Fontanablu live Osteria ai Preti
Tutto inizia da un Valpolicella, che Matteo si beve prima del concerto per sciogliersi, mi dice (ma non è il primo, e lo capisco). Charlie usa la birra ...le altre non so. Io mi prendo un bianco, un Pecorino, e cerco di farmi largo tra la folla nell'antica osteria (un po' dentro, un po' fuori, visto il caldo innaturale di fine ottobre). Partono con un pezzone, Abat-jour, dal loro primo Ep, per levarselo di torno subito, sembra suggerire Matteo. Poi passano a Cattolici, un pezzo (anzi pezzone) doorsiano (Alabama Song?), con ironia, anzi, sarcasmo alla Jannacci. Fermo è uno strumentale (molto congeniale alla band) morriconiano veramente intenso (non è la cover degli Offlaga Disco Pax), dilatato, ricorda i Procul Harum con la batteria che sembra scoppiare... Carlotta si toglie la giacca e non è una brutta idea. Segue Ansia da lavoro, sempre dall'ep omonimo Fontanablu: ansia di andare al lavoro, ansia di non avere un lavoro. Tastiere doorsiane per un pezzone spensierato, ma non troppo. Sì, per Matteo sono tutti pezzoni, ve ne sarete accorti che uso questo termine. Lo dice in modo divertito, simpatico, non sborone, con la sua voce particolare, dylaniana (se Dylan fosse nato in Veneto, canterebbe così).
E vai con un inno alla pioggia, che ci manca, Quando fuori piove, ironico e surreale country-western con la batteria preponderante e dialogante. Humphrey Bogart è un altro strumentale, scritto quando Matteo andava a Rovigo a lavorare: psichedelico, con la band a suonare come un unicum, quasi in trance. Stupenda. Dopo questa Matteo sente il bisogno di altro Valpolicella, e dopo qualche problema tecnico si riparte con Marco, pezzone su di un amico particolare, un caso umano, uno perso... pop-rock psicologico con la band a cantare insieme, ancora come un unicum. La serata si scalda. Il pezzone dopo, Per ora maiale, è una storia torbida, con Charlie a dare delle frustate alla sua batteria, il ritmo dato dalle tastiere e dalle chitarre... alla fine c'è bisogno di uno spensierato strumentale molto Kurt Weill (per non citare ancora i Doors).
Altro pezzone è Parigi, malinconico, triste, con un fitto dialogare tra batteria e tastiere. Segue un nuovo branone, Un pezzo beat: tastiere beat, chitarra beat, batteria beat. Cantato a più voci, ovviamente beat. Signor dolor è l'ennesimo personaggio strano, uscito dalle conoscenze del cantante dei Fontanablu. Ho sete anche io, e mi prendo un altro bianco Pecorino. Non riesco a ritornare vicino alla band, visto il pubblico, ma sento benissimo la voce, splendida, di Carlotta: è il suo momento, canta Settembre , un pezzo, anzi pezzone, senza tempo dal sapore beat. Beat anche Coperta rossa, sempre dal loro Ep, per chiudere il cerchio. Ma non è finita, i Fontanablu non vogliono lasciare il palco, parte una serie di richieste, un medley di loro pezzoni, accenni di Battiato e una storia porno eseguita solo da Matteo e Chiara. Dopo circa un'ora è mezza è finita, ma la festa continua all'Osteria dai Preti, tra polpette e birrette, bianchi e rossi... mi viene voglia di Valpolicella e polpette vegane e di qualche ciacola con la band. Mi compro pure il loro Ep (l'avevo solo in formato elettronico). Bella la musica dal vivo che ritorna, ma anche il supporto fisico, secondo me, ha il suo fascino. Lo faccio partire in auto sulla via del ritorno.
Etichette: Autunno caldo, Bob Dylan, Concerti, Fontanablu, Franco Battiato, Kurt Weill, Live, Osteria, Osteria ai Preti, Pecorino, Riripartenza, The Doors, Valpolicella, Verona, Veronetta
5 Commenti:
Anche questo è un pezzone! Grazie
Grandiosi!
@Anonimus
Grazie, chiunque tu sia (anche se ho un'idea).
@Cavaliere oscuro del web
Grazie, confermo!
Su Youtube ho trovato un breve live registrato nel 2019 proprio all'Osteria dei Preti: proprio belli!!!
Vero Marcaval? Atmosfera giusta per i Fontanablu.
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page