In palude con Matteo Marchese
NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Elettropopfunkdiscoafro
DOVE ASCOLTARLO su qualsiasi piattaforma di streaming partendo da qui
LABEL The prisoner records
PARTICOLARITA’ Molti ospiti e sonorità differenti
CITTA’ Carobbio degli Angeli (Bergamo)
DATA DI USCITA 11. 11. 2022
L’INTERVISTA
Come
è nato Dot?
Il disco
nasce dalla voglia di vedere se dopo vent’anni di carriera al servizio di altri
artisti fossi in grado di fare da me e per me. Un tirare le somme e un capire
dove sono arrivato. Non ti nego che fare un disco è di per sé una figata. Se poi
il disco è tuo è pure più bello, ma questo non lo sapevo ancora.
Come mai questo titolo? … che vuol dire?
Dot perché è la fine di un capitolo ma
necessariamente è anche l'apertura di quello dopo.
Come è stata la genesi di questo disco, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Ho iniziato a scrivere i pezzi e a suonarli a casa. Era, diciamo, la fase 1. Nemmeno con l'idea di fare un disco, mi ero messo a giocare con la musica per divertirmi e avere qualcosa che mi facesse compagnia quando andavo a correre. Poi ho notato che c'era una omogeneità nell'idea musicale. Bella scoperta, dirai, ma al momento non avevo ancora notato questa cosa. Lavorando per altri artisti il processo è di continua mediazione, per cui mi era sempre stato difficile vedere la mia omogeneità. Successivamente ho chiesto ad artisti che amo se avessero voglia di mettere un pezzetto di loro nel disco e questo ha dato la connotazione finale al progetto disco. È stato molto interessante finalizzare i brani con i vari cameo. Ultimo step: sono andato in studio di Mattia Cominotto a Genova (Greenfog) a registrare le tracce di batteria (ha una Ludwig incredibile) e a mixare.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante
la lavorazione di Dot?
Proprio essere a Genova con Mattia
direi che è il simbolo di questo disco. Sono genovese di nascita ma ho sempre
vissuto fuori, tra Brescia e Bergamo, e registrare sentendoti a casa è stato
molto bello. Andare in studio e poi fare quattro passi tra i vicoli del porto (aggiungiamo
pure focaccia e pesto) posso certamente dire che siano stati gli eventi clou
delle registrazioni.
Se Dot fosse un
concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Dot è la somma del mio percorso musicale, un
viaggio nella mia percezione del mondo attraverso i suoni e le voci.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del
quale vai più fiera dell’intero disco? … quello più da live?
Ogni pezzo mi piace molto e a seconda
dei momenti cambio preferenza. Ho settato il disco come se fosse una playlist,
una sorta di raccolta di brani che mi piacciono. In macchina a volte ne skippo
uno a volte un altro, a seconda dell'umore. Sono ancora scosso da Mai Stato.
Non avevo mai cantato né scritto un testo e la cosa mi ha piuttosto
destabilizzato ed è stata la sfida più tosta.
Per quanto riguarda il pezzo più da live non saprei... ma ho già in
mente il loro suono da portare alle persone. Non vedo l'ora.
Come mai The prisoner records come label?... chi
altri?
Non poteva che essere così. I
personaggi chiave del disco sono genovesi. Ila e Filoq (anche loro ospiti del
disco) sono stati i mental coach che mi hanno aiutato a capire che si
poteva fare. Michele Bitossi ha creduto in questo progetto non facile da
piazzare. Va detto che siamo della stessa generazione che ha visto, a volte,
succedere l'inimmaginabile a livello musicale. Credo che sia stato questo ad avergli
fatto vedere la possibilità di nutrirsi delle cose belle a prescindere dai
risultati.
Copertina molto ottimista, con un bel sorriso. Come è nata? Chi l’ha realizzata?
La copertina come la foto e i video sono di Ila Scattina, che canta pure un pezzo nel disco, Soul Please.
Come presenti dal vivo il disco?
Sono in fase di elaborazione. Mi piacerebbe
l'idea di sviluppare una performance tra il djset e un live funk bello
groovoso.
Altro da dichiarare…
Beh, essendo il mio primo disco spero che piaccia a più persone possibili e mi godo il viaggio nuovo.
Etichette: Afro, Bergamo, Disco, Dot, Elettro-Pop, Filoq, Funk, Genova, Ila, In palude con ..., Intervista, Liguria, Lombardia, Matteo Marchese, Mattia Cominotto, Michele Mezzala Bitossi, The Prisoner Records
9 Commenti:
Gran piacere ospitare in palude Matteo Marchese, musicista di gran valore, che dopo un sacco di esperienze esce con questo disco a suo nome .. e accanto lui un sacco di musicisti amici dell'Alligatore.
Quindi doppio piacere ospitarlo, per la godibilità delle nove tracce e per gli amici che mi ha fatto ricordare da Ila a Mezzale Bitossi.
E proprio Ila è protagonista in una delle migliori canzoni del disco (oltre ad avere realiazzato la copertina con questo bellissimo primo piano di Matteo, che conosce bene).
Come detto nell'intervista la canzone è Soul Please: sembra stiano facendo una prova al piano, poi parte il ritmo e una voce sinuosa, quella di Ila ;) e tutto si trasforma in una festa jazz. Magico il trombone di Mr. T-bone.
Altro gran pezzo è Daily, una festa danzante per l'Africa, con la voce incantevole di Falake Oladun che ti fa letteralmente viaggiare e la chitarra di Aldo Betto (Savana Funk) a gigioneggiare. Gran ritmo (tutta opera di Matteo sua specialità).
... e subito dopo un'altra festa danzante, impossibile stare fermi appena parte Searching con l'incantevole voce di Giulietta Passera, la chitarra di Riccardo Onori (passato di qui qualche anno fa) e il gran ritmo di Matteo.
Molto interessante anche il pezzo in italiano, Africa tornerò, con il giusto ritmo e il gusto dell'Africa di Daniele Diamante che rappa in modo politicopoetico.
Sorpresa finale senza parole (in tutti i sensi): Joe e Agnese, due bambini di 5 anni lasciati da soli al pc per giocare con i synth. Sentite che pezzo ne è uscito, sono gli OfflagaDiscoPax del futuro.
Bravo Matteo Marchese, hai fatto bene a fare questo disco a tuo nome ... adesso ne vogliamo un altro.
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