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domenica 29 luglio 2018

Rece d'Alligatore: Horus Black


Horus Black, Simply
Sonic Factory
Così giovane, così classico che sembra incredibile. Sembra incredibile sia nato nel 1999 a Genova, e non negli anni ’30 negli States. Sì, perché la sua musica è rock anni ’50, con qualche puntata nei ‘60/’70 più psichedelici. Rock’n’roll insomma, e di buona fattura, fatto con amore e semplicità.
La semplicità di Simply, che ha dato, non a caso il titolo al disco: un piano/voce decisamente acido, per raccontare una storia d’amore finita. Stessa semplicità nel titolo, nel tema (d’amore non corrisposto) in Sophie, che sembra uscire da una puntata di Happy Days un po’ movimentata, o in I know that you want, pezzo con tante cose musicali semplici, dalla chitarra agli organi, al coro per creare l'atmosfera di un rock psichedelico senza tempo.  
Il giovane Horus ha imparato la lezione dei grandi del rock’n’roll, e riesce a farceli sentire tutti, dal grande Elvis con We are alone tonight dai doppi sensi a carattere sessuale molto rock, al malinconico Roy Orbison con The march of hope, dal gran ritmo e dal gran pathos. Oppure entrambi, con Miss Candy, romantica e nostalgica (ispirata ai nonni), oppure Jerry Lee Lewis o Little Richard con Cock a doodle doo, dinamico rock da torcersi e urlare. È solo rock’n’roll ma ci piace …