Monica
Shannon, Ali
Autoproduzione
Ali è un disco che vuole
volare alto, parlando dell’amore in tutte le sue sfumature. Vuole, ma non
sempre ci riesce, lasciano in bocca un bel gusto pensando a quello che sarebbe
potuto essere. Nove pezzi così, tra le canzoni direttamente scritte da Monica,
una buona cover di Sakamoto, e un brano scritto da Stefano Pulga, anche
produttore artistico dell’album.
La cover di Sakamoto è la notissima Forbidden
Colours (versione cantata
del tema Furyo, cult-movie di Ōshima con
David Bowie) sull’amore gay, e rappresenta il vertice del disco. Si avvicinano
ad essa Butterflies
in the Garden, brano senza tempo, poetico e con il giusto ritmo, Something
You Should Know, canzone dal respiro
internazionale con piano e fiati in evidenza.
Ali è il secondo album
sulla lunga distanza dell’artista lombarda. Un prodotto delicato, come lascia
intuire il titolo. Musica dal mondo, con il pop contaminato da jazz, musica
irlandese, rock e soul. Professionalmente ineccepibile, una bella voce e un
certo talento compositivo, ma non riesce a smuovermi più di tanto. Alla prossima?
Etichette: Ali, Amore, Autoproduzione, Como, David Bowie, Furyo, Gay, Lombardia, Monica Shannon, Nagisa Ōshima, Pop, Rece d’Alligatore, Rock, Ryūichi Sakamoto, Stefano Pulga
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