In palude con The Regal
GENERE rock
DOVE ASCOLTARLO (in parte o tutto) Su ordinazione nei negozi di dischi o scrivendo a theregalnest@gmail.com
LABEL noi
PARTICOLARITA’ è il nostro genere e non è quello di nessuno
SITO FB DEL GRUPPO
CITTA’: Firenze
DATA DI USCITA 23/09/2016
L'INTERVISTA (risponde Andrea Badalmenti)
Come è nato The Shade of the Human Job?
The Shade of the Human Job è nato dalla scrematura certosina delle canzoni che ho scritto nel corso di questi anni che separano il primo disco uscito nel 2012 e grazie all'aiuto economico di Toscana 100 Band lo abbiamo portato alla luce ...
Perché questo titolo? … cosa vuol dire?
Il titolo del disco riprende il verso contenuto nella seconda traccia (Kimera) ed è una mia traduzione dell'ulteriore verso contenuto nella strepitosa poesia di Dino CampanaLa Chimera. Ci piaceva perchè rispecchiava molto bene il senso del disco, l'ampio messaggio che si respira in tutti i brani è la crisi dell'uomo insieme a tutti i suoi valori e conoscenze devastati nel tempo dai dogmi e dalle ipnosi collettive dell'età moderna.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Abbiamo scelto la tracklist e poi abbiamo cominciato a lavorarle nel nostro studio. La maggior parte delle canzoni erano già registrate quindi abbiamo speso del tempo per il mix e poi le abbiamo mandate a Giovanni Versari per il master. In realtà l'idea di uscire con il secondo disco era già in testa da molto tempo ma sia per indisponibiltà economica che per ripensamenti personali abbiamo sempre rimandato.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
Vederlo crescere lentamente, insieme a tutti i ragazzi che hanno partecipato. Questa la sola cosa. Sono e siamo molto soddisfatti di questo lavoro.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Il cd non è un concept, ma tutte le canzoni sono legate da un messaggio chiave: il risveglio dell'essere umano. Dall'oppressione del sistema moderno, dalla burocrazia dilagante, all'incapacità nelle relazioni, questi sono alcuni temi contenuti nel disco e sappiamo benissimo che cosa sono, le conosciamo queste sensazioni, ma non riusciamo a cambiare le cose perchè fondamentalmente siamo noi stessi a dover cambiare. Quindi se per concept-album intendi un messaggio ben preciso lo è. Il risveglio è il secondo titolo del disco.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri di The Shade of the Human Job?… che vi piace di più fare live?
Personalmente ci sono dei pezzi che preferisco più ascoltare, altri che preferisco più suonare. Per il resto sono tutti figli miei, non potrei mai scegliere.
Il cd è ricco di collaborazioni a livello produttivo, da AbuzzSupreme a Giovanisì della Regione Toscana. Come sono nate?
A Buzz Supreme con Andrea Sbaragli si occupa delle edizioni e dell'ufficio stampa. Grazie a lui siamo entrati a conoscenza di questo concorso Toscana 100 Band. Abbiamo partecipato e siamo rientrati tra le band fortunate. Grazie a loro abbiamo potuto pagarci il disco.
In copertina voi che camminate in mezzo alla campagna... come è nata e chi è l’autore?
Ci piaceva la nostra disposizione e inoltre il cielo è molto evocativo. Volevamo fosse un po' profetico. Grazie a Marco Quinti e a Cristiana Tofani siamo riusciti a fare ciò. Se ci vuoi mettere una terza cosa la campagna, un ritorno alla campagna, basta con le città.
Come presenterete dal vivo questo album?
Noi tre, nudi e crudi. Le canzoni sono molto essenziali da un punto di vista sonoro, tra l'altro alcune canzoni nel disco sono suonate in presa diretta in studio, quindi molta trasparenza.
Altro da dichiarare?
Volevo ringraziare l' Alligatore per averci ri-portato nella sua palude. Volevo inoltre dirgli di stare attento a tutti i cacciatori che si aggirano. Dovremo pagare cara la pelle ... un saluto e grazie.
Etichette: AbuzzSupreme, Andrea Sbaragli, Autoproduzione, Dino Campana, Firenze, In palude con ..., Intervista, La Chimera, Rock, The Regal, The Shade of the Human Job, Toscana, Toscana 100 Band
5 Commenti:
Se volete capire cosa intendo quando parlo di musica dilata/dilatante ascoltate questo disco, e lo capirete ... l'abbiamo in sottofondo da questa mattina, e stiamo bene.
Ovviamente difficilissimo, anche per questo, dire quale siano le mie preferite, The Shade of the Human Job è un flusso continuo ...
... però ci proverò.
Bomb of peace perché si sente che è un pezzo di rock artigianale, i fans di Springsteen apprezzeranno, Kimera per il ritmo poetico (ispirata dai versi del grande Dino Campana, sempre apprezzato dai veri rocker), Modern warrior per le parole giuste, lo scacciapensieri, il banjo, un'intensità che ricorda il miglior Dylan ... e poi il passo felpato semplice e diretto di The machine e l'atmosfera onirica e dilatata/dilatante del pezzo che chiude degnamente l'album, The house on the tree.
Questi ultimi due pezzi sono live in studio, come altri due dell'intero album, che lo rendono ancora più diretto e genuino, musica a km zero (anzi, anche più vicina).
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page