martedì 21 giugno 2016

In palude con Verdiana Raw


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Cantautoriale Indie Pop-rock
DOVE ASCOLTARLO (in parte o tutto)
LABEL Pippola Music
 PARTICOLARITA’ Un viaggio senza ritorno
SITO O FB DEL GRUPPO www.verdianaraw.com
  CITTA’: Firenze

                                             DATA DI USCITA 20 Maggio 2016 

L’INTERVISTA

Come è nato Whales Know the Route?

Dopo il primo album (Metxy 2012 ArkRecords) ho studiato musicoterapia, e il mio concetto di comunicazione tramite la musica si è capovolto. Mi sono sentita desiderosa di esplorare linguaggi meno stratificati e più chiari, nonché più giocosi anche se profondi, andando ad agire sulla semplificazione della struttura delle canzoni e sulla schiettezza dei testi. Ho conosciuto Paolo Favati e ho messo nelle sue mani  nuove e vecchie idee. Avevo anche incontrato precedentemente Erika Giansanti con le sue performance di solo viola, mi è piaciuta da subito. Ho sempre sognato di aggiungere gli archi agli arrangiamenti dei pezzi, e così ho pensato che sarebbe stata la persona e la musicista giusta per unire il lato più classico e intimista ('da camera' mi piace dire) dato da voce e piano, alle chitarre e alla batteria. Dopo tre anni di lavoro intenso da parte di tutti I partecipanti  è nato Whales know the route.

Perché questo titolo? … è il titolo che chiude alla grande il disco ...

Quasi durante tutta la registrazione ho portato avanti la mia gravidanza. Tendo a non mettere insieme le canzoni secondo un filo logico se non quello che riguarda il mio periodo di vita in cui sono nate. Le canzoni sono come pagine di un diario ... e l'album una raccolta di episodi nodali ... e senza dubbio la musicoterapia mi aveva lasciata spiazzata, incapace di pensarmi artista nello stesso modo di prima, piena di interrogativi sul senso di fare musica, di esibirsi, di  voler comunicare cosa a chi. Poi la gravidanza mi ha lanciata nel vuoto, un altro salto quantico questa volta fortemente fisiologico: la natura ha fatto prepotentemente e potentemente il suo corso stravolgendo il mio corpo la mia mente i miei equilibri, trascinandomi con sé senza farmi voltare indietro, ho sentito la vita che con tutta la sua forza si preparava a fregarsene dei miei perché mentali. Così immersa in una totale cecità e allo stesso tempo con fiducia nel mio intuito, sono nati i brani. Poco dopo ho partorito, ed è stata una esperienza iniziatica che mi ha fatto capire ancora di più come ci siano dei codici insiti in noi (mi viene da citare Hillman ne Il codice dell'anima) che son già quel che sono prima di manifestarlo, e deviare il loro corso significa solo ritardare la loro verità. Chiamiamoli istinto, intuito, predisposizioni, destino versus patrimonio genetico, imprinting ambientale o familiare con cui fare i conti e non lasciare che ci intralci ... non ascoltare la nostra anima ci porta solo a farci venire contro uno tsunami che comunque ristabilirà ordine dentro di noi, magari con qualche ferita in più. La Natura non chiede, pretende e prende. Sempre all'inizio del doppio viaggio gravidanza/registrazione disco ho partecipato a un seminario di Barbara Amadori su musica e medianità. Ci ha fatto fare un esercizio: dietro un foglio lucido dovevamo scrivere una domanda, poi ad occhi chiusi, lasciandoci andare all'ascolto di una musica, dovevamo tracciare liberamente dei segni sul foglio con dei colori a incastro. La mia immagine era lampante: una grande balena volante attraversava un paesaggio desertico e sospeso. Ho interpretato quel disegno solo molti mesi dopo: le balene attraversano rotte oceaniche seguendo il proprio istinto e senza mai perdersi, sono simbolo totemico di memoria cosmica. Il mio viaggio, il nostro viaggio, è questo; anche nel buio, anzi, soprattutto quando ci sembra di non sapere dove siamo o dove eravamo diretti, brancolare seguendo schemi mentali non serve: ascoltarsi in profondità, sentire, percepire, drizzare le antenne nel silenzio e nella solitudine anche se nel caos e nella folla, sono i modi giusti per lasciarsi guidare dai codici interiori, che sanno, sanno la rotta. La canzone che dà il titolo all'album e che lo chiude ha un testo un po' malinconico ma forte nel mettere nero su bianco la paura del non sapere cosa succederà: il 'te ne andrai per sempre?' che rivolgiamo all'amante o il 'resterai nel mio sangue?' che rivolgevo alla creatura che avevo in grembo e che desideravo con tutto il cuore. Le paure del futuro sono costanti ma ricordiamo che abbiamo un navigatore speciale nella nostra anima...
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Ho portato a Paolo le idee. Abbiamo trovato un terreno comune e da lì – per un tempo felicemente più lungo del previsto-  è fluito spontaneamente Whales .
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
Le registrazioni fino a tarda notte.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … anche a posteriori.
Credo che la risposta sia nel racconto del titolo.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiera di Whales Know the Route ?… che ti piace di più fare live?
Il preferito cambia a seconda dell'umore e del contesto... i periodi in cui suono meno un brano mi ci affeziono di più, per non farlo sentire abbandonato.
Il cd è uscito con Pippola Music, realtà ormai importante dell’underground italico. Come vi siete incontrati? … Altre realtà importanti attorno al disco? Altri nomi da citare?
Per me Pippola Music è Paolo Favati e la stima  che ho nei suo confronti. Alessandro Favilli si occupa della promozione, dal vivo sono insieme ai musicisti che hanno registrato con me: Antonio Bacchi alla chitarra, Fabio Chiari alla batteria, Erika Giansanti alla viola, lo stesso Paolo al basso. E per gli altri nomi ci sono i credits del disco.
Copertina semplice e calda, esprime sicurezza e forza … Come è nata? … autore?
L'autrice è mia sorella, Roberta Dolce. E' principalmente una grafica e una webdesigner ma le ho chiesto molte volte di fotografarmi perché mi conosce e sa come fare uscire la mia personalità dagli scatti, ho voluto affidare il messaggio alla sua luminosa sensibilità. Non avevo un piano, ma mio figlio era piccolo (cinque mesi) e lo tenevo sempre con me, così è venuto naturale mettere la maternità in primo piano, in fondo era accaduto da poco un evento importantissimo e imprescindibile della mia vita. Una sintesi della vitalità e della rinascita che per me significava questo lavoro.
Come e dove avete presentato/presenterete l’album? …
La data zero è stata allo storico Sicurcaiv di Grassina il 29 Aprile. Le altre sono visibili nel sito verdianaraw.com e nella pagina VerdianaRaw su Rockit.
Altro da dichiarare?
Spero che questo disco porti luce a chi lo ascolta.
 


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10 Commenti:

Alle 21 giugno 2016 alle ore 00:07 , Blogger Alligatore ha detto...

Gran disco, gran disco ... lo ascolto da un pezzo e riesco a dire poco altro.

 
Alle 21 giugno 2016 alle ore 00:08 , Blogger Alligatore ha detto...

... è perché ha la forza della natura: come un fiume in piena. Cosa dire di un fiume in piena? O delle nuvole ... quelle resti lì a guardarle. Ma anche una balena :)

 
Alle 21 giugno 2016 alle ore 00:11 , Blogger Alligatore ha detto...

Detto questo, non mi resta che dire le mie preferite, se riesco ...

 
Alle 21 giugno 2016 alle ore 00:12 , Blogger Alligatore ha detto...

I pezzi più attraenti sono il primo, Time Is Circular per il patos, la gran voce e il rimando al miglior rock (dagli anni ’50 ai ’90), e l’ultimo, quello che ha dato vita a tutto, Whales Know The Route, dove ancora i vocalizzi la fanno da padrona, intrecciati a versi di animali (balene?) e un piano possente.

 
Alle 21 giugno 2016 alle ore 00:13 , Blogger Alligatore ha detto...

Nel mezzo ricordo con piacere Behind That Ballerina Dress dal dispiegarsi lento, intimo e sensuale (Verdiana all’organetto tocca i sensi), la folk-song dal gran ritmo e la voce (ancora lei) d’usignolo di Amina’s, il pop-rock libertario On The Road To Thelema con una chitarra, a tratti, claptoniana.

 
Alle 21 giugno 2016 alle ore 00:13 , Blogger Alligatore ha detto...

... e voi?

 
Alle 21 giugno 2016 alle ore 12:57 , Blogger Serena S. Madhouse ha detto...

ancora non l'ho ascoltato, ma lo faccio, promesso.. ultimamente ascolto più voci femminili e per me è strano..
belle le immagini, la copertina, ma anche l'altra che hai messo alla fine del post, molto suggestiva...
ti invito sul mio blog, c'è una festa organizzata da un nostro comune "conoscente", nonché mio vicino, non puoi mancare!

 
Alle 21 giugno 2016 alle ore 17:13 , Blogger Elle ha detto...

La mia preferita in assoluto è Amina's, non riuscivo a capire in che lingua fosse cantata, talmente particolare è la voce!
Mi piace il racconto della balena, e questo disco è un'autentica terapia, l'ascolto e riascolto.

 
Alle 21 giugno 2016 alle ore 18:53 , Blogger Serena S. Madhouse ha detto...

Ascoltata e decisamente piaciuta, non so dire quale la mia preferita (certo Durme Durme, col gatto Nerone che dormiva lì vicino, è stata molto suggestiva) perché l'album me lo sono divorato.. sono già passata a un'altro suo lavoro (Metaxy).. Grazie di avermela fatta conoscere. Brava Verdiana Raw!

 
Alle 21 giugno 2016 alle ore 19:19 , Blogger Alligatore ha detto...

@Serena
Anche io ascolto molte voci femminili interessanti in questo periodo ... ora vengo alla tua festa, solo un attimo e arrivo.
@Elle
Direi ottima scelta, è molto suggestiva, e sì, subito non abbiamo capito la lingua.
Sì, ha del terapeutico, e il racconto chec'è dietro bello.
@Serena
Brava, mi fa piacere ti sia piaciuta ... e sì, quel pezzo è molto bello, con Nerone accanto che ronfa credo ancora di più ... prego, mi fa piacere far conoscere musicanti validi a chi sa apprezzarli.

 

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