Horus
Black, Simply
Sonic
Factory
Così
giovane, così classico che sembra incredibile. Sembra incredibile sia nato nel
1999 a Genova, e non negli anni ’30 negli States. Sì, perché la sua musica è
rock anni ’50, con qualche puntata nei ‘60/’70 più psichedelici. Rock’n’roll
insomma, e di buona fattura, fatto con amore e semplicità.
La semplicità
di Simply, che ha dato, non a caso il
titolo al disco: un piano/voce decisamente acido, per raccontare una storia d’amore
finita. Stessa semplicità nel titolo, nel tema (d’amore non corrisposto) in Sophie, che sembra uscire da una puntata
di Happy Days un po’ movimentata, o
in I know that you want, pezzo con
tante cose musicali semplici, dalla chitarra agli organi, al coro per creare
l'atmosfera di un rock psichedelico senza tempo.
Il
giovane Horus ha imparato la lezione dei grandi del rock’n’roll, e riesce a
farceli sentire tutti, dal grande Elvis con
We are alone tonight dai doppi sensi a carattere sessuale molto rock, al
malinconico Roy Orbison con The march of hope,
dal gran ritmo e dal gran pathos. Oppure entrambi, con Miss Candy, romantica e nostalgica (ispirata ai nonni), oppure
Jerry Lee Lewis o Little Richard con Cock
a doodle doo, dinamico rock da torcersi e
urlare. È solo rock’n’roll ma ci piace …
Etichette: Elvis Presley, Genova, Happy Days, Horus Black, Jerry Lee Lewis, Liguria, Little Richard, Psichdelia, Rece d’Alligatore, Rock, Rock’n’roll, Roy Orbison, Simply, Sonic Factory
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