NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE indefinito/infinito
DOVE ASCOLTARLO Bandcamp
LABEL TIBProd
PARTICOLARITA’ CD
NO SOCIAL
CITTA’ Milano
DATA DI USCITA fine settembre
L’INTERVISTA
Come è nato Starless Variations?
Dopo molte telefonate con Massimo ODRZ Mascheroni, mio partner in questa nuova avventura e poi dopo qualche prova in studio il progetto si è sviluppato in maniera del tutto spontanea. All’inizio doveva essere solamente un concerto ma un giorno prima dell’evento abbiamo deciso di registrarlo e per fortuna l’abbiamo fatto!
Come mai un progetto così oggi?
Perché di
dischi così meravigliosamente istintivi e imperfetti non se ne fanno più,
soprattutto in Italia. Sarà anche per questo che Starless Variations è stato pubblicato in Norvegia.
Come è stata la genesi di questo disco, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Molto rapida
direi: cotto e mangiato. La precondizione è stata la location del concerto, una
fantastica palestra di pugilato in cui si svolge un programma annuale di musica
classica con i musicisti della Scala, per cui ho avuto anche l’opportunità di
utilizzare uno stupendo Bechstein gran coda, preparato da Fabbrini di Pescara.
E poi ovviamente il punto di partenza e di arrivo; il brano dei King Crimson Starless, ispirato da una poesia di
Dylan Thomas.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di Starless Variations?
Soprattutto l’attenzione vigile con cui è stato accolto dal pubblico in sala.
Se questo disco fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il forse?
Sulla nostalgia
di un sano anticonsumismo e del ritorno alla centralità del suonare rispetto
alle programmazioni senza cuore, alle intelligenze artificiali per tutte le occasioni
e ai virtuosismi derivativi. Se proprio vogliamo citare qualcosa a cui, alla
lontana, vorrei somigliasse, direi
Ummagamma dei Pink Floyd con una sezione live e una in studio.
Quale dei due brani preferisci? C’è un motivo?
Entrambi. Il primo perché c’è tutto ciò che io e Massimo abbiamo voluto metterci e il secondo perché c’è tutto quello a cui non avevamo pensato, nel senso che è la libera interpretazione (reworking) del brano dal vivo realizzata in studio da Jan M. Iversen. Il primo perché mi è familiare, il secondo perché non lo è.
Come è stato produrre Starless Variations? Chi citare?
I tre protagonisti: Massimo Mascheroni, Jan M. Iversen e il sottoscritto, Ovvero l’ennesima reincarnazione di Monofonic Orchestra per questa occasione.
Copertina molto bella, tra un cartoon e la musica colta ... Come è nata? Chi l’ha pensata così?
Anche la copertina è nata spontaneamente, certo il logo Monofonic Orchestra che mi regalò Massimo Mattioli credo arrivi dritto al punto: musica sperimentale, certo, ma mai penitenziale, semmai divertente e divertita. Non amo lo struggimento gratuito in musica e penso che la complessità possa essere a volte, anche gioiosa.
Come presenti dal vivo il disco?
Esattamente
come l’album: una prima parte in duo e la seconda con l’aggiunta di Iversen.
Altro da dichiarare…
Che è sempre un piacere incontrare in palude l’alligatore al tepore di un brodo primordiale che è all’origine di tante strane creature compreso il sottoscritto e che mi ricorda al ritmo lento (ma non troppo), sornione (e arguto) dei grandi rettili che album dopo album e nonostante l’Italia da operetta in cui viviamo, sono, sorprendentemente, ancora vivo e non diventerò mai un fossile.
Torna l'intervista in palude, torna con un amico carissimo dell'Alligatore, Maurizio Marsico sotto forma di Monofonic Orchestra.
RispondiEliminaMonofonic Orchestra in questo disco d'oro Starless Variations, è lui al grand piano (cosa è Maurizio un grand piano?) e Massimo Mascheroni all'elettronica.
RispondiEliminaun pianoforte gran coda da concerto
EliminaGrazie del chiarimento :)
EliminaDi che si tratta? Di un concerto, registrato un giorno prima di farlo, di improvvisazioni al piano, di una potenza e di un coinvolgimento unici... quando faccio partire questo disco d'oro poi ne resto ipnotizzato e lo ascolto a manetta... Starless Variations
RispondiEliminaHo sempre pensato che i dischi si completino e acquistino ulteriormente di senso nelle orecchie e nella mente di chi ascolta.
EliminaSì, la mente di ognuno può ascoltare un disco diverso.
EliminaCiao Alligatore. Il primo brano del cd è esattamente la registrazione del concerto tenutosi in palestra.
EliminaMassimo ODRZ Mascheroni
Grazie della precisazione Massimo... chissà perché ho scritto il giorno prima, non so dove ho pescato questa notizia :)
EliminaIl disco si presenta strutturalmente con una Track I di 36 minuti e rotti e una Track II di 20 minuti e rotti.
RispondiEliminaNella Track I ci sono momenti ispiratissimi, con un Marisco che suona, tra improvvisazioni frizzi e lazzi, Fripp (Starless è un pezzo mitico dei King Crimson), Chico Buarque e un certo Ludwig Van Beethoven (Sechs Bagatellen mica pizza e fichi)...
RispondiEliminaho sempre preferito Beethoven all’insalata e la pizza a Frank Sinatra
EliminaLargo all'Avanguardia!
EliminaA tratti aspro, a tratti romantico, provocatorio. Classicheggiante e capace di dar spazio all'avanguardia quando serve (quasi sempre) ... virtuosistico, ma mai strafottente il mio amico Marsico, che pare di vederlo come si gode al piano.
RispondiEliminaLa Track II è la libera interpretazione del primo brano dal vivo, realizzata in studio da Jan M. Iversen.
RispondiEliminaMi piace molto perché riesce a regalarmi ad ogni ascolto una sensazione di familiarità ed estraneità al tempo stesso
EliminaTutto il disco lo può ddare.
EliminaRitorno in palude con un gran disco, sperimentale e spettacolare come ha sempre contraddistinto le mie scelte e quelle di Maurizio ...
RispondiElimina