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giovedì 17 ottobre 2024

L’enigma Wagenknecht

 


Ha un nome difficilmente pronunciabile per noi italiani, e anche politicamente è difficile trovare un partito  italiano avvicinabile. Si tratta di Sahra Wagenknecht, lista di sinistra che in Germania ha vinto in Brandeburgo e sembra essere l'unica barriera credibile ai neonazisti. Lo è sul piano sociale, oltre che politico, perché riesce a parlare a quelli strati di popolazione impoverita che si fidano poco della sinistra tradizionale, sia essa socialdemocratica o un po' più a sinistra come Die Linke, in particolare dopo la svolta di questa ultima sul sostegno militare all'Ucraina. Qualcuno troppo presto ha voluto affibbiarle la ridicola etichetta di rossobruno. Come tutte le etichette lascia il tempo che trova e non approfondisce. Ho trovato invece un interessante articolo che cerca di analizzare senza preconcetti Sara  Wagenknecht.

L’enigma Wagenknecht

di Giovanni Iozzoli

Dopo le elezioni regionali del Brandeburgo, il partito di Sahra Wagenknecht (BSW) ha confermato di essere una presenza consolidata nel panorama politico tedesco.

Il profilo stesso di questa aggregazione non autorizza la sua collocazione nel campo delle performance elettorali effimere o occasionali: le radici sociali sono solide e si collocano dentro un pezzo di storia della sinistra tedesca, con legami sindacali e territoriali radicati nel tempo. Non una forza d’opinione né, si presume, una meteora.

Per la sinistra “alternativa” europea, lo sviluppo impetuoso di questa ipotesi politica, nel cuore geografico ed economico del continente, pone mille interrogativi. Non a caso coincide con lo svuotamento repentino della Linke e la (sacrosanta e meritatissima) eclisse dei Verdi. 

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4 commenti:

  1. In tutte le ultime occasioni elettorali in Europa (intendo il continente), il messaggio è chiaro e forte: "Via questa classe dirigente!" Sara Wagenknecht ha i meriti di averlo capito prima e di rimettere in luce le idee e i valori socialisti, che la sinistra autodefinita, ha perduto; è quello che di meglio si può chiedere a chi esercita la politica.

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    1. Sì, questa è anche la mia impressione. Si pone, in maniera critica, sul discorso immigrazione, e questo spiazza un po' chi a sinistra (me compreso), l'ha sempre considerato un discorso di destra. Però credo sia giusto approfondire, sia questo discorso, sia cosa rappresenta una nuova sinistra oggi, anche in un contesto mondiale in via di ridefinizione.

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  2. Troppe divisioni, hanno portato la destra in Europa al potere, ci vuole una vera sinistra che inizia a dialogare dal basso.

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    1. Certo, le divisioni sono state deletere (non a caso Gramsci chiamò il giornale da lui fondato l'Unità), ma ora certi nodi vengono al pettine. Sicuro che una vera sinistrra deve dialogare dal basso, altrimenti non è una vera sinistra.

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