 100 concerti tra
Europa e Italia. Al termine di tutta questa strada e con il bagaglio di queste
esperienze, abbiamo sentito la necessità di tornare in studio per registrare
nuovo materiale e fissare non un punto di arrivo, ma un altro punto di partenza
da cui ricominciare.
Perché questo titolo? … cosa vuol dire?
Triage è
in primis un nome ironico che identifica il terzo disco con cui in maniera
effettiva stiamo portando la nostra “storia” in giro; In seconda battuta e per
noi di significato più rappresentativo, “Triage” è comunemente definito come il
sistema di classificazione dei codici di accesso per gravità al pronto soccorso
in ospedale; In questa ottica infatti ci siamo guardati indietro e abbiamo
sentito la necessità di contare tutte le ferite, le fratture, il sangue versato
e inserire tutto nel disco. In realtà non è stata una vera necessità, è stato
un percorso naturale con cui abbiamo dovuto fare i conti e che è venuto fuori
da solo. In questi anni appunto, abbiamo percorso tantissimi chilometri
insieme, ci siamo confrontati su ciò che significa per noi affrontare questo
tipo di progetto senza limiti e compromessi, abbiamo mangiato tanta polvere,
abbiamo versato molto sudore e abbiamo affrontato perdite personali che ci
hanno spinto giù da un grattacielo. E’ uscito un disco molto diverso dai
precedenti, per certi versi molto intimo e personale con sonorità più “dark” e
molti feedbacks. TRIAGE è un convoglio di emozioni, una nuova vita con cui
dobbiamo fare i conti e che non possiamo controllare ma che vogliamo accettare
ed affrontare.
Come è stata la genesi del disco, dall’idea iniziale alla sua
realizzazione finale?
La genesi è sostanzialmente
spiegata dalle risposte precedenti. Sentivamo un’esigenza che è molto
controcorrente allo standard che viene passato oggi in radio. È fodamentalmente
un grido con il quale vogliamo dire che non esistono solo certe sonorità e
frequenze che devono essere ascoltate, come non esistono solo sentimenti
d’amore e come non esiste solo la luce. In una canzone del disco precedente
(Hobo-Fi) parliamo di come non ci possa essere amore senza odio e in questo
disco affrontiamo direttamente il problema. Non c’è luce senza ombra, non è
vero amore se non si affrontano i problemi che possono portarti a detestarti. È
una situazione che cerchiamo sempre di evitare… parliamo del bene e lasciamo
indietro il male che comunque la vita ci impone di subire. Ci viene da sempre
insegnato di eccellere e di non titubare, di accellerare e non di fermarci.
Fondamentalmente il nostro progetto con cui nascono tutti gli album e di cui
TRIAGE non ne fa eccezione, è quello di dare volume alle voci che vorrebbero
gridare ma non lo fanno, di chi viene sempre identificato come “loser”/
“outsider” o semplicemente diverso. È anche una questione di cultura con cui
ricerchiamo la verità e la sincerità di un messaggio d’arte in qualsiasi forma.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione
dell’album?
Il babbo di Matt Bordin che spazzava le
foglie nel giardino dello studio e che mentre registravamo tenevamo d’occhio
dalla finestra. Il giardino era molto grande…enorme. Avevamo scommesso di
finire di registrare il disco prima che lui lo finisse di spazzare. Ovviamente
ha vinto lui.
Se Triage fosse un concept-album su cosa
sarebbe? … tolgo il fosse?
Sarebbe quella di rinascere,
uscire dal grembo materno per una seconda volta.”Break on through on the other
side and on the other side and on the other side” ...ancora ed ancora. Ma non è
un concept album. Sostanzialmente è un nostro punto di vista; un autoritratto
che possiamo appendere e riconoscerci di tanto in tanto. Siamo artisti e la
nostra arte è il rock’n’roll.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più
fieri dell’intero disco? … che vi piace di più fare live?
Penso di parlare per tutti dicendoti il nostro primo singolo
“JOHN Q PUBLIC BLUES”. Segna un po’ una nostra maturazione nell’affrontare e
confrontarci con sonorità, dinamiche e produzioni diverse da quelle che ci
contraddistinguevano precedentemente. Ci teniamo a sottolineare questa cosa
perché siamo convinti che costringersi dentro a regole e regolamentazioni
determinate da cifre stilistiche di ogni genere, che sia Blues, Garage, Pop,
ecc… è solo una nuova forma di gioco politico; un nuovo dogma confezionato e
restrittivo.
Riguardo al live ci piace fare tutta la scaletta…è
come un amplesso. C’è una parte iniziale dove devi trovare il modo di
portartela a casa, poi ci sono i preliminari e poi devi farti valere. Se ti va
bene ti lasciano anche qualche soldo.
Come è stato produrre con Hound Gawd! Records/
Rough Trade? Come è stato lavorare con Gianluca Turrini e Matt Bordin?
Con HoundGawd è stato amore a prima vista..
o almeno a primo ascolto. Abbiamo contattato Oliver che è il boss
dell’etichetta via mail. Con la gentilezza che lo distingue, cosa estranea a
molti delle scene indipendenti soprattutto italiani, ci ha chiesto di mandargli
il disco via online e che se lo sarebbe ascoltato appena riusciva. Ci ha
scritto il giorno dopo mandandoci la sua proposta di contratto. Secondo il
nostro parere è un vero appassionato della buona musica….ahahaha.
Collaborare con Gianluca Turrini e Matt
Bordin è stato entusiasmante. Avere l’opportunità di lavorare con dei
professionisti che non svolgono il proprio lavoretto come se fossero degli
impiegati, cosa che può capitare nelle produzioni indipendenti, ma bensì sono
in grado di dirigerti verso il porto giusto è sicuramente un privilegio unico.
Hanno decisamente contraddistinto il sound del nostro disco.
Copertina molto interessante, tra
il pulp e il grunge, molto anni ‘90 … come è stata scelta?
Grazie per la domanda. La copertina è stata non la seconda ma
bensì la terza scelta. Abbiamo conosciuto questa fotografa romana di cui poi
siamo diventati molto amici, che si chiama Veronica Coltellacci. Abbiamo avuto
l’opportunità di vedere qualche suo lavoro e ce ne siamo appassionati subito, così
l’abbiamo contattata. Ci ha fatto delle proposte e infine è arrivata la
copertina … che non è quella che vedete ora. La foto che vedete ora è stata
appunto, la nostra terza scelta. Dopo problemi di copyright della prima ne
abbiamo scelta un’altra. Ci abbiamo dormito sopra e ne abbiamo scelta un’altra
ancora. L’ultima. L’autocritica ci perseguita … ma ne siamo felici dopo tutto. La
foto era la più azzeccata fin dall’inizio. Splatter, cruda e vera. Così è, così
siamo. Nulla è da ricercare in un messaggio nascosto. Cosi siamo noi e così è
TRIAGE.
Sicuramente è anche anni 90 perché è anche da li che
vengono molti dei nostri ascolti.
Come presentate dal vivo il disco?
Dal vivo
presentiamo tutte le tracce che trovate sul disco tranne due che ci
convincevano meno nella resa live durante le prove. Anche dal vivo abbiamo
inserito il synth che avevamo messo su disco in overdub e che ci piaceva
riproporlo nella situazione live.
Inoltre riproponiamo canzoni dai vecchi dischi e soprattutto dal disco
precedente Hobo-Fi. Un’ora di concerto. Un’ora di lotta tra feedbacks e
volume. Tra luce e oscurità.
Altro da dichiarare?
Sì. Vorremmo
parlare del nostro video del singolo “JOHN Q PUBLIC BLUES” di cui ne siamo
stati e ne siamo davvero orgogliosi. Una produzione firmata da un giovane
regista di vent’anni, Michele Formica. Con la produzione del suo collettivo
“Goofy Creative Studio”, hanno realizzato un video psicotico che rispecchia appieno il testo e il mood della canzone.
Gran piacere ospitare i Gentlemens questa sera, 22 febbraio, data ufficiale dell'uscita del loro terzo disco Triage ...
RispondiEliminaDisco maturo, indie-rock dal gusto internazionale ... diretto, ironico, tiratissimo blues sporco, noise ma non troppo.
RispondiElimina11 pezzi così, tra i quali è difficilissimo scegliere uno piuttosto che un altro.
RispondiEliminaSi inizia con Still I Am, noise alla Jesus e Mary Chain, che sale inesorabile a spirale e resta nelle gambe, piegate ...
RispondiEliminaSi finisce con Sin Love Pray, magico e distorto rock indipendente, con un organo che fa crescere le vibra mentre duetta magicamente con le chitarre.
RispondiEliminaIronici e sensuali in Shame-Love, indignai e anti in A second Coming ...
RispondiEliminaMa è con pezzi come Out of Here che fanno il botto, o come nel citato John Q Public Blues.
RispondiEliminaOut of Here è un brano di grande impatto, con una sezione ritmica attenta, per un indie-rock esplosivo e disperatamente sonico.
RispondiEliminaNel citato John Q Public Blues gigioneggiano manco fossero i Doors, tra pulsioni sessuali e suadente psichedelia (come il bel video stesso palesa).
RispondiEliminaDalle Marche l'ennesima band poco italiana, che potrà dire molte cose interessanti ... Hound Gawd! Records garantisce per loro, e da stasera anche l'Alligatore.
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