domenica 30 agosto 2015

In palude con Fallen



NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
Gli elementi atmosferici, sognanti contenuti nei miei precedenti lavori fino a “Quiet Swamps” (Ruralfaune, Francia, 2014) ed a “Hidden Tales and Other Lullabies” (Metaphysical Circuits, Danimarca, 2014), nel nuovo album “Secrets of the Moon” trovano più ampio spazio, spingendosi oltre in termini di attitudine e suoni. Riferimenti: Tangerine Dream, Popol Vuh, Ash Ra Tempel, Brian Eno, Tim Story, Edgar Froese etc.
GENERE Ambient/ Sperimentale
DOVE ASCOLTARLO qui insieme a tutta la mia produzione,liberamente scaricabile e acquistabile anche in copia fisica (molto belle anche le confezioni, parola d'Alligatore).
LABEL Psychonavigation Records (Irlanda), distribuito da Psychonavigation Records (Irlanda), Darla Records (USA e ASIA), Arabesque Distribution (UK), Amazon (USA, GIAPPONE, RESTO DEL MONDO), scrivere a keith78@virgilio.it per l’Italia

PARTICOLARITA’ Fallen è un nuovissimo percorso parallelo all’altro mio decennale percorso come The Child of A Creek (2004-2015, dal folk psichedelico al folk più dilatato lontano dalla forma canzone, novità in arrivo), focalizzato su ambient e sperimentazione nelle sue varie accezioni, con un occhio di riguardo al passato ma senza nostalgia.
SITO O FB

CITTA' Livorno


DATA DI USCITA: 17 Aprile 2015
L'INTERVISTA
Come è nato “Secrets of the Moon”?

“Secrets of the Moon” è nato immediatamente dopo “Hidden Tales and Other Lullabies”, uscito nel Novembre 2014 per la danese Metaphysical Circuits. Quel disco suonava come una sorta di ambient ibrido ed ho considerato la cosa essere molto naturale, in relazione a certe idee che già nutrivo, ed in relazione a ciò che ho fatto fino allo scorso anno come The Child of A Creek. “Secrets of the Moon” è nato sedendo al piano, colorando con i sintetizzatori, sperimentando con effettistica e corde, senza forzare alcunché, come da mia abitudine. Il disco vede al suo interno umori e strumentazione diversa rispetto al passato, come la forte presenza di un oboe, di un santoor indiano e di certe percussioni mai smaccatamente elettroniche. Potrei dire il disco promanare da pure jam sessions, ma non sarebbe corretto, proprio perché ritengo che la vera composizione, rivesta ed abbia sempre rivestito un ruolo fondamentale in ciò che faccio e che sto facendo in questi mesi (a breve uscirà un mio nuovo disco a nome di Fallen). Ho deciso di pubblicarlo sotto un monicker diverso, proprio per la diversità di contenuti rispetto a The Child of A Creek, anche se la continuità in un certo percorso intrapreso, ritengo sia piuttosto evidente.

Perché questo titolo? … sempre molto belli intensi i titoli dei tuoi dischi.

Tempo fa mi annotai su di un taccuino, mentre mi trovato in viaggio, vari titoli (per come spesso faccio) potenzialmente validi per ciò che le composizioni del disco mi suggerivano e che, a mio avviso, suggeriscono. “Secrets of the Moon”: la Bellezza ancestrale di questo corpo celeste che custodisce segreti dei quali mai verremo a conoscenza, le domande che da sempre ci poniamo e la paura che da sempre proviamo nel tentare di rispondervi (mi riferisco alla Vita oltre ciò che conosciamo), il mio desiderio di richiamare memorie spero non definitivamente perdute, di un passato sicuramente più lucente del grigio ed impersonale presente, ma senza calcare troppo la mano su quest’ultimo elemento.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Ho scritto, composto, arrangiato, registrato, mixato e masterizzato “Secrets of the Moon” tra l’inverno e la primavera 2014. “Secrets of the Moon” è distribuito da Darla Records in USA ed ASIA, da Arabesque Distribution in Inghilterra e da Amazon in Giappone e nel resto del Mondo. Esce in un’edizione di 100 copie in trigger jewel case con 6 pagine di booklet. E’ possibile acquistarlo richiedendolo direttamente a Psychonavigation Records, alle distribuzioni sopra menzionate oppure è possibile acquistarlo in formato fisico e/o digitale al mio Bandcamp come The Child of A Creek al prezzo di € 10,00 + € 2,00 (spedizione prioritaria).
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
Ce ne sono molti. Forse l’episodio, oppure il momento che io ritengo essere stato per mio sentire il più significativo durante le registrazioni del disco, è stata la scrittura del primo in scaletta che porta il nome dell’album. Il vibrafono iniziale mi fece pensare subito ai miei amati Goblin/Claudio Simonetti e ti assicuro, non era certo mia intenzione dar forma ad un qualcosa che si avvicinasse volutamente alle soundtrack di certi horror movies (a questo riguardo, posso dirti che Dave Thompson, oltre ad avermi intervistato per l’uscita del suo nuovo libro “A Seance at Syd’s”, in sede di articolo circa questo nuovo disco, abbia trovato analogie con quel genere di atmosfere, riconoscendole e quasi negandole, lasciando l’ascoltatore nel giusto dubbio ed è cosa che ho apprezzato molto), ma quel vibrafono, reso caldo ed avvolgente da un editing calibrato, mi ha mostrato la via da seguire e già nella mia testa, cominciavano a risuonare le melodie e gli arrangiamenti dei brani successivi.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il “fosse”?
Forse lo é e forse non lo é. Sicuramente i brani del disco sono un tutt’uno, legati indissolubilmente in tutto omogeno ed organico ed amo che per i miei dischi sia così, perché ho sempre amato dischi con queste caratteristiche e la produzione di “Secrets of the Moon”, non fa eccezione da questo punto di vista. Certamente lo sguardo al passato, non tanto a livello di sonorità ma ad una diversa mentalità e stile di vita, è l’elemento portante del disco e di ogni suo brano. Tuttavia, non posso ammettere davvero trattarsi di un vero e proprio concept, forse per la mancanza di liriche, forse perché non mi ritengo essere ancora pronto per dirlo apertamente.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero di “Secrets of the Moon”?… che ti piace di più fare live?
Premetto che in questo momento sono fermo con i concerti, proprio perché sto riorganizzando strumentazione ed assetto sul palco e possibili scalette da proporre. Non c’e’ un brano del disco che posso dire di preferire maggiormente rispetto ad altri, ma se proprio devo esprimermi in tal senso, dico “At the End of the World”, l’ultimo brano in scaletta: per la calma che mi trasmette, per quelle chitarre morbide che ho amato sin da subito, per il consueto oboe in riverbero e per quella sua chiusura statica e sognante.
Il cd è uscito con PSYCHONAVIGATION RECORDS, label irlandese. Sì, irlandese … come vi siete incontrati? … come avete lavorato insieme?
Sono entrato in contatto con Keith della Psychonavigation Records alla fine della primavera scorsa. La Psychonavigation è una label validissima, che stimo da tempo per scelte e direzioni intraprese. Keith si disse da subito entusiasta delle composizioni, del suono del disco nella sua interezza e nella scelta dei titoli. Mi propose un contratto per l’uscita del disco nell’Aprile 2015. Sono particolarmente felice di lavorare con loro, perché l’etichetta ha la sua base a Dublino ed avendoci vissuto per qualche tempo nel lontanissimo ’95, la cosa mi fa sentire in un certo senso “a casa”.
Copertina molto originale, semplice, magica … Come è nata? … chi è l’autore?
Ti ringrazio per le tue parole. Ho realizzato la copertina e tutto il booklet di mio pugno, con l’aiuto del fido Luigi -Muhe- Cozzolino, con quale lavoro fianco a fianco dai tempi di “Find A Shelter Along the Path” nel 2010. La foto della mia persona contenuta nel booklet è ad opera della cara amica e fotografa Denise Lombardi.



Come e dove presenterai l’album? …
Sicuramente i miei prossimi concerti saranno molto diversi rispetto a quelli fatti fino allo scorso anno, dove mi esibivo voce/chitarra acustica/elettrica/effetti e flauto. Sul palco sarò mi esibirò con laptop, tastiere, voce, chitarra elettrica, effetti e loop e con tutta probabilità non sarò solo. Sto cercando proprio in queste settimane l’aiuto di un contrabbassista, oppure di un/una violoncellista. Sul dove non posso ancora esprimermi, visto che la cosa è in divenire, ma per chi volesse raggiungermi on stage, può tranquillamente seguire le notizie che via via postero’ su entrambi i miei profili Facebook e Twitter.
Altro da dichiarare?
Ti Ringrazio di Cuore per quest’intervista e per le tue domande, sempre interessanti ed assolutamente mai banali. Un Caro Saluto.




Etichette: , , , , , , , , , , , , ,

5 Commenti:

Alle 30 agosto 2015 alle ore 05:57 , Blogger Aria ha detto...

Nel 1975 trasmettevo in una radio privata di Palermo, che tempi, e in tutta la città io e Giovanni Russo eravamo gli unici pazzi a mandare in onda K. Shulze e gli Area, più altre pregevoli e sconsiderate cose che forse tra le 24 e le 02 di notte qualcuno ascoltava. Mi sembra per un breve attimo di essere tornato a quella stagione ma è solo un ricordo. Intenso però. Scrivi un blog strano, sembri fuori dal coro devo leggere più a fondo: lo farò. Ciao

 
Alle 31 agosto 2015 alle ore 00:52 , Blogger Alligatore ha detto...

Grazie del passaggio in questo blog strano e fuori dal coro, e grazie per questi complimenti. Cerco di esserlo sempre,ed essendo piccolo, senza padrini o padroni, non mi è difficile farlo. Spero che, leggendo altre parti del blog, queste tue prime impressioni vengano confermate ... mi fa veramente molto piacere la tua visita.

 
Alle 1 settembre 2015 alle ore 13:47 , Blogger Serena S. Madhouse ha detto...

Un blog strano o forse normale, ecco perchè confrontato a tanti che parlano di aria fritta e egocentrsmo a palettate (tipo il mio!) sembra strano!
Ma capisco "Aria" io che ho iniziato bimbetta a scrivere sulle fanzine dei primi anni '90 mi sento molto sola nel web, anche se cerco di non darlo a vedere perchè è un problema che io ho contribuito a creare...
ma passiamo oltre...
bel progetto e bella scoperta! davvero interessante..

 
Alle 1 settembre 2015 alle ore 16:54 , Blogger MaryA ha detto...

WOW, dall'ultima volta che sono passata da queste parti ne sono cambiate di cose ;D

Complimenti, il genere mi piace, spero di sentire presto nuovi pezzi, e l'approccio tecnico ma appassionato della tua introduzione descrittiva dell'album è davvero immediato.

A presto, e come sempre

*°*InI*°*

MaryA

 
Alle 1 settembre 2015 alle ore 22:31 , Blogger Alligatore ha detto...

@Serena
Grazie Serena, dei complimenti al blog (erano complimenti? ... ah, ah, ah), e al disco del buon Fallen.
p.s.
Anche il tuo blog è fuori schema: tratti argomenti come nessun altro blog, con stile personale e mettendoci dentro, cosa che a me piace molto, la politica (con la P maiuscola, di Partito ... con tutto ciò che ne consegue).
@MaryA
Bentornata in palude. Sì, sono successe molte cose in palude nell'ultimo periodo, ma si ascolta sempre ottima musica, anche se l'intervista non è più in diretta. Alla prossima ...

 

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page