lunedì 10 febbraio 2025

In palude con Francesca Bono

NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO

GENERE art rock/experimental pop

DOVE ASCOLTARLO qui

LABEL WWNBB

PARTICOLARITA’

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CITTA’ Bologna

DATA DI USCITA 27 Settembre 2024

L’INTERVISTA

Come è nato Crumpled Canvas?

Ciao Diego e grazie per aver deciso di ospitarmi di nuovo su queste pagine. È nato per via di una serie di occasioni e opportunità, accompagnate dalla inesauribile volontà di fare musica. Avevo del materiale e avevo bisogno di un parere super partes, possibilmente estraneo alla scena italiana. Così ho chiesto a un musicista che stimo e che avevo conosciuto di persona nel 2017 dopo qualche scambio epistolare: Mick Harvey. Gli mandai il provino di ‘Black Horse’ e si è subito offerto di aiutarmi. Quando mi ha chiamata a inizio 2022 per dirmi che poteva venire a Bologna nel Giugno dello stesso anno, mi sono resa conto che avrei davvero registrato un disco solista. Così ho scritto altri brani, contattato persone che volevo nel disco, e preso coscienza che avrei dovuto dirigere da sola tutta l’operazione, oltretutto all’ottavo mese di gravidanza.

Come mai questo titolo? Che vuol dire?

Quando il disco era già stato registrato e si trovava nelle mani di Alain Johannes per il mix, mi è venuto in mente il titolo di un’opera di Tina Modotti che avevo visto a Genova anni prima. Mi sembrava appropriato un richiamo alle arti visive perché la mia musica, qualunque sia il formato, è spesso una sorta di colonna sonora per immagini che evoca uno stato d’animo, una possibilità. E siccome il disco è stato registrato principalmente in presa diretta e lasciando volutamente anche qualcosa al caso, ho pensato che quel titolo fosse coerente con il contenuto e con la copertina del disco.

Come è stata la genesi di questo disco, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?

I brani sono nati a cavallo tra il 2018 e il 2022. ‘Velvet Flickering Heart’, ad esempio, è stata l’ultima che ho scritto di getto due mesi prima di entrare al Vacuum Studio di Bologna per registrare. E ‘Bitten Tongue’ è addirittura un esperimento nato come impro e registrato durante le sessioni. È un album che sposa improvvisazione e scrittura allo stesso tempo. Ma alle spalle c’era un’ambizione precisa, quella di realizzare un corpus di brani che suonasse fuori dal tempo, pur coi suoi riferimenti sonori. Spero, almeno in parte, di esserci riuscita.

Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di Crumpled Canvas?

I pranzi al circolo vicino al Vacuum Studio, in un caldo infernale, con Bruno Germano, Mick Harvey e tutta la band. Trovavo molto buffo stare seduta su quelle sedie di plastica all’aperto insieme a un membro fondatore dei Bad Seeds e dei Birthday Party, con una pancia enorme, mentre ci svaccavamo tutti per un’oretta. E i viaggi in auto verso il Vacuum insieme a Vitto e Mick all’andata, e solo con Mick al ritorno, quando ci raccontava aneddoti piuttosto interessanti ed esilaranti sulla sua carriera.

Se Crumpled Canvas fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?

Credo sia un disco sulle transizioni, sul momento prima del crollo, o del decollo. Insomma, qualcosa che palpita e spinge in una direzione. La stasi è la cosa che mi atterrisce di più, dal punto di vista creativo.

C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiera dell’intero disco? … quello più da live?

Sono affezionata a tutti i brani, ma For D e Velvet Flickering Heart occupano un posto particolare nel mio cuore. Quest’ultimo in particolare, mi fa pensare a mio padre, mancato pochi mesi prima delle registrazioni. Live ci divertiamo molto a eseguire Bitten Tongue.

Chi hai avuto più vicina sul piano produttivo/promozionale?

La produzione artistica è mia, la co-produzione è di Mick Harvey. Una volta masterizzato il disco mi hanno sostenuta Samuele e i ragazzi della label WWNBB, e la promo è stata curata da Scintillarte.

Copertina molto particolare, come tutto il progetto grafico con foto e frasi che colpiscono…. Come è nata? Chi l’ha pensata così?

L’immagine di copertina fa parte di una serie di foto scattate da me con un vecchio iphone nella casa dove vivo adesso. All’epoca era rimasta ferma agli anni ’50, con la carta da pareti e tutto il resto. Nutro una certa fascinazione per luoghi che sembrano essere rimasti sospesi e cristallizzati in un certo tempo. E amo la fotografia. Ma non pensavo che avrei mai condiviso queste foto col mondo. Ho sentito l’esigenza di immortalare il momento prima del mutamento, quello del restauro. Quando ho riguardato le foto nel 2023 ho seguito l’istinto, che mi diceva di usarle. Avevano un legame innegabile col contenuto dell’album; e anche con l’idea del DIY con cui ho iniziato la mia attività di musicista. Così insieme a Marcello Petruzzi, che ha trattato le foto e curato il lettering e tutto il resto, partendo da materiale a bassa fedeltà, abbiamo creato il concept dell’artwork.

Come presenti dal vivo il disco?

Attualmente in duo con la polistrumentista Francesca Baccolini, o in trio con Francesca Baccolini e Egle Sommacal.

Altro da dichiarare…

Viva la musica indipendente, chi la fa e chi l’ascolta.


 


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9 Commenti:

Alle 10 febbraio 2025 alle ore 23:42 , Blogger Alligatore ha detto...

Conosco Francesca Bono da una vita, avendola ospitata in palude quasi sempre, da 15 e forse più anni a questa parte con i suoi vari progetti (OfeliaDorme su tutto). Stasera, per la prima volta è con un disco firmato completamente a suo nome (di fatto un esordio), Crumpled Canvas.

 
Alle 10 febbraio 2025 alle ore 23:45 , Blogger Alligatore ha detto...

Un disco che mi ha colpito fin dal primo ascolto, figlio anche lui di questi anni pandemici. Un indie-qualchecosa che andremo a definire attraverso le mie canzoni preferite.

 
Alle 10 febbraio 2025 alle ore 23:53 , Blogger Alligatore ha detto...

La mia preferita è Black Horse, splendida cavalcata di blues acido, che fa pensare Blonde Redhead, soprattutto nel cantato molo Kasu Makino, ma non solo ...

 
Alle 10 febbraio 2025 alle ore 23:57 , Blogger Alligatore ha detto...

Poi quella subito dopo The Trick: minimale, elettronico quel tanto che basta, dal passo lento e suadente, con la sua voce sicura e tante cose dentro ... suoni di rock indipendente vero, il suo

 
Alle 11 febbraio 2025 alle ore 00:01 , Blogger Alligatore ha detto...

Bologna S Bliss And Conversation: arpeggi di chitarra a dare inizio al brano, ancora una volta in modo indie-rock, e poi quella voce magica e ancora la chitarra che mi ricorda il Lou Reed di New York. anche la sua voce si fa più dura, più loureediana (incredibile). almeno mi sembra, nell'interpretazione... pezzo dilatato/dilatante

 
Alle 11 febbraio 2025 alle ore 00:08 , Blogger Alligatore ha detto...

Anche i suoi preferiti non sono niente male: Velvet Flickering Heart suoni che sembrano venire da lontano... un violino, poi la voce di Francesca Bono, soffice come non mai, e poi ritmo... elettronica ma non troppo.

 
Alle 11 febbraio 2025 alle ore 00:12 , Blogger Alligatore ha detto...

For D pezzo lento e suadente, con la voce ancora diversa, il piano, un ritmo lento al servizio del tutto che di sembra di averla lì davanti.

 
Alle 11 febbraio 2025 alle ore 00:17 , Blogger Alligatore ha detto...

Fracture è il pezzo finale ... un finale soffice di pop alternativo, che lascia un buon gusto in bocca e ti fa venire voglia di ricominciare.

 
Alle 11 febbraio 2025 alle ore 00:21 , Blogger Alligatore ha detto...

"Un disco che palpita e spinge in una direzione", come ha detto lei rispondendo a una domanda. Risposta che faccio mia per definire questo perfetto oggettino indie-pop. E rifacciamolo partire.

 

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